Stop alle escursioni turistiche al Titanic: l'appello del fisico che sfiorò la morte
Nel 2000, il fisico e giornalista Michael Guillén partecipò a una spedizione al relitto del Titanic. Una spedizione che, a suo dire, quasi lo uccise. Ora, proprio in virtù di quanto vissuto, ma anche pensando a ciò che è accaduto al Titan, ai microfoni dell'emittente britannica GB News ha chiesto di interrompere in via definitiva le escursioni a fini turistici al sito in cui giace il Transatlantico.
«Quali sono le probabilità di trovare questo minuscolo oggetto, che al confronto è come una zanzara, se non riusciamo a localizzarlo?» ha detto lo scienziato. Salvo poi, appunto, lanciare un appello: «Forse non sapremo mai che cosa è andato storto, ma certamente dobbiamo fermare tutti i viaggi verso il Titanic, credo, e capire che tipo di restrizioni dobbiamo porre». Soprattutto, le persone non dovrebbero immergersi a simili profondità solo per curiosità o spirito avventuriero: «Non è una gita di piacere, è un'attività seria».
Guillén, come detto, sfiorò la morte nel 2000, quando il sommergibile su cui si trovava a bordo rimase vittima delle correnti sottomarine e sbatté contro un'elica del Titanic. Il sommergibile impiegò un'ora prima di riuscire a liberarsi. Guillén, al riguardo, spiegò che in quei momenti si era preparato allo scenario peggiore. La morte, già. «All'improvviso ho sentito la pace ed ero pronto a lasciar andare la mia vita, ma poi mi è stata data una seconda possibilità» ha detto il diretto interessato, ex redattore di ABC News e professore di fisica all'Università di Harvard.
Riguardo ai parallelismi fra la sua spedizione e quella del Titan, Guillén ha detto che gli obiettivi erano differenti. Molto differenti. Come diversi, tipo «fra il giorno e la notte», sono il sommergibile di OceanGate e quello su cui era salito lo scienziato: il Mir-2, di progettazione e fabbricazione finlandese ma, nel 1987, consegnato all'allora Unione Sovietica nell'ambito di un programma di cooperazione finnico-sovietica. Un sommergibile, il Mir-2, ideato proprio per la ricerca scientifica e capace di raggiungere, volendo, i 6 mila metri di profondità.
Guillén, comunque, si è detto rattristato per il Titan. Una vicenda che sta seriamente rischiando di trasformarsi in tragedia. «Sembra che a queste cinque persone non verrà data la possibilità di vivere, e questo mi spezza il cuore perché so cosa hanno passato» ha concluso.