Seul

Se i sudcoreani hanno un anno in più di noi (ancora per poco)

Il presidente della Corea del Sud ha proposto l'abolizione della cosiddetta «età coreana», secondo la quale ogni neonato che viene alla luce ha già un anno e non zero come accade nel resto del mondo
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Federica Serrao
10.12.2022 20:45

Immaginiamo di condividere la nostra data di nascita con un cittadino della Corea del Sud. Entrambi siamo nati il 1. gennaio 1983. Fra poco meno di un mese, festeggeremo il nostro compleanno. Ma il numero di candeline che avremo sulla torta sarà diverso. L'uomo sudcoreano ne spegnerà una in più. Per lui ci saranno 41 candeline da soffiare, e non 40. Questo perché il cosiddetto sistema «dell'età coreana» si basa su un calcolo diverso da quello che siamo abituati a fare quasi in ogni angolo del globo. Ogni bambino che nasce in Corea del Sud ha infatti automaticamente un anno di età, fin dai suoi primi secondi di vita, e non zero, come siamo abituati a contare. Tuttavia, questo calcolo «insolito» è destinato a cambiare a breve. Presto i cittadini coreani diventeranno «un anno più giovani» e i nostri coetanei spegneranno il nostro stesso numero di candeline. Ecco perché. 

Una proposta del presidente

Come si può ben immaginare, avere un sistema di calcolo dell'età diverso da quello del resto del mondo è spesso sinonimo di confusione. Per questa ragione, i legislatori sudcoreani hanno deciso di approvare una misura che rivedrà il modo in cui il Paese ha calcolato l'età delle persona fino ad ora. Alla nascita, tutti i bambini sudcoreani avranno automaticamente zero anni come tutti gli altri bambini del mondo, e dovranno aspettare 365 giorni prima di festeggiare il loro primo compleanno. Un cambiamento epocale per il Paese, voluto proprio dai cosiddetti «piani alti». Altissimi, anzi. Basti pensare che ad aver preso in considerazione la fine dell'«età coreana» è stato Yoon Suk Yeol, presidente della Corea del Sud. Il 62.enne - ma sarebbe più corretto dire 63.enne - ha sempre avuto le idee chiare. All'inizio della sua candidatura, a inizio 2022, l'uomo aveva già avanzato la proposta di porre fine a questo calcolo. Proposta che a giugno diventerà realtà. Negli scorsi giorni, l'Assemblea nazionale ha infatti approvato il disegno di legge che prevede l'abolizione dello standard del conteggio dell'età coreana.

Questo cambiamento, a detta del governo di Yoon Suk Yeol, eviterà la «confusione nel trattamento dei servizi amministrativi e medici». E non solo. Questa mossa metterebbe fine anche alle controversie legali relative al sistema di età sui contratti firmati, e renderebbe la vita più semplice anche a tutti quei cittadini sudcoreani che si spostano per lavoro, che passano dall'età stabilita in patria a quella riconosciuta dagli standard globali, non appena varcano i confini. 

Da uno a due anni «più vecchi»

Un calcolo complicato che avrà presto fine? Diciamo di sì. Ma volendo approfondire la faccenda, il particolare conteggio dell'età dei sudcoreani è ben più complesso di quanto già non apparisse dopo una prima spiegazione. Come precisa Bloomberg, gli storici stessi hanno avuto difficoltà a individuare un decreto governativo per l'attuale sistema coreano, che altro non è che un residuo dell'antica cultura di Corea, Cina e Giappone. Questo sistema, infatti, raggruppava tutti i bambini in base all'anno di nascita, facendoli poi «invecchiare» di un anno secondo lo scorrere del calendario. Il che, in altre parole, significa che - ancora oggi in Corea del Sud - un bambino venuto alla luce il 31 dicembre ha immediatamente un anno alla nascita. Salvo poi «compiere» già due anni allo scoccare della mezzanotte, con l'arrivo del nuovo anno, solamente un giorno dopo essere nato, risultando ben «due anni più grande» rispetto ai suoi coetanei nel resto del mondo. Ma se questo vi sembra complicato, aspettate di sentire il resto.

Come spiega il Guardian, infatti, oltre a questo sistema contorto, in Corea del Sud esistono dei calcoli dell'età "speciali", che si adattano ad alcune occasioni specifiche. Per gli uomini che entrano nel servizio nazionale o per calcolare l'età legale per consumare alcolici e fumare, i sudcoreani applicano conteggi diversi. Non si fanno sconti, se così potremmo dire. Un giovane che vuole cominciare a bere alcolici potrà farlo quando avrà raggiunto l'età necessaria prevista dalla legge. Età che però, differentemente dal tradizionale conteggio dell'età coreano, si calcola a partire da zero, e non da uno. Pur aggiungendo «un anno in più d'età», come di consueto, con lo scattare della mezzanotte del nuovo anno. Il che significa che un cittadino coreano dovrà aspettare il 1. gennaio dell'anno in cui avrà raggiunto la maggiore età (secondo i nostri calcoli), per bere alcolici, anziché il giorno preciso del suo compleanno. Complicato?

Tuttavia, questi strani conteggi hanno le ore contate. Fra poco più di sei mesi, la tradizione avrà fine, insieme alle critiche dei politici sudcoreani che ritengono che tale usanza faccia apparire il Paese - considerato una grande economia asiatica e una potenza tecnologica e culturale globale - in ritardo rispetto ai tempi. E anziché dover aspettare ogni 1. gennaio, per i sudcoreani diventerà più semplice - e forse anche più speciale - festeggiare il compleanno.