Sono almeno 160 le delegazioni straniere

Secondo una delle più antiche consuetudini della Chiesa cattolica, i giorni di lutto per la morte del Papa sono nove, i cosiddetti «Novendiali», scanditi da celebrazioni in suffragio del pontefice, la prima delle quali è proprio la messa esequiale sul sagrato della Basilica di San Pietro. In ciascuno dei giorni successivi, alle liturgie sarà presente un gruppo diverso, rappresentativo del ministero del Papa. Domani ci sarà la messa per i dipendenti e i fedeli della Città del Vaticano, presieduta dal cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato. Lunedì 28, la celebrazione per la Chiesa di Roma con il cardinale Baldassare Reina, vicario generale per la diocesi di Roma. Martedì 29, la messa per i Capitoli delle basiliche papali, con il cardinale Mauro Gambetti, arciprete della Basilica di San Pietro. Mercoledì 30 (ripetuta domenica 4 maggio), la messa nella Cappella papale con i soli cardinali, presieduta da Leonardo Sandri, vicedecano del sacro Collegio, e Dominique Mamberti, protodiacono. Giovedì 1° maggio, la messa per la Curia romana con il cardinale Kevin Farrell, camerlengo di Santa Romana Chiesa. Venerdì 2, la liturgia per le Chiese orientali, con il cardinale Claudio Gugerotti, già prefetto del Dicastero per le Chiese orientali. Sabato 3, infine, la messa per gli istituti di vita consacrata e società di vita apostolica, con il cardinale Ángel Fernández Artime, già proprefetto dello stesso Dicastero.
In prima fila Milei e Mattarella
Sono 160 almeno le delegazioni straniere che fino a ieri sera avevano confermato la propria presenza ai funerali del Papa, tra cui 50 capi di Stato eletti e dieci sovrani. L’ordine delle sedute sul sagrato dalla Basilica vaticana, a destra dell’altare guardando la facciata, prevede al posto d’onore la delegazione del Paese natale, l’Argentina, guidata dal presidente Javier Milei. Quindi quella italiana, con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e la figlia Laura e la presidente del consiglio Giorgia Meloni. Poi i regnanti cattolici nell’ordine alfabetico del Paese (ma in francese): re Filippo del Belgio, la regina Maria di Danimarca, re Felipe di Spagna, il principe di Monaco Alberto, il re di Svezia Carlo Gustavo. Dietro i capi di Stato, sempre in ordine alfabetico francese del Paese. Tra i presenti, il tedesco Frank-Walter Steinmeier con il cancelliere Olaf Scholz; il brasiliano Lula da Silva; Donald Trump; Emmanuel Macron; l’ungherese Tamas Sulyok con il primo ministro Viktor Orbàn; Volodymyr Zelensky potrebbe invece non esserci. Per l’UE sono annunciati il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa, Ursula von der Leyen e la presidente dell’Europarlamento Roberta Metsola. Il segretario generale Antonio Guterres rappresenta l’ONU mentre per la Cina è presente il vicepresidente Chen Chin-Jen.
In piazza la Salus Populi Romani
L’icona della Salus Populi Romani, la Madonna venerata da papa Francesco e custodita nella Basilica di Santa Maria Maggiore, è esposta oggi in piazza San Pietro in occasione dei funerali del pontefice. Si crea così una sorta di «filo rosso» tra i due luoghi nei quali si svolge il rito delle esequie: quello della celebrazione e quello del rito della tumulazione, che avverrà appunto a Santa Maria Maggiore, dove il feretro del Papa giungerà al termine di un corteo funebre a passo d’uomo. Un corteo che attraverserà i luoghi-simbolo della capitale italiana, come il Colosseo e l’Altare della Patria.
Come è stata scelta la sepoltura
«La Madonna ha indicato al Papa il luogo della sepoltura e lo stesso pontefice mi disse: “Sono felice che non si è dimenticata di me”». Lo ha rivelato ieri il cardinale Rolandas Mackrikas, arciprete coadiutore della Basilica di S. Maria Maggiore parlando della chiesa dove sarà tumulata la salma di Francesco. «Il Papa - ha detto il porporato nel corso di un incontro con la stampa - ha scelto un posto umile come era lui. Inizialmente, però, non era convinto di scegliere la chiesa della Salus Populi Romani per la sua sepoltura. Dopo ci ripensò. Chiamò il commissario straordinario della basilica e gli disse: “La Madonna mi ha detto, preparati la tomba, sono molto felice che la Madonna non mi ha dimenticato”». È stato lo stesso cardinale Mackrikas a occuparsi in seguito, e in prima persona, di tutte le operazioni relative alla realizzazione della tomba.