Il caso

Sembra «Una poltrona per due» ma è la realtà: che succede al succo d'arancia?

I futures sul prodotto, le opzioni attraverso le quali gli investitori scommettono sull'andamento dei prezzi, hanno toccato un record storico il 20 maggio – Cerchiamo di capire perché
© Youtube/Universal
Red. Online
21.05.2024 17:00

No, non è un film e no, nello specifico non stiamo parlando di Una poltrona per due. Il prezzo del succo d'arancia, tuttavia, è aumentato. Di più, la quotazione è più che triplicata rispetto alla media degli ultimi cinquant'anni. Ne ha dato notizia, per primo, Repubblica. Spiegando che dietro a questa impennata vi sono gli effetti del cambiamento climatico e la cosiddetta malattia dell'inverdimento degli agrumi. Non finisce qui: i futures sul prodotto, le opzioni attraverso le quali i grandi investitori scommettono sull'andamento dei prezzi del mercato, ieri hanno toccato un record storico. Parola, fra gli altri, di Wired.

La storia, dicevamo, richiama alla memoria una pellicola oramai celeberrima, Una poltrona per due appunto, uscita nel 1983 ma diventata un appuntamento fisso del 24 dicembre. Il motivo del successo immediato di questo film, come aveva scritto a suo tempo il collega Stefano Olivari, è legato al fatto che si inserisca perfettamente nello spirito del tempo, gli Stati Uniti di Reagan e in generale un Occidente che sembrava (ed era) pieno di opportunità per tutti. Con la finanza che da supporto all’economia o mezzo per investire era diventata quasi un valore in sé, come ciclicamente avviene. Per questo ha sempre fatto molto discutere il finale, visto che parlarne non è più spoiler da decenni. In sostanza, come fanno Louis e Billy a mandare in rovina i Duke? Tipica domanda dei bambini alla Vigilia, e non soltanto dei bambini. Prima di tutto creano un falso report sul raccolto di arance, facendo credere che sarà modesto e quindi le scorte varranno molto di più. I Duke così comprano a mani basse futures sul succo di arancia concentrato congelato, imitati da altri finanzieri: il prezzo arriva così a 1,42 dollari per libbra. A questo punto, Louis perché è il suo mestiere e Billy perché in poco tempo ha capito i meccanismi della finanza, i due neo-amici vendono i futures sul succo d’arancia come se non ci fosse un domani, prima che venga pubblicato il vero report. Il prezzo crolla a 29 centesimi e loro riacquistano, da tutti tranne che dai Duke: hanno guadagnato 1,13 dollari a libbra senza avere mai posseduto qualcosa. I Duke hanno ancora futures per 1,5 milioni di libbre, comprati quasi sui massimi, e alla scadenza devono pagare la differenza, ovviamente a loro sfavore. Vanno quindi sotto di 394 milioni di dollari e sono costretti a vendere tutto ciò che hanno. Una lezione di finanza aggressiva in un film considerato natalizio: non male.

Torniamo a noi: che cosa è successo, ora, con questo benedetto succo d'arancia? L'aumento del prezzo, su X, è stato segnalato anche dal responsabile del DataLab dell'ISPI, l'Istituto per gli studi di politica internazionale, Matteo Villa. Solo nel 2024 parliamo di un +77%, con un prezzo assestatosi attorno ai 450 dollari per libbra. D'accordo, ma le ragioni dell'impennata quali sono? Secondo i media, siamo di fronte a una classica tempesta perfetta. Negli ultimi quattro anni, infatti, una sfortunata serie di eventi ha complicato e non poco la vita ai produttori di arance del Nord, del Centro e del Sudamerica. Gli uragani, per dire, hanno travolto gli Stati Uniti e l'area del Golfo del Messico, mentre il Brasile ad aprile ha convissuto con una siccità senza precedenti. Per tacere delle piogge torrenziali. Nel solo stato di San Paolo, la quantità di arance prodotte è calata del 24%, raggiungendo i minimi storici degli ultimi 36 anni. Detto del clima, dal 2012 a oggi Messico e Stati Uniti stanno combattendo anche contro la malattia dell'inverdimento degli agrumi. Si tratta di una fitopatia trasmessa dallo psillide asiatico, un insetto, per la quale al momento non esistono ancora cure. È una malattia che provoca lo sviluppo di frutti amari, deformi, tutto fuorché commestibili e che, in definitiva, porta alla morte della pianta. 

Una buona parte degli agricoltori, nel frattempo, si è rimboccata le maniche piantando nuovi alberi. Ma secondo le stime, anche le più ottimistiche, la produzione non tornerà così presto ai ritmi di un tempo. L’oscillazione del prezzo del succo d’arancia, che a ottobre 2023 aveva superato quota 400 dollari per poi scendere a fine anno a 312, parrebbe insomma destinata a proseguire. Con tutte le conseguenze del caso sul prezzo finale, sebbene in Svizzera al momento non si registrino forti oscillazioni. Interrogata lo scorso novembre, ad esempio, Lidl aveva spiegato: «Se il prezzo delle materie prime aumenta, solitamente le opzioni sono due. La prima: trasferire l'aumento direttamente e per intero al consumatore.La seconda: assorbirne una parte noi stessi. Abbiamo scelto di sostenere una parte del costo aggiuntivo in modo che il cliente non debba pagare il prezzo pieno».

Se e fino a quando questa politica sarà possibile sul lungo periodo, in ogni caso, è tutto da verificare.