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Sotto la lente dell'Aja le conseguenze legali dell'occupazione dei territori palestinesi

Alla Corte internazionale di giustizia si stanno tenendo delle udienze per valutare politiche e pratiche israeliane – La furia di Netanyahu: «Non riconosciamo la legittimità del dibattito» – TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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Sotto la lente dell'Aja le conseguenze legali dell'occupazione dei territori palestinesi
Red. Online
19.02.2024 06:29
20:42
20:42
«Rawhi Mushtaha è il possibile sostituto di Sinwar»

All'indomani delle dichiarazioni del ministro della difesa Yoav Gallant secondo cui Hamas ''cerca un sostituto di Sinwar'' (il suo leader a Gaza), la televisione pubblica israeliana Kan è tornata sull'argomento affermando che Hamas prende effettivamente in considerazione l'eventualità di dover scegliere un nuovo leader se Sinwar fosse ucciso dall'esercito israeliano. Il suo successore, secondo l'emittente, potrebbe essere Rawhi Mushtaha, un dirigente politico di Hamas che Israele riteneva di aver ucciso in un bombardamento all'inizio della guerra e che invece è riuscito a sfuggire a quell'attacco.

Secondo Kan Sinwar e Mushtaha sono stati compagni di cella durante una lunga prigionia in Israele e furono rilasciati assieme quando Israele liberò oltre mille detenuti palestinesi in cambio del soldato Gilad Shalit. Mushtaha, ha aggiunto la televisione, è stato a lungo considerato a Gaza il braccio destro di Sinwar ed è possibile che mantenga tuttora legami con la leadership del movimento all'estero.

19:34
19:34
Esperti ONU: «Ragazze palestinesi detenute vittime di stupri e violenze»

«Siamo particolarmente angosciati dalle notizie secondo cui le donne e le ragazze palestinesi in detenzione sono state anche sottoposte a molteplici forme di violenza sessuale, come essere state spogliate nude e perquisite da ufficiali maschi dell'esercito israeliano. Secondo quanto riferito, almeno due detenute palestinesi sono state violentate, mentre altre sarebbero state minacciate di stupro e violenza sessuale».

Lo riporta l'Ohchr, l'Ufficio delle Nazioni Unite per i rifugiati, citando le «accuse credibili di gravi violazioni dei diritti umani» espresse da esperti dell'Onu.

Secondo le informazioni di Reem Alsalem, relatore speciale sulla violenza contro le donne e le ragazze, Francesca Albanese, relatrice speciale sulla situazione dei diritti umani nei Territori palestinesi occupati dal 1967 (al centro di forti polemiche con Israele) e altre esperte del gruppo di lavoro sulla discriminazione contro donne e ragazze, c'è anche «seria preoccupazione per la detenzione arbitraria di centinaia di donne e ragazze palestinesi a Gaza e in Cisgiordania dal 7 ottobre».

Secondo quanto riferito, molte sono state sottoposte a trattamenti inumani e degradanti, sono state private di assorbenti, cibo e medicine e sono state duramente picchiate: in almeno un'occasione, riporta l'Ohchr sul suo sito, «le donne palestinesi detenute a Gaza sarebbero state tenute in una gabbia sotto la pioggia e al freddo, senza cibo».

«Siamo scioccati dalle notizie sugli attacchi deliberati e sulle uccisioni extragiudiziali di donne e bambini palestinesi nei luoghi in cui hanno cercato rifugio o durante la fuga. Secondo quanto riferito, alcuni di loro avevano con sé pezzi di stoffa bianca quando sono stati uccisi dall'esercito israeliano o dalle forze affiliate», hanno detto gli esperti.

18:50
18:50
Il Brasile convoca l'ambasciatore in Israele

Il ministro degli Esteri del Brasile, Mauro Vieira, ha convocato per consultazioni l'ambasciatore israeliano a Brasilia, Daniel Zonshine.

La decisione, riferisce il ministero in una nota, è motivata dalla «gravità delle dichiarazioni del governo israeliano rese questa mattina» nell'ambito della crisi scaturita dopo le dichiarazioni del presidente Luiz Inácio Lula da Silva, che ha paragonato la campagna militare israeliana a Gaza - intrapresa dopo gli attacchi di Hamas dello scorso 7 ottobre - all'azione di Adolf Hitler e all'Olocausto.

