Se la politica italiana ne fa di cotte, di crude e di crudités

L’altro giorno al Senato della Repubblica si è pasteggiato a ostriche con vini mossi e secchi, certamente provenienti da italici vitigni. Per l’occasione si è affacciato pure Ignazio La Russa, il padrone di casa, il presidente di Palazzo Madama, la seconda carica dello Stato. Più ilare del solito con una riga a destra di notevole fattura, il ministro Francesco Lollobrigida (Agricoltura) è apparso assai soddisfatto e si è cimentato in una di quelle massime che lo hanno reso celebre. Ha detto citando Gaber, chissà se consapevole di citare Gaber, che le ostriche non sono un bene di lusso in sé, ma lo sono perché costano troppo. Il rimedio è facile: basta abbassare le imposte e, voilà, per le famiglie sarà più conveniente farsi la scarpetta con le ostriche che col pane fresco.
Questa filosofia appartiene a una corrente al momento ignota, non ancora incasellata nel gran libro della storia, ma pare ci siano dei sentori di Eraclito di Efeso. A ogni modo, nel solco di questa corrente, ripetiamo, al momento ignota, il medesimo Lollobrigida ci ha spiegato, per difendere il consumo del vino, che anche l’acqua bevuta in eccesso fa male. Dunque per dimostrare ai colleghi parlamentari il candore spirituale delle ostriche, che non sono un bene di lusso in sé, un senatore di Fratelli d'Italia ha proposto una degustazione e i produttori ne hanno recapitate 350 per un valore stimato di 1.400 euro. Al ristorante sono molto più care, sarà che i ristoratori sono di un bene di lusso in sé che fa per tre, a volte per quattro, se non per cinque?
Non bisogna meravigliarsi: la politica ne fa di cotte, di crude e di crudités. Nonostante il taglio indiscriminato che ha ridotto i senatori da 315 a 200 e i deputati da 630 a 400, anche in questa legislatura, con enorme sacrificio, i partiti sono riusciti a sfornare decine e decine di intergruppi parlamentari. Che sono? Associazioni spontanee e trasversali di senatori e di deputati, uniti da una nobile battaglia politica. Ci sono forti dubbi sull’efficacia di questi intergruppi parlamentari, ma comunque fanno lievitare il numero dei presidenti a metro quadro nel centro di Roma poiché ogni intergruppo parlamentare ha il suo insigne presidente. Per esempio, l’intergruppo parlamentari “amici dei motori”, a due ruote però, ha eletto presidente la senatrice leghista Erika Stefani con questa motivazione: suo padre a sei anni la mise su una moto Morini. Non sappiamo, e ce ne scusiamo con i lettori, se l’intergruppo “amici dei motori” sia in competizione con l’intergruppo “appassionati di Harley Davidson” appena costituito e non sappiamo neanche se gli “amici dei motori” e gli “appassionati di Harley Davidson” siano in conflitto con l’intergruppo “amici della bicicletta”. Invece proponiamo un gemellaggio fra l’intergruppo dei “garantisti italiani” e l’intergruppo per la “sartoria italiana” perché sono entrambi intenditori di abiti su misura.
Attenzione: gli intergruppi parlamentari, che si rifanno quando riparte la legislatura, non vanno confusi con le associazioni di parlamentari che tifano per una squadra di calcio. Le legislature finiscono, i partiti si cambiano, le squadre del cuore no. In Parlamento ci sono i club di Juve, Milan, Inter, Roma, Napoli, Lazio, Fiorentina, Lecce, Torino, Verona, Monza, Parma, Genoa, Sampdoria, Salernitana. Le ostriche piacciono a tutti. Unica rivalità: il granchio blu. Fa un pressing in mare aperto!