Ravenna

Sequestrato un sito che vendeva cuccioli a vip e calciatori

Meticci di bulldog francesi venivano spacciati come varianti rare - Determinante, per la loro promozione, il ruolo involontario di testimonial quali Francesco Totti, Radja Nainggolan e Federica Pellegrini
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Ats
14.06.2020 10:12

Cuccioli di bulldog francese spacciati come variante rara perché con manto di colori esotici tipo blu, grigio e lilla e per questo venduti a prezzi molto alti, anche 3.500 euro, ma che in realtà erano semplici meticci. Determinante, per la loro promozione, il ruolo involontario di vip come la nuotatrice Federica Pellegrini, o i calciatori Francesco Totti e Radja Nainggolan. O ancora il cantante Ignazio Boschetto del trio il Volo. La consegna dei cuccioli a questi personaggi famosi, così come i loro momenti di intrattenimento con gli animali, venivano fotografati e documentati con dei post. A delineare il quadro è la Procura di Ravenna che, come riporta la stampa locale, ha fatto scattare il sequestro preventivo delle pagine web legate all’attività commerciale «I cuccioli di Carlotta», società slovacca che per gli inquirenti ha sede in un capannone abbandonato. Il provvedimento, emesso dal Gip di Ravenna, è stato confermato dal Tribunale della città romagnola che ha rigettato la richiesta di riesame delle due persone indagate per frode commerciale in concorso: un 35.enne di Roma e la convivente, una coetanea slovacca.

La competenza sul caso si è radicata su Ravenna perché la prima delle vendite contestate è avvenuta a Cervia il 13 novembre 2018. Gli altri casi sono stati collocati a Malborghetto-Valbruna (Udine). Secondo i post pubblicati, dal primo gennaio al 6 ottobre 2019, la società era riuscita a consegnare 127 cuccioli di cui 114 in Italia. Le indagini dei carabinieri Forestali di Ravenna e del nucleo investigativo Soarda di Roma con la collaborazione della squadra Mobile ravennate, hanno portato finora al sequestro di cinque cuccioli e di tre vetture presumibilmente usate per il loro trasporto. I bulldog non appartenevano a nessuna variante «rara» ma erano meticci perché le caratteristiche sponsorizzate non risultano riconosciute dallo standard internazionale della razza. Secondo gli investigatori, i cuccioli venivano comprati tutto l’anno da una rete di allevatori in Slovacchia, dotati di microchip non riconducibile a nessun Paese e corredati di documentazione ritenuta fraudolenta. Sono in corso anche verifiche per capire quali danni alla salute dei cani possano derivare dalle possibili manipolazioni genetiche necessarie per ottenere i colori esotici.