18:49
18:49
Netanyahu: «Anche la Knesset voti contro uno Stato palestinese»

Dopo aver ottenuto ieri l'approvazione all'unanimità del governo ad una risoluzione che esprime l'opposizione di Israele «ad ogni tentativo di imporci in maniera unilaterale uno Stato palestinese», il premier Benjamin Netanyahu intende sottoporre ora la stessa risoluzione anche alla Knesset nella convinzione che otterrà l'approvazione «della grande maggioranza dei deputati».

In un discorso alla nazione, Netanyahu ha detto: «Tutti sanno che sono stato io ad impedire per decenni la costituzione di uno Stato palestinese, che metterebbe in pericolo la nostra esistenza. La mia posizione era ed è rimasta chiara. E si è ulteriormente rafforzata dopo la strage terribile del 7 ottobre».

Il premier ha ribadito che, «con o senza un accordo», Israele manterrà un controllo totale di sicurezza sull'intera area compresa fra il fiume Giordano ed il mar Mediterraneo, ''incluse la Giudea-Samaria (Cisgiordania) e la Striscia di Gaza''.

18:33
18:33
Borrell: «Sono 26 i Paesi UE che chiedono una pausa umanitaria a Gaza»

«Oggi 26 Paesi dell'UE concordano sulla necessità di una pausa umanitaria immediata a Gaza che porti a una tregua sostenibile e chiedono che non ci sia una operazione militare a Rafah». Lo dice l'alto rappresentante UE Josep Borrell dopo il consiglio affari esteri.

«I ministri hanno inoltre chiesto di rispettare i diritti umani e rispettare la sentenza della corte di giustizia dell'Aia: Israele deve fare di più per gli aiuti umanitari e assistere la popolazione».

17:04
17:04
«Bombardamento di Israele a sud di Beirut»

Si è verificato poco fa un bombardamento israeliano a sud di Beirut. Lo riferiscono media e social media, pubblicando immagini della densa colonna di fumo che si leva dalla costa mediterranea, nei pressi di Ghaziye, vicino Sidone, 40 km a sud della capitale.

Secondo le prime informazioni, l'aviazione israeliana ha condotto due raid aerei nella zona di Ghaziye. Sono stati colpiti due capannoni, indicati dai media locali come appartenenti ad una vicina fabbrica di generatori elettrici.

Il bilancio del raid è di almeno otto feriti, riferiscono fonti mediche citate dai media libanesi, secondo cui sono tutti civili e nessuno di loro è in pericolo di morte.

Il bombardamento ha causato un incendio che deve essere ancora domato dai vigili del fuoco. Nell'area sono accorsi diversi mezzi di soccorso della protezione civile e della Croce Rossa libanese.

16:55
16:55
«Uccisi 12 mila terroristi di Hamas a Gaza»

«Il numero dei terroristi uccisi dall'inizio dell'operazione a Gaza è di 12mila». Lo riferisce la radio militare israeliana aggiungendo che in base ai dati attuali il rapporto tra miliziani uccisi e civili è 1 a 1.5.

Oggi un esponente di Hamas aveva parlato di circa 6000 miliziani uccisi durante la guerra a Gaza, fornendo per la prima volta un dato che - sugli oltre 29mila morti complessivi dichiarati fino ad adesso dal ministero della Sanità della fazione islamica - distingue tra miliziani morti e civili.

16:41
16:41
«Gli USA valutano l'invio di bombe e altre armi a Israele»

Gli Stati Uniti stanno valutando l'invio di bombe e altre armi a Israele in base a un accordo vigente fra i due Paesi da tempo, e che prevede un adeguamento dell'assistenza militare a Israele in base ai suoi bisogni. L'accordo prevede che il presidente notifichi al Congresso l'invio ma non richiede l'approvazione da parte di Camera e Senato. Lo riporta NBC citando alcune fonti, secondo le quali non c'è nulla di finalizzato sull'invio.

16:09
16:09
«Con gli attacchi degli Houthi i ricavi nel Canale di Suez sono crollati del 40-50%»

Il presidente dell'Egitto, Abdel Fattah al-Sisi, ha dichiarato che come conseguenza degli attacchi degli Houthi alle navi del Mar Rosso, i ricavi del Canale di Suez sono crollati del 40-50% dall'inizio dell'anno.

