Standard Chartered perde il -16%

LONDRA - Standard Chartered Bank, la banca britannica prima al mondo nei mercati emergenti, promette di dare battaglia dopo le accuse dei regolatori finanziari americani di aver nascosto 250 miliardi di transazioni con l'Iran in barba alle sanzioni. Tuttavia, il titolo dell'istituto di credito imputato a New York di "volontarie violazioni della legge" fa un clamoroso tonfo in Borsa: -16% alla chiusura a Londra, per la minaccia di perdere la licenza bancaria che permette di operare nella Grande Mela. Tuttavia Moody's non cambia rating sulla banca.
"Respingiamo con forza la posizione e la descrizione dei fatti data dal Dipartimento dei servizi finanziari dello Stato di New York" ha fatto sapere la banca accusata di essere un'"istituzione canaglia".
Un comunicato a muso duro in cui all'agenzia creata un anno fa dal governatore Andrew Cuomo SCB replica che il "99,9% delle transazioni con l'Iran erano in regola". Non 250 miliardi di operazioni irregolari, dunque, ma "appena 14 milioni" ha indicato la banca, a cui New York ha dato tempo fino a Ferragosto per presentare una convincente memoria difensiva.
L'azione del Dipartimento dei servizi finanziari è stato il primo caso di alto profilo nella breve storia dell'agenzia di controllo: l'accusa è di aver aiutato per anni (dal 2001 al 2007) il governo iraniano ad aggirare le sanzioni imposte dagli Stati Uniti al regime degli ayatollah per il suo programma nucleare.
Le accuse a Standard si sono aggiunte a quelle partite dagli Stati Uniti nei confronti di altre due banche britanniche: Barclays, multata in giugno per aver manipolato i tassi Libor, e Hsbc, messa sul banco degli imputati dal Congresso per non aver saputo impedire operazioni di riciclaggio negli Stati Uniti e in Messico.