Su Marte per registrarne i terremoti: conclusa la missione di InSight

Si è conclusa ufficialmente oggi la missione di 4 anni su Marte della sonda InSight. Giunta sul pianeta rosso il 26 novembre del 2018 la sonda della NASA ha permesso di analizzare le profondità del pianeta grazie al suo sismometro che ha registrato negli anni ben 1.319 scosse, di cui la più violenta ha avuto magnitudo 4.7, e dimostrato che Marte ha ancora una vitalità interna.
La fine della missione è stata annunciata dopo che i tecnici di terra del Jet Propulsion Laboratory hanno fallito la connessione con il mezzo per due volte consecutive. Con InSight "abbiamo aperto nuovi orizzonti e la nostra squadra di ricerca può essere orgogliosa di tutto ciò che abbiamo imparato lungo la strada", ha commentato il responsabile scientifico del sismometro di bordo, Philippe Lognonné dell'Istituto di Fisica planetaria di Parigi.
Poche settimane dopo essere giunto sul pianeta, con una complessa manovra di discesa, InSight aveva subito iniziato a rilevare le prime attese scosse sismiche del pianeta. La sonda avrebbe anche dovuto eseguire una complessa trivellazione raggiungendo una profondità di quasi 5 metri per misurare le caratteristiche termiche e chimiche del terreno ma l'inattesa durezza del terreno nel sito di atterraggio non permise di scavare oltre al sottile strato di polvere superficiale. Un inconveniente che ha limitato ma non pregiudicato la riuscita di una missione che ha permesso per la prima volta di studiare gli strati interni di un altro pianeta.
La fine della missione, programmata per durare 2 anni (709 giorni marziani), è stata dovuta al progressivo accumulo di polveri sui pannelli solari che hanno comportato a una riduzione dell'energia elettrica a disposizione. Come già definito dalle procedure i responsabili della missione ne hanno dichiarato la fine dopo due tentativi di connessione mancati, il primo dei quali era stato il 18 dicembre. "Pensiamo a InSight come a un nostro amico e collega su Marte da 4 anni, quindi è difficile dirgli addio", ha detto Bruce Banerdt responsabile della missione al Jpl. "Ma si è guadagnato la meritata pensione".