I raid dei ribelli yemeniti filoiraniani hanno infatti spinto molti armatori a decidere di circumnavigare il continente africano piuttosto che rischiare di percorrere il Mar Rosso e il Canale di Suez, per i quali transita di norma dal 12 al 15% del traffico marittimo mondiale, secondo dati dell'Unione europea.

«Voi vedete cosa succede alle nostre frontiere con Gaza, vedete il Canale di Suez che frutta all'Egitto più di 10 miliardi di dollari l'anno e gli introiti che sono crollati dal 40-50%, mentre l'Egitto deve continuare a pagare imprese e partner», ha dichiarato Sisi in una conferenza stampa insieme a rappresentanti di compagnie petrolifere.

Secondo le Nazioni Unite, il volume dei transiti commerciali attraverso il canale è diminuito del 42% negli ultimi due mesi, con ripercussioni sull'intero commercio mondiale, mentre il numero di navi portacontainer che percorre il corso d'acqua settimanalmente è crollato del 67% su base annuale. Il transito di petroliere è diminuito del 18%, quello delle navi che trasportano sementi o carbone del 6% mentre il trasporto di gas è azzerato, sempre secondo l'Onu.

15:34
15:34
Smotrich: «Netanyahu cancelli gli Accordi di Oslo»

Il ministro delle finanze israeliano e leader di destra radicale Bezalel Smotrich ha chiesto al premier Benjamin Netanyahu, a fronte della discussione in corso alla Corte all'Aja, di «cancellare unilateralmente gli Accordi di Oslo».

«Facci appello al premier - ha detto Smotrich, che è leader di 'Sionismo religioso' - perché annunci esplicitamente che misure unilaterali vogliono misure unilaterali di fronte a qualsiasi passo intrapreso contro il Paese».

«Israele - ha aggiunto - agirà unilateralmente per cancellare gli Accordi di Oslo, per fermare immediatamente e completamente tutti i fondi da trasferire all'Autorità nazionale palestinese e per scioglierla completamente».

15:10
15:10
«Non riconosciamo la legittimità del dibattito in corso all'Aja»

«Israele non riconosce la legittimità del dibattito alla Corte dell'Aja circa la cosiddetta 'legalità dell'occupazione'». Lo ha detto il premier Benjamin Netanyahu secondo cui «è una iniziativa che tende a colpire il diritto di Israele a difendersi da minacce esistenziali».

«Il dibattito all'Aja fa parte di un tentativo palestinese di dettare i risultati di uno status politico senza trattative. Continueremo a respingere questo tentativo e il governo - ha concluso - è unito».

15:00
15:00
Udienze all'Aja sulle conseguenze legali dell'occupazione dei territori palestinesi

A partire da oggi, la Corte internazionale di giustizia (Cig) dell'Aja terrà udienze sulle conseguenze legali dell'occupazione israeliana dei territori palestinesi dal 1967, con la partecipazione di un numero senza precedenti di 52 Paesi, tra Nazioni tra cui Stati Uniti, Russia e Cina, che si rivolgeranno ai giudici in una sessione che durerà una settimana presso il Palazzo della Pace, sede del tribunale Onu. Il ministro degli Esteri palestinese, Riyad Al-Malki, ha dichiarato alla Corte che il suo popolo sta soffrendo «colonialismo e apartheid» sotto l'occupazione israeliana, mentre i giudici ne valutano le conseguenze legali.

«I palestinesi hanno sopportato il colonialismo e l'apartheid... C'è chi è infuriato per queste parole. Dovrebbero essere infuriati per la realtà che stiamo soffrendo», ha detto Al-Malki.    Nel dicembre 2022, l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha chiesto alla Corte internazionale di giustizia un «parere consultivo» non vincolante sulle «conseguenze legali derivanti dalle politiche e dalle pratiche di Israele nei territori palestinesi occupati, compresa Gerusalemme est».

Sebbene qualsiasi opinione della corte non sia vincolante, essa arriva nel mezzo di una crescente pressione legale internazionale su Israele per la guerra a Gaza. Le udienze sono separate dal caso portato dal Sud Africa, secondo cui Israele starebbe commettendo atti di genocidio durante l'attuale offensiva nella Striscia.

