Il caso

«Sì, ho esportato pezzi di ricambio per aerei in Russia»

Gal Haimovich, cittadino israeliano, ha «fregato» alcune società americane e sfruttato Paesi come gli Emirati e le Maldive per rifornire l’aviazione commerciale russa
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Marcello Pelizzari
14.09.2024 14:00

«Sì, lo ammetto». Gal Haimovich, proprietario israeliano di una non meglio precisata società di trasporto internazionale, si è dichiarato colpevole di aver cospirato per violare le sanzioni degli Stati Uniti contro la Russia. In che modo? Facilitando l'esportazione di pezzi di ricambio verso la Federazione Russa attraverso gli Emirati Arabi Uniti e le Maldive, secondo quanto scrive il portale specializzato CH Aviation. 

Nello specifico, Haimovich ha organizzato circa 160 spedizioni di merci sanzionate tra marzo 2022 e marzo 2023 stando alle informazioni raccolte dal Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti. L'uomo d'affari ha ammesso di aver ingannato le società statunitensi in merito alla vera destinazione dei pezzi di ricambio e di aver presentato una documentazione falsa alle autorità americane. Il volume degli scambi? Notevole: Haimovich ha fatturato ai clienti russi almeno 2 milioni di dollari di merce sotto sanzioni. 

I pezzi esportati, tra cui figuravano alcune parti con potenziale uso militare, quindi con un possibile uso diretto in Ucraina, venivano spedite dagli Stati Uniti a società di trasbordo negli Emirati Arabi Uniti e nelle Maldive e poi in Russia. E Haimovich, evidentemente, ne era consapevole: le e-mail citate nei documenti del tribunale dimostrano che l’uomo d’affari era stato esplicitamente istruito dai clienti russi a ingannare le società e le autorità statunitensi per «assicurarsi che il mittente effettivo non sapesse che il carico era destinato alla Russia». Fra i clienti identificati dalle autorità statunitensi figurava S7 Airlines. Il cui numero uno, tempo fa, aveva promesso che l’industria russa avrebbe sopperito alla mancanza di pezzi di ricambio, dovuta al divieto delle importazioni, iniziando a produrre «in casa» ciò che serve

Come parte del suo patteggiamento, Haimovich ha accettato la confisca di oltre 2 milioni di dollari in contanti e la sua scorta di pezzi di ricambio. L'udienza per la sentenza è prevista per il prossimo 22 novembre, scrive sempre CH Aviation. Secondo il suo profilo social, Haimovich è proprietario e amministratore delegato dell'azienda di logistica CTi TLV.  Quello portato alla luce dal Dipartimento di Giustizia americano non è il solo caso di dribbling, più o meno agile, delle sanzioni occidentale per far convogliare in Russia pezzi di ricambio di aerei. Di recente, il portale The Insider si era concentrato sulle attività di una società di Miami