Swiss e gli altri: perché le compagnie aeree hanno ripreso a sorvolare l'Afghanistan?
Sì, le compagnie aeree hanno ripreso a sorvolare l'Afghanistan. In silenzio, verrebbe da dire, ma con (sempre più) costanza. Ne dà notizia Reuters, spiegando che fra i vettori protagonisti di questa «riapertura» ci sono Singapore Airlines, British Airways e Lufthansa. Dai dati raccolti su Flightradar24, anche Swiss sta adoperando i corridoi del Paese, da tre anni oramai tornato nelle mani dei Talebani, per alcuni voli da e per l'Asia. Da noi contattata, la compagnia di bandiera elvetica ha confermato che, dallo scorso 3 luglio e di concerto con il gruppo Lufthansa, di cui fa parte, «sono ripresi i sorvoli dell'Afghanistan» come dichiarato dalla portavoce Meike Fuhlrott.
Fra rischi e opportunità
L'intero settore, a lungo, ha evitato l'Afghanistan ritenendo il sorvolo un'opzione tutto fuorché sicura. Con il conflitto in Medio Oriente che imperversa, e il rischio di una guerra regionale con il coinvolgimento diretto dell'Iran, le coordinate evidentemente sono cambiate. Con l'Afghanistan, di riflesso, tornato a interessare i vettori poiché ritenuto meno problematico di altre regioni attualmente «calde». Tre anni fa, quando i Talebani ripresero il potere, i corridoi aerei vennero abbandonati in seguito all'interruzione dei servizi di controllo del traffico aereo nel Paese. Servizi che, nel frattempo, non sono ancora ripresi, sottolinea Reuters, eppure agli occhi di molte compagnie il rischio vale la candela. Detto in altri termini, i cieli fra Iran e Israele sono considerati più rischiosi. Lo stesso Iran, dopo l'invasione su larga scala dell'Ucraina da parte dell'esercito di Mosca e la chiusura dello spazio aereo russo, era diventato uno snodo fondamentale per i viaggi fra Europa e Asia. «Con l'evolversi dei conflitti, il calcolo dello spazio aereo da utilizzare è cambiato» ha spiegato a Reuters Ian Petchenik, portavoce di Flightradar24, sito specializzato nel monitoraggio dei voli. «Le compagnie aeree cercano di ridurre il più possibile i rischi e considerano il sorvolo dell'Afghanistan come l'opzione più sicura, viste le attuali tensioni tra Iran e Israele». Si ricorderà, a tal proposito, il missile di Hamas caduto non molto lontano dall'aeroporto di Tel Aviv nel momento in cui un volo di Ryanair stava per atterrare, lo scorso ottobre.
Che cosa dicono le Autorità di regolamentazione
Una prima inversione di rotta, scusate il gioco di parole, è stata registrata lo scorso aprile, dopo che l'Iran aveva lanciato un massiccio attacco con missili e droni contro Israele, mettendo fra l'altro a dura prova le capacità di Iron Dome. Singapore, British Airways e Lufthansa, vista la situazione, avevano deciso di far transitare alcuni loro voli dall'Afghanistan. A fine luglio, complici le uccisioni di Fuad Shukr e Ismail Haniyeh, alti membri rispettivamente di Hezbollah e Hamas, questi sorvoli sono aumentati. E questo per via del timore che, in Medio Oriente, il conflitto fra Hamas e Israele si allargasse coinvolgendo, come detto, anche l'Iran in maniera diretta. Il gruppo Lufthansa ha spiegato a Reuters di aver optato per la ripresa dei sorvoli dell'Afghanistan in maniera «stabile» dall'inizio di luglio. Fra i vettori che stanno prediligendo sempre di più questi corridoi ci sono pure Turkish Airlines, Thai Airways e il gruppo Air France-KLM. «Sulla base delle effettive informazioni di sicurezza, KLM e altre compagnie aeree attualmente sorvolano in sicurezza l'Afghanistan solo su rotte specifiche e solo ad alta quota» ha dichiarato KLM a Reuters.
A favorire questo ritorno, se così vogliamo definirlo, sono state le Autorità di regolamentazione. Che hanno alleggerito le direttive sull'Afghanistan. La Federal Aviation Administration, la FAA, all'inizio di luglio ha dichiarato che gli aerei possono volare a un'altitudine inferiore su una porzione dell'Afghanistan nordorientale, denominata corridoio di Wakhan, utilizzato per passare dal Tagikistan al Pakistan. Un anno prima, invece, la FAA aveva revocato il divieto di sorvolo per l'intero Paese, stabilendo tuttavia che gli aerei avrebbero dovuto mantenersi al di sopra dei 32 mila piedi (9.753 metri) per evitare possibili missili terra-aria. Pochi, però, avevano ripreso davvero a sorvolare il Paese.