In questo caso, a gennaio la Cig ha stabilito che Israele deve fare tutto ciò che è in suo potere per prevenire il genocidio e consentire l'arrivo degli aiuti umanitari a Gaza. Venerdì il tribunale ha invece respinto la proposta del Sudafrica di imporre ulteriori misure a Israele.

13:44
13:44
Lula cerca di rimediare

Il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva, nella bufera con Tel Aviv dopo aver paragonato le azioni israeliane contro i palestinesi nella Striscia di Gaza all'Olocausto nazista, cerca di rimediare e ribadendo la sua condanna all'attacco di Hamas dell'ottobre scorso.

«Il presidente Lula condanna gli atti terroristici di Hamas del 7 ottobre. Lo ha fatto più volte. Ed è contrario ad una reazione sproporzionata e alla sofferenza delle donne e dei bambini nella Striscia di Gaza», si legge in una nota del Planalto divulgata nella notte.

Secondo fonti del ministero degli Esteri, il governo brasiliano cercherà di «non aggravare» la tensione con Tel Aviv, che ha già dichiarato Lula «persona non grata», a due giorni dall'inizio del G20. E il capo dello Stato oggi dovrebbe analizzare la situazione direttamente con il ministro Mauro Vieira.

Alla riunione dei capi delle diplomazie del G20, fissata per mercoledì 21 e giovedì 22 febbraio a Rio de Janeiro, è prevista la partecipazione, tra gli altri, del Segretario degli esteri Usa Antony Blinken, e del ministro russo Sergei Lavrov, nel primo incontro dopo la morte dell'oppositore del Cremlino, Alexej Navalny.

12:38
12:38
«Attacco missilistico ad un cargo statunitense»

Una nave mercantile di proprietà degli Stati Uniti ha segnalato un «attacco missilistico» al largo dello Yemen e ha chiesto assistenza militare: lo ha reso noto la società di sicurezza marittima Ambrey.

«Una nave portarinfuse battente bandiera greca e di proprietà degli Stati Uniti ha chiesto assistenza militare dichiarando un attacco missilistico», ha affermato la Ambrey. La nave ha comunicato che «l'equipaggio era illeso», ha aggiunto.

11:50
11:50
Israele dichiara Lula «persona non grata»

Israele ha dichiarato il presidente del Brasile Luiz Inácio Lula da Silva 'persona non grata' per le sue accuse a Israele di aver compiuto un genocidio a Gaza paragonando l'operazione israeliana nella Striscia alle azioni di Adolf Hitler e all'Olocausto. Lo riporta il Guardian.

Dopo aver convocato l'ambasciatore del Brasile, il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz ha affermato che "non dimenticheremo né perdoneremo. È un grave attacco antisemita. A nome mio e dei cittadini israeliani, dite al presidente Lula che è persona non grata in Israele finché non si riprenderà la situazione".

11:45
11:45
«Superati i 29 mila morti da inizio guerra a Gaza»

Il ministero della Sanità della Gaza, gestito da Hamas, ha affermato che almeno 29.092 persone sono state uccise nel territorio palestinese durante la guerra tra militanti e Israele. Un totale di 107 persone sono morte nelle ultime 24 ore e 69.028 persone sono rimaste ferite dallo scoppio della guerra il 7 ottobre, si aggiunge in una nota.

10:01
10:01
Hamas: «Finora uccisi 6 mila nostri combattenti a Gaza»

Hamas stima di aver perso 6.000 combattenti durante i quattro mesi di guerra a Gaza, la metà dei 12.000 che Israele afferma di aver ucciso. Lo ha detto un funzionario dei miliziani palestinesi in Qatar alla Reuters, che lo riporta sul suo sito web.

Secondo il funzionario, Hamas può continuare a combattere ed è preparato per una lunga guerra a Rafah e Gaza. «Le opzioni di Netanyahu sono difficili e anche le nostre lo sono. Può occupare Gaza ma Hamas è ancora in piedi e combatte. Non ha raggiunto i suoi obiettivi di uccidere la leadership di Hamas o annientare Hamas», ha aggiunto.

