Spunta una seconda chat di guerra su Signal: Hegseth è, di nuovo, nei guai

Pete Hegseth è – di nuovo – nei guai. Il segretario alla Difesa statunitense, finito nel mirino delle critiche qualche settimana fa per aver divulgato informazioni di guerra segrete in una chat in cui era presente, per errore, anche Jeffrey Goldberg, giornalista e direttore della rivista The Atlantic, è di nuovo al centro di uno scandalo. Sì, perché secondo quanto riferito, nelle scorse ore, dal New York Times, Hegseth avrebbe inviato le stesse informazioni segrete – ossia piani dettagliati sugli attacchi agli Houthi – anche in un'altra chat di gruppo alquanto bizzarra. Chat – creata dallo stesso segretario – in cui erano presenti sua moglie, suo fratello e un'altra dozzina di persone.
Come hanno raccontato al Times fonti anonime a conoscenza della chat, Hegseth avrebbe inviato «al gruppo privato dei suoi collaboratori personali» alcune delle informazioni presenti anche nella chat di guerra segreta tanto discussa. Se nel primo caso, però, il gruppo era stato creato dal consigliere per la sicurezza nazionale Mike Waltz, che aveva inserito per errore anche Jeffrey Goldber, questa volta le cose sarebbero andate in maniera decisamente diversa.
Hegseth, infatti, avrebbe volontariamente condiviso alla moglie, al fratello e agli altri membri della seconda chat alcuni dettagli del piano di attacco statunitense in Yemen. Tra questi, gli orari di volo degli F/A-18 Hornet che avrebbero dovuto colpire obiettivi ribelli Houthi. Stando alle informazioni diffuse nelle scorse ore, avrebbe usato il suo telefono privato per creare la chat su Signal, anziché un dispositivo più sicuro come quello del governo. All'interno del gruppo, secondo quanto confermato all'AP da persone informate sui fatti, erano state aggiunte tredici persone: oltre ai famigliari di Hegseth, erano presenti anche il suo avvocato personale e «altre persone della sua cerchia professionale e personale».
La chat sarebbe stata creata molto tempo prima di metà marzo, periodo in cui le informazioni segrete sono state divulgate. Addirittura, a gennaio, prima della sua conferma a Segretario della Difesa. Il gruppo, chiamato «Defense | Team Huddle» in un primo momento era stato creato con l'intento di «discutere informazioni amministrative o di programmazione di routine». Secondo persone informate sui fatti, prima dello scandalo Hegseth non aveva mai usato la chat per discutere di operazioni militari delicate. Anche perché, a quanto pare, al suo interno non erano presenti altri funzionari. Secondo il Times, nella chat privata erano però stati inseriti due importanti consiglieri di Hegseth, ossia Dan Caldwell e Darin Selnick. I due sarebbero stati licenziati la scorsa settimana dopo essere stati accusati «di aver fatto trapelare informazioni non autorizzate».
Inutile, insomma, girarci intorno: se il caso di Jeffrey Goldberg era stato etichettato come «errore», seppur evidenziando enormi problemi alla sicurezza nazionale e non solo, la seconda chat su Signal non può essere definita allo stesso modo. Hegseth, infatti, ha condiviso le informazioni volontariamente in una chat creata da lui stesso per altri scopi. Motivo per cui, secondo le persone a conoscenza della questione che hanno riferito quanto successo al Times, è probabile che questa scoperta non faccia altro che alimentare le critiche sulle capacità di Hegseth di gestire il Pentagono. Un'enorme organizzazione che, è bene ricordarlo, si occupa «di questioni di vita o di morte in tutto il mondo».
Dopotutto, non è la prima volta che Hegseth viene accusato di aver coinvolto la sua famiglia nel suo lavoro. Per esempio, qualche settimana fa, il segretario della Difesa era stato accusato di essersi fatto accompagnare da sua moglie Jennifer – ex produttrice di Fox News – a incontri «delicati» con alcuni leader stranieri. Tra questi, anche a una discussione sulla guerra in Ucraina con i vertici militari britannici. A far discutere è anche il fatto Phil Hegseth, fratello minore del segretario, sia stato assunto come consigliere senior del Pentagono. Nonostante il suo ruolo, però, né il fratello, né la moglie o l'avvocato di Hegseth avevano apparentemente motivo di essere informati sui dettagli operativi dell'operazione militare contro gli Houthi. Un aspetto, questo, che non fa altro che sollevare ulteriori domande sui protocolli di sicurezza.