Se la senape in Francia diventa introvabile
A lanciare l'allarme è stato un fattorino locale: in Francia manca la senape. Il condimento, più o meno piccante, è un must have sulle tavole francesi, specialmente durante il periodo estivo, dove vengono organizzate numerose grigliate. Ogni anno, proprio in questo periodo, la senape raggiunge infatti il picco nelle vendite. Ma non quest'estate. In tutto il Paese è caccia alla famosa salsa, ormai divenuta quasi introvabile, al punto tale da aver costretto diversi commercianti ad adottare alcune misure speciali per permetterne a tutti l'acquisto. In una bottega di un piccolo villaggio francese, per esempio, il proprietario ha imposto il limite massimo di vendita di un barattolo di senape a persona. La faccenda, quindi, sembra particolarmente seria. Basti pensare che un uomo che è riuscito ad aggirare la regola e a prendere un secondo vasetto, approfittando del cambio di turno con un altro commesso del negozio, agli occhi della popolazione francese è addirittura passato come un bandito, secondo quanto racconta il Washington Post. Ma per quale motivo questa salsa così tanto amata scarseggia ormai da settimane?
La salsa più amata dalla Francia
Facciamo un passo indietro. La senape è un alimento base della maggior parte delle diete francesi. Con il suo tocco inconfondibile dona un sapore più deciso a snack e patatine, o impreziosisce un panino. Ma soprattutto, è uno degli ingredienti chiave di celebri piatti francesi, come la steak tartare. Le origini del condimento non sono totalmente note, ma secondo gli storici non è stata inventata in Francia. Anche se i francesi, a dirla tutta, non sono d'accordo. Al contrario, vanno orgogliosi di questa salsa e rivendicano l'invenzione come propria. E in parte è comprensibile. Dopotutto, nel Medioevo, la produzione di senape veniva regolamentata proprio nel Paese. E non solo: la famosa senape di Digione, una delle versioni della salsa più conosciute e apprezzate, proviene proprio dalla Francia, dalla zona della Borgogna. Se sia stata una loro scoperta oppure no, una cosa è certa: i francesi si sono guadagnati il titolo di più grandi consumatori dell'alimento al mondo. Anche se, bisogna ammetterlo, a livello di produzione i dati non sono altrettanto positivi. Infatti, la Francia conta solamente 4.500 ettari di coltivazioni di semi di senape, dei quali la maggior parte si trovano proprio in Borgogna, nei pressi di Digione. Le origini del problema sono però più profonde. Tra le prime cause della scarsità del prodotto ci sono state le ondate di calore e la siccità che hanno colpito il Canada l'anno scorso, in particolare nelle regioni di Alberta e Saskatchewan. Il Paese nordamericano è infatti la fonte di circa l'80% delle importazioni di semi di senape della Francia, ma proprio nei mesi scorsi si è visto costretto a interrompere l'approvvigionamento globale. A partire da questo primo ostacolo, si annoverano poi la difficoltà a reperire i contenitori per il trasporto di prodotti alimentari e l'elevato costo del carburante che ha fatto a sua volta aumentare notevolmente i costi di spedizione. Ed è solo l'inizio di una lista di problemi molto più lunga di quello che si possa immaginare.

Cambiamento climatico, COVID, guerra e insetti
La colpa, quindi, non è solo delle ondate di calore del Canada o delle difficoltà d'importazione e trasporto. Sia agricoltori che amanti della senape si sono a lungo interrogati su come si sia arrivati a questo punto e ne è emerso un quadro molto più complesso di quanto sembrasse. Per fare un primo esempio, anche i cosiddetti «accumulatori di senape», che già al primo allarme di carenza sono corsi ai ripari procurandosi scorte extra della salsa, secondo i produttori non hanno fatto altro che peggiorare la situazione. Allo stesso modo, anche gli effetti della pandemia sulla catena d'approvvigionamento non sembrano essersi del tutto esauriti. Per non parlare degli insetti, che secondo i francesi, con le temperature calde divorano i semi e ostacolano i raccolti. Come se non fosse abbastanza, le restrizioni francesi ed europee su alcuni pesticidi ritenuti dannosi non aiutano a trovare una soluzione al problema. E alla lista delle difficoltà va aggiunto il tanto discusso cambiamento climatico, che, anche in questo caso, giocherebbe un ruolo abbastanza importante. Per alcune persone, infatti, la carenza di senape è una conseguenza disastrosa delle condizioni climatiche estreme che hanno decimato l'approvvigionamento di semi in Francia. E non solo. Secondo Fabrice Genin, presidente dell'Associazione dei produttori di semi di senape della Borgogna, sono stati proprio gli inverni più miti ad aver creato «terreno fertile» per gli insetti. «Dalle 12.000 tonnellate di semi di senape prodotte nel 2016, lo scorso anno siamo scesi a 4.000 tonnellate. Non riusciamo più a gestire i parassiti» ha rivelato l'uomo al quotidiano francese Libération. La scarsa offerta canadese, unita all'inflazione mondiale e all'aumento dei costi di spedizione, dell'energia, delle materie prime per l'imballaggio, secondo il Washington Post, non ha fatto altro che dare il colpo di grazia, contribuendo a far aumentare il prezzo della senape in Francia.