10:00
10:00
«I coloni israeliani compiono atti terroristici in Cisgiordania, è ora di imporre sanzioni»

«Se vogliamo avere credibilità dobbiamo denunciare la situazione in Cisgiordania, dove avvengono azioni terroristiche contro la popolazione palestinese: ho chiesto agli Stati membri di sanzionare i coloni violenti ma non abbiamo ancora trovato l'unanimità, vediamo cosa avranno da dire i ministri oggi». Lo ha detto l'alto rappresentante Ue Josep Borrell arrivando al consiglio affari esteri.

06:43
06:43
«Non è nostro dovere ripulire il caos creato da Israele»

Il ministro degli Esteri giordano Ayman Safadi ha dichiarato che Israele è responsabile dello sfollamento di milioni di persone nella Striscia di Gaza e che la Giordania «non dovrebbe essere responsabile di ripulire il caos» creato dallo Stato ebraico consentendo alle persone di entrare nei suoi confini.

«Quello che vediamo a Gaza è una guerra devastante, omicidi di massa, distruzione dei mezzi di sussistenza di due milioni di persone, distruzione di ospedali, uccisione di giornalisti, medici e operatori umanitari: dobbiamo inquadrare le cose nel giusto contesto», ha detto ieri sera Safadi in un'intervista fatta al termine della Conferenza sulla sicurezza di Monaco e citata dalla Cnn.

06:40
06:40
Il punto alle 6.00

Hamas ha definito la decisione di Israele di limitare l'accesso degli arabi alla Spianata delle moschee durante il Ramadan – approvata ieri da Benjamin Netanyahu – «una violazione della libertà di culto» e ha invitato i palestinesi a «mobilitarsi, a marciare ed essere presenti nella moschea di al-Aqsa», che si trova nel complesso religioso di Gerusalemme. In un comunicato citato dai media internazionali, il movimento islamista ha affermato che la mossa dello Stato ebraico «indica l'intenzione dell'occupazione di intensificare la sua aggressione contro la moschea di al-Aqsa durante il mese di Ramadan» e rappresenta «un'intensificazione del crimine sionista e della guerra religiosa guidata dal gruppo di coloni estremisti del governo terrorista d'occupazione». Hamas ha fatto quindi appello ai palestinesi che vivono nei «territori occupati», a Gerusalemme e in Cisgiordania «a respingere questa decisione criminale e a resistere all'arroganza dell'occupazione». Il gruppo al potere nella Striscia di Gaza ha inoltre avvertito che la limitazione dell'accesso alla moschea «non avverrà senza responsabilità».

Anche un membro della Knesset israeliana, Ahmad Tibi, ha definito la decisione di Netanyahu di limitare l'accesso alla moschea di al-Aqsa una «palese violazione della libertà di culto». In una dichiarazione condivisa sui social media, Tibi ha descritto Netanyahu come un «prigioniero» del «terrorista condannato Ben-Gvir» (il ministro della Sicurezza nazionale israeliano) e ha affermato che «è tempo che il presidente Biden imponga sanzioni allo stesso Ben-Gvir». Tibi ha aggiunto che «il divieto per i musulmani di pregare nella moschea durante il mese sacro del Ramadan merita di essere discusso alle Nazioni Unite».

Intanto, il ministro del gabinetto di guerra Benny Gantz ha affermato che le forze israeliane amplieranno le operazioni militari a Rafah se gli ostaggi tenuti da Hamas non verranno liberati entro l'inizio del Ramadan. «Il mondo e i leader di Hamas devono sapere che se entro il Ramadan i nostri ostaggi non saranno a casa i combattimenti continueranno nell'area di Rafah», ha affermato ieri Gantz alla Conferenza dei presidenti delle principali organizzazioni ebraiche americane tenutasi a Gerusalemme. «Lo faremo in modo coordinato, in dialogo con i nostri partner americani ed egiziani, per facilitare le evacuazioni e ridurre al minimo le vittime civili», ha aggiunto Gantz.

Nel frattempo, l'agenzia di stampa palestinese Wafa afferma che almeno 70 persone sono morte e diverse altre rimaste ferite nei bombardamenti israeliani di ieri sulla Striscia di Gaza. Secondo Wafa, le vittime sono in gran parte donne e bambini. I raid hanno colpito in particolare Nuseirat, Zawaida, Deir al-Balah, Khan Yunis e la città di Gaza. L'ultimo bilancio fornito dal Ministero della Sanità palestinese gestito di Hamas parla di almeno 28.985 morti e 68.883 feriti nella Striscia dal 7 ottobre scorso.