D'accordo, ma è davvero sicuro?
Detto del ritorno di questi sorvoli, quanto è sicuro – davvero – sorvolare l'Afghanistan? In assenza di controllo del traffico aereo, secondo un protocollo redatto dall'ICAO, l'agenzia dell'ONU che si occupa di aviazione, e dall'Autorità afghana per l'aviazione civile, i piloti si regolano direttamente parlandosi fra loro via radio. Bene, anzi benissimo: ma che cosa succederebbe se un aereo, per un'emergenza, dovesse atterrare su suolo afghano? La garanzia per equipaggio e passeggeri, evidentemente, non c'è. Non solo, l'EASA, l'Autorità europea per la sicurezza aerea, ha spiegato che «i gruppi estremisti rimangono attivi e potrebbero sporadicamente prendere di mira le strutture dell'aviazione in vari modi».
«In linea di principio – ha sottolineato Fuhlrott di Swiss – utilizziamo una rotta solo se i nostri specialisti giungono alla conclusione che il sorvolo di una determinata area è sicuro». Il vettore elvetico, ha proseguito la portavoce, si attiene «rigorosamente alle raccomandazioni delle Autorità, ad esempio dell'Agenzia europea per la sicurezza aerea o della FAA». E ancora: «Swiss dispone di un dipartimento di sicurezza interno che si occupa 24 ore su 24 della sicurezza dei nostri aeromobili, dei dipendenti, dei passeggeri e delle merci. Tutte le destinazioni che serviamo e i Paesi che sorvoliamo vengono analizzati. I rischi attuali vengono valutati con vari metodi: ci affidiamo a diverse fonti di informazione, tra cui le autorità di sicurezza svizzere ed estere. Inoltre, esiste un dialogo regolare e stretto tra i dipartimenti di sicurezza delle compagnie aeree del gruppo Lufthansa. Questo ci permette di raccogliere e condividere un'ampia gamma di conoscenze con l'obiettivo di formulare raccomandazioni fondate per le operazioni di volo».
Il ricordo dell'MH 17
Il settore, ricorda Reuters, da oramai dieci anni è tormentato da quanto successe al volo MH 17 di Malaysian Airlines. Partito da Amsterdam e diretto a Kuala Lumpur, venne abbattuto il 17 luglio del 2014 sopra i cieli dell'Ucraina orientale mentre infuriavano i combattimenti fra forze ucraine e filorussi. Le indagini, allora, confermarono che l’abbattimento fu causato da un sistema missilistico Buk fornito dalla Russia. Tra le vittime c’erano anche 80 bambini. I detriti dell’aereo furono ritrovati nei pressi del villaggio di Grabove, nella regione di Donetsk, occupata dai separatisti sostenuti dal Cremlino. La posizione, la forma e i contorni dei danni sulla fusoliera, così come il loro numero e la loro densità, risultavano coerenti con i danni causati dai frammenti derivati dall'esplosione di una testata esplosiva modello 9N314M trasportata da un missile 9M38 uguale a quelli installati su un sistema missilistico terra-aria Buk.
Allo stesso modo, il settore è sotto pressione da oltre due anni a questa parte poiché la chiusura dello spazio aereo russo, nell'ambito dei voli da e per l'Asia, ha allungato e pure di molto i tempi di collegamento. Al punto che, come noto, c'è chi ha negato alle compagnie cinesi – che invece possono usufruire dei cieli russi e, quindi, offrono collegamenti più rapidi – i diritti di traffico su determinate rotte Europa-Asia. In linea di massima, al di là di divieti puntuali spetta alle singole compagnie aeree stabilire quali porzioni di cielo adoperare per le proprie tratte. Allo stato attuale, con i cieli russi e ucraini chiusi, l'Afghanistan consente di tracciare rotte più dirette per l'Asia meridionale.
La questione mediorientale
Nel frattempo, Swiss ha prolungato lo stop ai voli da e per Tel Aviv e Beirut, vista la situazione, fino al 2 e al 30 settembre. E l'Iran? «Quando abbiamo ripreso a sorvolare l'Afghanistan, abbiamo utilizzato anche lo spazio aereo sopra l'Iran» ha concluso Fuhlrott. «Parliamo di due spazi aerei sostanzialmente complementari. E ci teniamo a ribadire che il sorvolo dell'Afghanistan è in linea con le raccomandazioni dell'EASA e della FAA».