Un'opportunità per la Francia?
Alcune testimonianze su quanto sta accadendo arrivano direttamente dalla Borgogna e sono state raccolte dal Washington Post e da altri quotidiani francesi. Una di queste è quella di Marc Désarménien, direttore generale di Edmond Fallot, un produttore di senape a conduzione familiare. L'uomo ha ammesso che anche il prezzo dei suoi prodotti è aumentato in media del 9% dall'inizio del 2022 e con ogni probabilità continuerà ad aumentare anche il prossimo anno, per rimanere al passo dell'inflazione. Tuttavia, per Désarménien c'è un barlume di speranza. Secondo il direttore, se i semi canadesi diventassero più costosi e la carenza continuasse ad affliggere i produttori francesi, il Paese potrebbe beneficiarne con un aumento della produzione nazionale. Al momento, in Borgogna, il prezzo della senape per il prossimo anno, è stato fissato a 2.000 euro per tonnellata. Il prezzo, come spiega il quotidiano locale Ouest France, viene stabilito con anticipo dai produttori. In questo caso, si tratta di un aumento del 48% rispetto al prezzo attualmente in vigore, pari infatti a 1.350 euro. Sono tutti segnali positivi - a detta dei produttori - per rendere più redditizia la produzione locale. «È un'opportunità per il settore agricolo di delocalizzare la produzione», dichiara infatti Claudepierre, dell'azienda agroalimentare Martin-Pouret a Le Monde. In questo momento, infatti, la Francia lavora su un seme che viene coltivato e raccolto a molti chilometri di distanza: un processo costoso e dannoso, a detta di Martin-Pouret. Per Désarménien, tuttavia, anche se dovesse andare in porto, il progetto richiederà diverso tempo e ci vorranno anni prima di vederlo concretizzarsi. Addirittura, secondo Luc Vandermaesen, presidente del gruppo industriale Mustard of Burgundy, la tensione potrebbe protrarsi fino al 2024.
Sugli scaffali, nel frattempo, il prodotto scarseggia. Il Washington Post ha visitato quattro negozi a ovest di Parigi che non avevano la senape in vendita, o avevano esaurito due dei marchi più famosi: Maille e Amora, della stessa azienda di proprietà Unilever. Il proprietario di una bottega ha dichiarato al giornale statunitense di non mangiare senape da almeno tre mesi, sottolineando come il suo fornitore, ossia il rivenditore francese Carrefour, gli abbia inviato gli ultimi vasetti di senape ormai due mesi prima. Nessuno sa quando potrà riceverne di nuovi. La discussione si è spostata poi anche sui social e, in particolare, su TikTok, dove cittadini francesi hanno postato sia video con istruzioni su come preparare la senape in casa che parodie delle reazioni dei cittadini di fronte alla scarsità dell'alimento. E sempre online, non sono mancate le teorie cospiratorie. Alcuni utenti hanno condiviso video in cui venivano chiaramente mostrate enormi scorte di senape nei magazzini di supermercati, alludendo a una scelta delle aziende di accumulare il prodotto, nascondendolo e fingendo che sia diventato introvabile, per farne lievitare automaticamente il prezzo. Inutile dire che, in men che non si dica, tutti questi filmati sono stati smentiti da rivenditori come Carrefour che, di fronte ad una crisi reale, hanno promesso di impegnarsi per riportare il prima possibile la senape sugli scaffali dei supermercati francesi. Sperando che la popolazione riesca a resistere ancora per qualche mese.