Il patrimonio

Silvio Berlusconi, se si parla già di eredità

I giornali italiani fanno i calcoli: almeno 3 miliardi in azioni saranno divisi fra i figli — Ma una divisione equa potrebbe causare una rottura: Marina e Pier Silvio potrebbero perdere il controllo di Fininvest e Mediaset
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Giacomo Butti
12.06.2023 17:30

I numeri differiscono. Centinaia di milioni in più, centinaia di milioni in meno. Ma le liste dei paperoni di Bloomberg e Forbes sono d'accordo: Silvio Berlusconi era fra le 400 persone più ricche al mondo. Posizione 303, per l'esattezza, secondo Bloomberg: 7,56 miliardi di dollari il suo patrimonio stimato. Posizione 352, invece, secondo Forbes, con 6,9 miliardi. Quanto sono affidabili questi numeri? La stima pubblicata questa mattina dalla Repubblica, che alla notizia della morte dell'86.enne ha stilato una lista della sua fortuna, è più cauta. Parliamo di un patrimonio che supera i 3,6 miliardi di euro (stima per difetto, ammette il quotidiano italiano). A giustificare la somma, le partecipazioni quotate in Borsa per 2,9 miliardi di euro di MFE-MediaForEurope (il nuovo nome del Gruppo Mediaset), Banca Mediolanum e Arnoldo Mondadori Editore; e a queste vanno sommate la squadra di calcio del Monza e il Teatro Manzoni di Milano, più le altre società controllate dalla holding di Fininvest. Ma non finisce qui. Proprietà immobiliare, ville, tre jet e un elicottero, più gli investimenti in aziende digitali come Satispay e Soldo (società attive nel settore dei pagamenti online via mobile) e tanto, tanto altro ancora.

Il ruolo della famiglia

Ma ora che cosa succederà? Berlusconi, pur garantendo ai figli posizioni importanti nel suo impero — si pensi, ad esempio, a Marina alla presidenza di Fininvest e Mondadori, o a Pier Silvio amministratore delegato di Mediaset (MFE-MediaForEurope) —, giocava ancora la parte del leone. Di Fininvest, riportano i media italiani, Berlusconi aveva mantenuto il 61,2%. A Marina e Pier Silvio il 7,65% ciascuno, mentre Barbara, Eleonora e Luigi detengono invece un pacchetto del 21,42%, custodito attraverso la Holding Quattordicesima, il cui capitale è equamente distribuito un terzo per ognuno (7,14% a testa).

E qui, speculano i giornali italiani, arriva il problema. Sino ad ora, i ruoli dei figli erano ben definiti e a Marina e Pier Silvio (avuti con la prima moglie, Carla Elvira Lucia Dall'Oglio) andava la fetta più grande e la guida dei gruppi principali. Ma le cose potrebbero cambiare. Se, per ipotesi, il famoso 61,2% dovesse essere diviso in parti uguali tra i figli, Barbara, Eleonora e Luigi (avuti con Veronica Lario) si ritroverebbero con un 12,24% a testa in più di Fininvest. Tradotto: il trio avrebbe il controllo di più del 58% della holding, mentre Marina e Pier Silvio rimarrebbero con un 19,9% ciascuno. E già in Italia ci si chiede: un eventuale cambio di equilibri porterebbe a una guerra all'interno dei gruppi?

L'ipotesi

Ma non è detto che tutto venga diviso equamente. La legge italiana prevede che, in assenza di un coniuge, almeno due terzi dell'eredità siano divisi equamente fra i figli, con la parte restante disponibile per altre suddivisioni in base alle volontà testamentarie. Di questo 61,2% di quote Fininvest, insomma, almeno il 40,8% finirà sicuramente diviso in modo equo fra i cinque figli di Berlusconi. Marina e Pier Silvio si ritroverebbero con il 15,81% a testa (31,62% insieme), mentre Barbara, Eleonora e Luigi sarebbero in possesso, ognuno, del 15,3%, con un totale del 45,9%. È facile intuire come, in questo caso, sarà il terzo rimanente — il 20,4% del capitale di quota disponibile nelle libere scelte testamentarie di Silvio — a decidere chi avrà il controllo della maggioranza del capitale berlusconiano. È possibile, evoca la Repubblica, che le volontà del fondatore, oltre che all'assegnazione delle quote azionarie, riguardino anche un sistema di regole per la gestione del governo societario. Una soluzione, questa, che limiterebbe il rischio di scontri fra figli: una rottura che avrebbe conseguenze anche sull'integrità del gruppo.

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