Sparatoria in un college in Florida: l'autore è il figlio di un'agente

È il figlio di un'agente di polizia il responsabile della sparatoria avvenuta, nelle scorse ore, alla Florida State University. Il killer ha ucciso due persone e ne ha ferite altre sei, secondo quanto hanno affermato le autorità. Il giovane, secondo le prime informazioni, ha vent'anni ed è, a sua volta, uno studente della FSU. Stando agli ultimi aggiornamenti pubblicati dai media americani, è stato colpito dalla polizia e, al momento, si trova in ospedale.
Non è ancora chiaro il movente che lo ha portato ad attaccare. Le vittime, secondo quanto ha dichiarato la polizia del campus, non erano studenti, ma le loro identità non sono state rese note. Il ventenne – che si chiamerebbe Phoenix Ikner – ha cominciato a sparare intorno all'ora di pranzo, nelle vicinanze della sede dell'unione studentesca nella capitale dello Stato, Tallahassee.
Come detto, il giovane è il figlio di un'agente di polizia di lunga data, di nome Jessica Ikner. La donna, che è stata descritta come «un'impiegata modello», e un'addetta alle risorse scolastiche. Secondo le prime informazioni, il figlio le avrebbe rubato la pistola con cui ha sparato. Sulla scena, inoltre, è stato trovato anche un fucile da caccia.
Secondo lo sceriffo Walt McNeil, tuttavia, «non sorprende che lo sparatore avesse accesso alle armi». Questo perché, secondo alcune indiscrezioni, Phoenix Ikner era «un membro di lunga data» del consiglio consultivo giovane dell'ufficio dello sceriffo, ed era «impegnato in una serie di programmi di formazione».
Nel complesso, però, sono ancora frammentarie le informazioni sul giovane. Dal giornale studentesco, è emerso che il 20.enne avrebbe partecipato a una manifestazione del campus contro l'insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca dello scorso gennaio. Non sono ancora stati resi noti, tuttavia, altri tratti caratteristici del ragazzo, che potrebbero aiutare a delineare il movente della sparatoria.
«Una dozzina di spari»
Alcuni studenti, sopravvissuti all'attacco, hanno raccontato alla CBS quegli attimi di terrore. «All'inizio pensavo che si trattasse di lavori di costruzione. Poi, però, ho guardato dietro di me e ho visto persone che correvano nella mia direzione. In quel momento ho sentito esplodere altri 12 o 15 colpi, quindi sono scappato via anche io», ha raccontato un giovane. Un'altra studentessa ha invece dichiarato che una delle sue compagne ha ricevuto una notifica sul telefono, che annunciava agli studenti che si trovavano nel campus di «cercare riparo e attendere ulteriori istruzioni».
Quella avvenuta ieri alla Florida State University, tuttavia, non è la prima sparatoria di questo tipo. Nel 2015, un laureato della scuola ha sparato e ferito tre persone che si trovavano in biblioteca. In quel caso, l'autore dell'attacco era stato colpito e ucciso dalla polizia.
La reazione di Trump
Donald Trump, interpellato sulla questione, ha dichiarato di non voler cambiare le norme sulle armi dopo l'incidente. Ai media ha sottolineato di essere «un grande sostenitore» del Secondo Emendamento della Costituzione degli Stati Uniti, che protegge i diritti delle armi. «Lo sono stato fin dall'inizio. L'ho protetto. Queste cose sono terribili. Avremo modo di parlarne più avanti», ha dichiarato, etichettando la come «una vergogna, una cosa orribile».