Guerra

Sostegno all'Ucraina, in Europa c'è ottimismo sulle intenzioni di Trump

Secondo alcuni funzionari europei, il team del presidente USA sembra interessato a mantenere gli aiuti a Kiev: questo, insieme all'inasprimento delle sanzioni, potrebbe costringere Mosca a negoziare
© ALEXEY NIKOLSKY/SPUTNIK/KREMLIN / POOL
Red. Online
14.01.2025 19:15

A pochi giorni dall’insediamento ufficiale di Donald Trump alla Casa Bianca, gli europei sembrano più ottimisti sul fatto che il presidente eletto degli Stati Uniti non volterà le spalle all’Ucraina. Nonostante le affermazioni durante la campagna elettorale e la sua avversione ai miliardi di dollari in aiuti militari elargiti a Kiev, gli alleati dell’Ucraina vedono sempre più difficile che il tycoon possa costringere Volodymyr Zelensky a negoziati prematuri che possano favorire Vladimir Putin.

Diversi funzionari europei, a cui è stato garantito l’anonimato da Bloomberg, si sono detti fiduciosi sulle intenzioni di Trump dopo una serie di colloqui privati ​​tra i membri del team del presidente USA e i partner della NATO. Negli incontri a porte chiuse si sarebbe discusso sul continuo sostegno all’Ucraina anche dopo la presidenza di Joe Biden, con gli aiuti destinati a Kiev che servirebbero a portare il Paese devastato dalla guerra in una posizione di forza prima che abbiano luogo eventuali negoziati di pace.

I membri del team di Trump sembrano intenzionati a evitare che il nuovo leader degli Stati Uniti, voltando le spalle a Kiev, subisca un’umiliazione paragonabile al caotico ritiro del presidente Joe Biden dall’Afghanistan. Inoltre vorrebbero scongiurare una vittoria della Russia, la quale potrebbe incoraggiare la Cina a considerare mosse più aggressive.

A meno di una settimana dal giuramento come 47esimo presidente degli Stati Uniti, non è ancora chiaro come Trump intenda gestire la guerra in Ucraina. Gli stessi funzionari citati da Bloomberg, hanno sottolineato come sul tavolo, ad oggi, ci siano solo proposte, ma ancora nessun progetto concreto.

Oltre ai vari incontri a porte chiuse, ci sono stati altri segnali che farebbero ben sperare gli alleati di Kiev. La premier italiana Giorgia Meloni, sostenitrice dell'Ucraina, negli scorsi giorni ha rafforzato il suo legame con Donald Trump, con una visita nella lussuosa tenuta di Mar-a-Lago, in Florida. Il tycoon ha speso parole di grande apprezzamento nei confronti della leader di Fratelli d'Italia, mentre Meloni ha affermato che un disimpegno dall'Ucraina non è previsto, sottolineando l'importanza della strategia di rafforzare Kiev prima dei negoziati: «L'unico modo per costringere la Russia a sedersi al tavolo dei colloqui è creare una situazione difficile per loro. Trump ha la capacità di usare sia la diplomazia che la deterrenza e mi aspetto che ciò accada anche questa volta», ha dichiarato la presidente del Consiglio dopo la trasferta statunitense.

Il generale Keith Kellogg, inviato speciale per l'Ucraina e la Russia designato da Trump, ha recentemente riferito a Fox News che vorrebbe fosse trovata una soluzione nei primi 100 giorni di lavoro della nuova amministrazione USA. Kellogg negli scorsi mesi aveva proposto un piano che prevedeva il mantenimento del supporto all'Ucraina per negoziare da una posizione di forza, nonché il congelamento dell'attuale linea del fronte e la creazione di una zona demilitarizzata, rimandando la questione dell'adesione dell'Ucraina alla NATO.

Il ministro degli Esteri britannico David Lammy ha però dichiarato alla BBC che una rapida risoluzione della guerra ora è «improbabile», con la tabella di marcia che «si è spostata più verso Pasqua». Il politico britannico ha pure affermato che non vi è «alcuna prova che Putin voglia sedersi al tavolo» dei negoziati. Le forze armate russe stanno infatti avanzando e conquistando territori nell'Ucraina orientale e Mosca non sembra voler fermarsi prima di consolidare la sua posizione del Donbass.

Sul tavolo ci sarebbe pure l’ipotesi di un incontro tra Donald Trump e Vladimir Putin. Secondo il presidente USA sarebbe stato proprio il leader del Cremlino a chiedergli un colloquio, con Svizzera e Serbia che hanno già manifestato il loro interesse a ospitare un vertice di pace.

Al di là delle proposte e delle intenzioni di Trump, i leader europei sembrano sempre più convinti che un accordo per porre fine alla guerra possa arrivare entro i prossimi mesi: la speranza è che l'inasprimento delle sanzioni contro Mosca (settimana scorsa USA e Regno Unito hanno imposto le restrizioni più aggressive all'industria petrolifera russa da quando è iniziata la guerra, ndr) e il continuo sostegno militare a Kiev portino a danni economici troppo elevati per la Russia, costringendola a negoziare con Kiev.

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