Si suicidano per evitare la cattura? «Un nordcoreano si è fatto saltare in aria con una granata»
Sarebbero più di 3 mila le perdite tra i soldati nordcoreani schierati in Russia per combattere gli ucraini. Secondo il National Intelligence Service (NIS) della Corea del Sud, almeno 300 di loro sarebbero rimasti uccisi e circa 2.700 feriti.
Sulla base dell'analisi di un video dei combattimenti nella regione di Kursk, il NIS ha attribuito le «ingenti perdite» tra le truppe di Pyongyang alla loro «mancanza di comprensione della guerra moderna», incluso il loro «inutile» atto di sparare contro droni a lungo raggio. Di fatto, l'intelligence ritiene che la Russia stia usando le truppe asiatiche come «carne da cannone».
Questo non significa che vadano sottovalutate, anzi. Yuriy Bondar, che ha prestato servizio nell'80esima brigata d'assalto «Leoni della Galizia», ha affermato che la sua unità è stata una delle prime a scontrarsi con le truppe nordcoreane, parlando di uomini «estremamente resilienti, estremamente ben addestrati e moralmente stabili». Bondar ha spiegato che «il loro livello di competenza con le armi leggere è molto alto: dieci anni di servizio militare danno risultati. Il numero di droni delle forze di difesa che il nemico è riuscito ad abbattere usando solo armi leggere è davvero sorprendente». E ha aggiunto che secondo un comandante impegnato a Kursk, i combattenti del gruppo Wagner, che hanno impegnato gli ucraini nella prima fase della guerra, in confronto ai nordcoreani «sono solo bambini».
I servizi segreti di Seul, citati dall’agenzia di stampa Yonhap, hanno poi evidenziato come la Corea del Nord abbia intimato ai suoi uomini di suicidarsi per evitare di essere catturati vivi dall'esercito di Kiev. Questo andrebbe ad aggiungersi alle testimonianze ucraine sul fatto che i soldati asiatici vengano giustiziati dai loro compagni quando gravemente feriti o che i loro cadaveri vengano bruciati per nascondere le prove della presenza straniera nel conflitto.
Negli scorsi giorni, il Servizio di sicurezza dell'Ucraina (SBU) ha fatto sapere di aver fatto prigionieri e interrogato due nordcoreani che combattevano nella regione russa di Kursk. Uno di loro avrebbe raccontato di aver creduto che il suo arrivo in Russia fosse un addestramento, finché non si è ritrovato a combattere in guerra. La coscrizione nordcoreana prevede il servizio militare obbligatorio per un massimo di 10 anni a partire dall'età di 17 anni, lasciando ai giovani soldati poca libertà di scelta sul loro destino, ha denunciato la ong Human Rights Watch, sottolineando che l'impiego di soldati, che Pyongyang avrebbe inviato in cambio di tecnologie russe per programmi nucleari e bellici, nonché di petrolio, evidenzia come il governo nordcoreano sfrutti i propri cittadini per sostenere la militarizzazione e il controllo totalitario. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha spiegato come sia difficile prendere vivi gli asiatici, perché «le forze russe e altro personale militare nordcoreano di solito giustiziano i loro feriti per cancellare ogni prova del coinvolgimento della Corea del Nord nella guerra contro l'Ucraina».
Riguardo ai due uomini catturati, «uno di loro ha espresso il desiderio di rimanere in Ucraina. Il secondo vuole tornare in Corea», ha fatto sapere Zelensky. Il leader ucraino ha pure diffuso un filmato dell'interrogatorio a uno dei prigionieri, evidenziando che Kiev sta verificando tutti i dettagli per mostrare al mondo «la verità su come la Russia sta sfruttando queste persone, cresciute in un vuoto informativo totale, totalmente ignare dell'Ucraina, e che vengono usate dalla Russia solo per prolungare e intensificare questa guerra». La difficoltà nel catturare vivi i soldati di Pyongyang sarebbe resa ulteriormente complicata dalla misura estrema dei suicidi, commessi pure con ordigni esplosivi.
Questa settimana, i combattenti ucraini, ispezionando i corpi di alcuni soldati nordcoreani uccisi, hanno riferito di averne trovato uno ancora vivo che ha preferito uccidersi piuttosto che essere catturato. Stando a un video pubblicato sui social media dalle Forze per le operazioni speciali, l’uomo si sarebbe fatto saltare in aria con una granata, rischiando di ferire gli ucraini lì presenti, i quali, stando a Kiev, sarebbero però usciti illesi dall'esplosione. I rapporti di intelligence e le testimonianze dei disertori, concordano sul fatto che alcuni soldati di Pyongyang stiano ricorrendo a misure estreme.
La Reuters è riuscita a parlare con un uomo identificato semplicemente con il nome di Kim per proteggere la sua famiglia. Si tratta di un disertore ed ex soldato nordcoreano di 32 anni, entrato in contatto con l’agenzia di stampa britannica tramite l'associazione per i diritti umani NK Imprisonment Victims' Family Association, con sede a Seul. La fonte ha spiegato che i soldati «hanno lasciato casa per andare a combattere, hanno subito il lavaggio del cervello e sono davvero pronti a sacrificarsi per Kim Jong Un».
Secondo Uk Yang, un'analista della difesa presso l'Asan Institute of Policy Studies, i suicidi di soldati o spie non solo dimostrano lealtà al regime di Kim Jong Un, ma sono anche un modo per proteggere le proprie famiglie rimaste a casa. Il presidente Zelensky, dopo la cattura dei due soldati nel Kursk, ha dichiarato che Kiev sarebbe pronta a consegnare i nordcoreani al leader Kim Jong Un chiedendo in cambio di facilitare lo scambio con gli ucraini tenuti prigionieri in Russia. Tuttavia, per alcuni soldati asiatici, essere catturati e rimandati a Pyongyang sarebbe un destino peggiore della morte. Il disertore nordcoreano Kim ha spiegato alla Reuters che «diventare prigionieri di guerra significa tradimento. Essere catturati significa essere traditori. Tenere da parte ultimo proiettile: è di questo che parliamo nell'esercito».
Il suicidio di combattenti coinvolti nella guerra in Ucraina non sarebbe comunque una novità. L'analista militare Ruslan Leviev, fondatore della organizzazione investigativa indipendente Conflict Intelligence Team, ha riferito a Meduza che già prima dell'arrivo dei nordcoreani alcuni russi sono ricorsi a tale pratica estrema, la quale «è stata persino glorificata sulla televisione di Stato, con strani guru che andavano da Vladimir Solovyov (il conduttore televisivo del canale Russia 1, ndr) a dire cose come: "Se sei circondato, è meglio ucciderti perché è onore, è coraggio, è orgoglio. Essere presi prigionieri è vergognoso. Quindi è meglio uccidersi». Dunque è possibile che l'esercito nordcoreano sia stato istruito secondo questa visione, promossa e accettata dalla propaganda del Cremlino.
Tuttavia, ha evidenziato Leviev, i casi di suicidio tra i soldati russi non sarebbero collegati all'essere circondati dagli ucraini e al non voler essere catturati, ma piuttosto al fatto che un uomo ferito, rendendosi conto di non poter essere salvato, preferisca porre fine in fretta alle proprie sofferenze, facendosi esplodere o sparandosi, piuttosto che morire lentamente e dolorosamente.
Il fondatore del Conflict Intelligence Team ha pure giudicato una «sciocchezza» la tesi ucraina secondo cui i corpi dei nordcoreani verrebbero dati alle fiamme per nascondere le prove della loro presenza in Russia.