Il caso

Se Nauru vende passaporti per combattere il cambiamento climatico

La minuscola nazione insulare, minacciata dalle inondazioni, ha deciso di correre ai ripari vendendo cittadinanze: una strategia adottata anche da Dominica e che riaccende le discussioni sulle sfide che devono affrontare questi piccoli Paesi per sopravvivere
© Shutterstock
Red. Online
27.02.2025 08:15

Come salvare una piccola nazione insulare, sperduta nell'Oceano Pacifico? Facile: vendendo passaporti. È quello che sta facendo Nauru: quello che è considerato uno dei luoghi più remoti al mondo intende vendere cittadinanze per l'isola, minacciata dal cambiamento climatico. Una strategia che, in passato, aveva adottato anche Dominica e che oggi riaccende le discussioni sulle sfide che sempre più piccole nazioni nel mondo devono affrontare per sopravvivere. 

Ma andiamo con ordine. Nauru, considerata la repubblica indipendente più piccola del mondo sia per numero di abitanti che per superficie, è fortemente minacciata dalle inondazioni. Motivo per cui circa 10.000 persone che vivono nelle case basse, minacciate dall'innalzamento del livello del mare, devono essere trasferite il prima possibile. Ma – inutile girarci attorno – i costi per lo spostamento degli abitanti sono alti, altissimi. Secondo le stime, si aggirano infatti attorno ai 359 miliardi dollari l'anno. Una spesa insostenibile per un'isola di queste dimensioni, che ha quindi pensato di chiedere aiuto al resto del mondo, vendendo passaporti. 

Nello specifico, il presidente David Adeang sta cercando di raccogliere 65 milioni di dollari con l'obiettivo di trasformare l'arido interno dell'isola – il cui aspetto, attualmente, ricorda un paesaggio lunare inabitabile, complici le estrazioni decennali di fosfati – nella nuova casa del 90% dei nauruani. Il piano prevede lo sviluppo di una nuova città, fattorie e posti di lavoro, lontani dalle coste a rischio inondazioni. 

In ballo, insomma, c'è il futuro di Nauru. Ma le persone da tutto il mondo che accetteranno di pagare almeno 140.500 dollari per un passaporto, probabilmente non metteranno mai piede sull'isola. Nauru, come detto, è uno dei luoghi più remoti dalla terra. Il viaggio per raggiungerla è tutt'altro che semplice, che si possieda un passaporto o meno. In cambio, però, per coloro che decideranno di acquistare il passaporto, sarà possibile entrare senza visto nel Regno Unito, a Singapore e a Hong Kong. 

«Mentre il mondo discute sull'azione per il clima, noi dobbiamo adottare misure proattive per garantire il futuro della nostra nazione», ha dichiarato Adeang, presidente 2023, rispondendo alle domande di Bloomberg. «Non aspetteremo che le onde spazzino via le nostre case e le nostre infrastrutture».

La situazione, infatti, potrebbe evolvere rapidamente, causando danni catastrofici. Secondo il Sea Level Change Team della NASA, Nauru rischia un aumento «significativo» delle inondazioni estreme nei prossimi decenni. Nello specifico, il numero di giorni di inondazione – vale a dire quando il livello dell'acqua ha superato di almeno 0,5 metri il valore di riferimento – è stato di 8 tra il 1975 e il 1984, mentre tra il 2012 e il 2021 è salito a 146. Un cambiamento notevole, che porta a cercare una soluzione prima che sia troppo tardi. L'aumento della frequenza delle inondazioni rischia infatti di travolgere i centri abitati costieri di Nauru, ma anche gli edifici governativi e l'unico aeroporto della nazione, la cui pista è adiacente all'oceano. 

Il problema, però, è che la sola vendita di passaporti non basterà a coprire i costi dell'iniziativa Higher Ground di Nauru, delineata per la prima volta nel 2019. Motivo per cui, i funzionari stanno esplorando il potenziale per ottenere anche il sostegno di fonti pubbliche e private. Una prima fase da 102 milioni di dollari australiani è in corso per liberare circa 10 ettari di terreno sul cosiddetto Topside dell'isola, che è stato estratto per il fosfato – comunemente usato nei fertilizzanti – per circa un secolo a partire dai primi anni del 1900.

Proprio a causa dell'esaurimento delle sue riserve di fosfato, il PIL pro capite di Nauru è crollato, innescando una serie di sforzi del governo per generare nuove entrate: dalla creazione di un fondo sovrano, al sostegno di un musical londinese – che ha fatto fiasco – fino a un controverso accordo per trattenere i richiedenti l'asilo per l'Australia. E ora, si punta tutti sulla vendita di passaporti. Nonostante sia solo il primo piccolo, possibile passo, verso la salvezza di Nauru.