Il caso

Santorini dice basta alla costruzione di nuovi hotel

I troppi turisti, a detta del sindaco, stanno rendendo la pittoresca isola greca «insopportabile» – La soluzione? Smettere di realizzare strutture alberghiere e limitare il numero di visitatori provenienti dalle crociere
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Red. Online
14.09.2024 22:00

Santorini ha un problema coi turisti. Problema che, ormai, non si può più ignorare. La pittoresca isola vulcanica, nota per le sue casette bianche decorate da porte e finestre blu, si vede costretta a prendere una decisione drastica, ma necessaria. Il governo greco, infatti, intende vietare la costruzione di nuovi alberghi a Santorini. Una misura, questa, considerata necessaria per affrontare «il mix tossico di sviluppo eccessivo e turismo di massa» che ha travolto l'isoletta negli ultimi tempi. 

Nello specifico, rivelano i media internazionali, le autorità chiedono la sospensione di tutte le licenze edilizie nella zona della caldera di Santorini. L'isola, infatti, insieme a Mykonos, è stata presa d'assalto negli ultimi anni, complici i video pubblicati sui social media, gli affitti non troppo costosi trovati su Airbnb e il ritorno dei turisti, in massa, dopo la pandemia. Una situazione che sembra essere sfuggita, ulteriormente, di mano nel corso dell'estate. Alcuni filmati pubblicati online hanno ripreso onde di turisti che sbarcavano a Santorini, ammassati gli uni contro gli altri. Mediamente, ogni anno sull'isola, che conta 25.000 abitanti, arrivano 3,4 milioni di turisti. 

Una condizione estrema, certo. Per sopravvivere, dunque, non sembra esserci altra scelta. Nella bozza di legge del Ministero dell'ambiente – che verrà votata dal Parlamento – si chiede quindi lo stop di tutti i nuovi lavori edilizi, comprese le estensioni di strutture e di piscine già esistenti. In particolare, il divieto di nuove costruzioni lungo la caldera – la zona panoramica dove molti turisti scattano romantiche fotografie al tramonto – è stato proposto in risposta agli accesi appelli del sindaco di Santorini, che per primo aveva chiesto di limitare nuovi lavori nell'area. 

Nikos Zorzos, infatti, aveva chiesto al governo di «sospendere la costruzione di tutti i tipi di unità alberghiere, affitti a breve termine e soprattutto investimenti strategici, non solo per la caldera ma per l’intera isola di Santorini». Basti pensare che, già nel corso del suo primo mandato come sindaco nel 2011, Zorzos aveva fatto pressione sui governi per limitare quello che definisce «uno sviluppo turistico irrazionale che consuma il carattere dell'isola». Di più, sempre a detta del sindaco, gli sviluppatori minacciano di distruggere «lo straordinario paesaggio», che è ciò che in origine attrae i visitatori sull'isola. 

«Quando le necessità continuano ad aumentare, si accumuleranno nuovi problemi consecutivi che non saremo in grado di risolvere, come ad esempio il crescente bisogno di acqua ed elettricità, per i quali abbiamo lavorato duramente per arrivare al livello attuale e (su cui) continuiamo a lavorare», ha confessato Zorzos al Greek Reporter Zorzos.

Ma non finisce qui. Sulla scia di quanto fatto a Venezia e delle proteste in Spagna, il sindaco di Santorini intende cavalcare l'onda e proporre, a sua volta, un limite di accesso all'isola. Limite, in questo caso, relativo al numero di visitatori delle navi da crociera a cui è consentito sbarcare ogni giorno. Rispetto alla Serenissima, però, dove la misura prescelta è stata quella del ticket d'ingresso, per Santorini Zorzos ha proposto una riduzione drastica del numero di visitatori provenienti dalle crociere. Dai 17.000 che oggi, ogni giorno, sbarcano sull'isola, si passerebbe a solo 8.000 accessi. L'ultima spiaggia, insieme al divieto di nuove costruzioni, che, a detta del sindaco, potrebbe invertire la rotta e non rendere Santorini «insopportabile», così come lo è ora.