Se cucinare fa rima con inquinare

Cucinare fa rima con inquinare. Soprattutto in Africa e in Asia: 2,3 miliardi di persone, infatti, usano ancora tecnologie basate su combustibili fossili per preparare colazione, pranzo e cena. Ne ha parlato Wired, spiegando che le ripercussioni per l'ambiente e la salute sono importanti. I dati arrivano dall'ultimo rapporto di IRENA, l'Agenzia internazionale per le energie rinnovabili.
Negli scorsi mesi, al riguardo, è nata un'alleanza per favorire la transizione verso cucine elettriche alimentate con fonti rinnovabili. Dal solare all'idroelettrico, passando per l'eolico. Qualsiasi forma pulita, insomma, per far funzionare piastre e bollitori. L'alleanza si chiama Global E-cooking Coalition e i suoi rappresentanti sono arrivati in questi giorni a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, per far passare il messaggio alla COP28, la Conferenza sul clima delle Nazioni Unite. Il problema, a loro dire, è ancora troppo poco discusso nelle sedi opportune. Quelle della politica e delle relazioni internazionali.
Secondo l'alleanza, le emissioni totali di CO2 legate ai metodi tradizionali di cottura dei cibi equivalgono a quelle del settore del trasporto aereo. L'Organizzazione mondiale della sanità, l'OMS, ha invece spiegato che le morti premature da inquinamento dell'aria all'interno degli ambienti domestici sono 3,2 milioni all'anno. Un conteggio che include oltre 237 mila bambini al di sotto dei 5 anni, soggetti che più di altri rischiano di contrarre polmoniti da esposizione al fumo.
Un problema. Anche economico, evidentemente. Non solo: «Cucinare con l’elettricità non solo riduce le emissioni di gas serra migliorando la salute complessiva della popolazione, ma aiuta l'emancipazione di donne e ragazze consentendo loro di risparmiare tempo e denaro» ha spiegato Damilola Ogunbiyi, la rappresentante speciale del Segretariato generale delle Nazioni Unite per l'energia sostenibile per tutti, lo scorso settembre.
L'obiettivo, ambizioso ancorché possibile, è far sì che l'intera popolazione mondiale possa accedere a metodi di cottura puliti entro il 2030. Possibile, dicevamo, perché l'accesso all'elettricità tra il 2010 e il 2021 è passato dall'83% al 91%: ovvero, quasi tutti ne possono beneficiare. Ambizioso perché, di fatto, molte fonti di energia elettrica sono alimentate da combustibili fossili. Alcuni Paesi, come il Nepal, si sono impegnati a migliorare la situazione di molte famiglie entro il 2025, facendo perno in particolare sul biogas domestico.
L'alleanza, nello specifico, intende attirare l'interesse di governi, privati, organizzazioni internazionali e attori dell'energia. Tutto, leggiamo, per garantire che un'ampia fetta di popolazione possa effettuare questa transizione.