Conflitto

Stangata fiscale per i russi: così Putin intende finanziare la guerra

Presentato un nuovo regime: dalla flat tax al sistema progressivo – Sulla carta, promettono i funzionari russi, servirà a portare «equità» nel panorama fiscale russo – Ma gli analisti evidenziano: «Solo un modo per saccheggiare i conti bancari e sostenere lo sforzo bellico»
©DMITRY ASTAKHOV / SPUTNIK / GOVE
Red. Online
02.06.2024 14:00

Tassare i "ricchi" per dare... alla guerra. Questo, in sostanza, l'obiettivo del ministero delle Finanze russo, che questa settimana ha presentato le nuove proposte di regime fiscale alla Duma. La novità? L'abbandono del regime flat tax, in vigore dall'inizio dell'era Putin, per abbracciare un sistema progressivo. Le flat tax prevedono solitamente un'aliquota fiscale uniforme applicata a tutti i livelli di reddito: tutti pagano la stessa percentuale. I sistemi progressivi, invece, tendono a tassare maggiormente le categorie con un reddito più basso. La mossa, secondo le autorità russe, è stata progettata per portare maggiore «stabilità» ed «equità» nel panorama fiscale russo. Ma gli analisti affermano che si tratti, semplicemente, di un modo per "fare cassetta". Soldi che, manco a dirlo, verranno spesi nella guerra in Ucraina.

Un aumento significativo

A conti fatti, si legge in un'analisi di Reuters, il cambiamento permetterà al Cremlino di portare nelle proprie casse l'equivalente di circa 30 miliardi di franchi in più all'anno. In base alle modifiche al regime fiscale proposte, i russi che guadagnano tra i 2,4 e i 5 milioni di rubli (24 mila - 50 mila franchi) saranno sottoposti a un'aliquota d'imposta sul reddito del 15% (contro l'attuale 13%). La percentuale sale poi fino a raggiungere il 22% per i redditi superiori ai 50 milioni di rubli (500 mila franchi).

Mentre le imposte sui redditi da investimento subiranno un aumento contenuto (dal 13 al 15%), inflazione e aumento dei salari potrebbero portare la forza lavoro a pagare tasse maggiori del 5-10% nei prossimi anni. Un aumento, sottolineano gli analisti interrogati dall'agenzia britannica, che renderà più vantaggiosa la tassazione per i redditi da capitale che per gli stipendi. Insomma, tutt'altro che un più equo carico fiscale.

Per la guerra

Tutto, evidenziano esperti come Sergei Aleksashenko, già vice ministro delle Finanze russo e vicepresidente del CdA della Banca centrale russa, fa pensare che il denaro accumulato sarà utilizzato per sostenere le spese dell'invasione dell'Ucraina. «La guerra non è una cosa economica», ha evidenziato Aleksashenko, da anni dissidente e oggi membro del Comitato antiguerra della Russia.

Del resto, il Cremlino è stato attento a includere nelle modifiche fiscali alcuni vantaggi pro-famiglia e, soprattutto, pro-guerra. Le famiglie con due o più figli godranno di imposte meno pesanti, mentre i veterani della guerra in Ucraina saranno addirittura esentati da ogni aumento delle tasse.

Maximilian Hess, autore di saggi sul costo economico della guerra in Ucraina, ha commentato: «Putin sta esaurendo i modi per finanziare la sua guerra, dal momento che i lucrosi contratti per il gas con l'Europa sono stati tagliati e le aziende occidentali che pagano alte tasse hanno abbandonato la Russia. Ora nessuno in Russia può sfuggire alla realtà: tutti i conti bancari vengono saccheggiati per finanziare la follia di Putin».

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