Il caso

Se la Francia cerca di «dirottare» i suoi turisti verso altre destinazioni

Complici alcune serie tv, il turismo di massa nel Paese ha raggiunto livelli preoccupanti – Una nuova campagna che coinvolgerà gli influencer internazionali mira a portare i visitatori anche verso altre località francesi meno frequentati
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Federica Serrao
21.06.2023 09:30

In Francia i turisti sono tanti. Troppi. Soprattutto in certi luoghi. Dal pittoresco Mont-Saint-Michel, passando per la romantica Parigi. Fino alle scogliere di Étretat, in Normadia. Prese d'assalto, negli ultimi mesi, a causa della serie Netflix Lupin. E non solo. Mentre migliaia di turisti si riversano in questa cittadina, formando lunghe code sia sui sentieri che portano alla cima delle scogliere, sia davanti alle boulangeries di questo piccolo gioiello della Costa d'Alabastro, il colosso statunitense dello streaming ha dirottato – indirettamente – frotte di visitatori anche verso punti precisi della Capitale. Emily in Paris, la serie che racconta le avventure di una giovane donna statunitense a Parigi, ha spinto tantissime persone a prendere d'assalto i luoghi preferiti della protagonista, disseminati per la città dell'amore. Causando, va da sé, lunghissime file, caos e fastidi di vario tipo. 

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Verso altre mete

La musica, però, è destinata a cambiare. Il ministro del Turismo francese, Olivia Grégoire, in questi giorni ha dichiarato a Le Figaro il nuovo piano «per allontanare» i turisti. O forse, sarebbe più corretto dire «per direzionarli». Verso altre destinazioni della Francia che meritano di essere scoperte e ammirate, tanto quanto la Tour Eiffel e le falesie di Étretat. Pare infatti che circa l'80% dei turisti che visitano ogni anno il Paese si concentri solo sul 20% del territorio. Ignorando e non considerando moltissimi luoghi di interesse. Allo stesso modo, anche l'amministrazione del presidente Macron è stata sollecitata per trovare presto un soluzione al sovraffollamento turistico. 

Ma arriviamo al dunque. Il piano della Francia consiste nel lanciare una campagna volta a persuadere i turisti stranieri (soprattutto britannici, che secondo quanto si legge sul Telegraph sono i primi in classifica, seguiti dagli americani) a cambiare programmi e orizzonti e a preferire alcuni dei luoghi francesi meno conosciuti e frequentati. In questo modo, dirottando i visitatori verso altre mete, si eviterebbe «un eccesso di turismo» in alcune località. Consentendo al Paese, all'ambiente e ai cittadini di tirare un sospiro di sollievo. 

Influencer e de-marketing

E come riuscire nell'intento? Servendosi del potere degli influencer. Non francesi, ma internazionali. Che sui loro canali social dovrebbero portare appositi contenuti volti a scoraggiare i visitatori dalle mete più gettonate della Francia. Biglietti e quote giornaliere, anche ad alte tariffe, possono infatti aiutare solo in parte. La Francia crede infatti che la soluzione sia nelle mani di coloro che i social li utilizzano per mestiere. I quali dovrebbero adottare una strategia già utilizzata in passato, e risultata abbastanza efficace. Quella del de-marketing. 

Per la precisione, oltre a promuovere nuovi posti incantevoli del territorio francese, gli influencer sono chiamati a postare anche contenuti in cui i siti preferiti dai turisti vengono presi d'assalto. L'idea è che le lunghe code catturate tramite immagini e video possano rivoluzionare i piani dei turisti. Facendo loro vedere la meta con altri occhi. Una visione più realistica, per certi versi.

Funzionerà?

Come dicevamo, però, la strategia non è nuova. Già sperimentata a Marsiglia nel 2021 e in Corsica nel 2022, recentemente anche i funzionari del turismo di Mont-Saint-Michel hanno deciso di provare a dare una svolta al turismo di massa, pubblicando le foto delle lunghe code formatesi nel fine settimana dell'Ascensione. In quell'occasione, l'abbazia e il villaggio erano stati visitati da circa 60.000 persone. 

Allo stesso modo, alcuni siti delle Francia si stanno attrezzando per introdurre una quota turistica per i visitatori. O per limitare gli accessi. Si tratta di soluzioni alternative, che però a volte non sembrano scoraggiare le persone. Tra questi, l'isola di Bréhat, in Bretagna, che conta circa 370 anime, ha da poco inserito un tetto massimo di visitatori, dopo che in un giorno le sue coste hanno accolto un numero di visitatori 15 volte superiore al numero di abitanti. Come riporta il Telegraph, il sindaco ha ora emesso un decreto per limitare il numero di visitatori giornalieri a 4.700 nel periodo estivo, da metà luglio a fine agosto.

Regole drastiche anche a sud, vicino a Marsiglia. Qui il Parco Nazionale delle Calanques ha annunciato di aver ridotto notevolmente il numero di visitatori per le calette di Sugiton: da 2.500 a 400 persone al giorno. Rimanendo in Provenza, anche il parco nazionale delle isole Porquerolles ha inserito limitazioni sul numero di turisti, per proteggere il paesaggio. Una soluzione alternativa che la Francia vorrebbe scongiurare il più possibile, riuscendo semplicemente ad esaltare le altre bellezze di cui il Paese può vantarsi. 

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