Syrian Airlines ha rimosso ogni immagine e riferimento a Bashar al-Assad
E adesso? Bella domanda. Riavvolgiamo il nastro: Syrian Airlines, la compagnia di bandiera del Paese che opera come SyrianAir, potrebbe aver avuto un ruolo nella fuga del dittatore Bashar al-Assad al culmine dell'avanzata dei cosiddetti ribelli. Il vettore, recita Wikipedia, d'altro canto appartiene «al 100%» al governo della Siria. Detto in altri termini, sin qui rappresentava una delle tante (tantissime) risorse di al-Assad e, come aveva rivelato lo Spiegel, proprio per questo avrebbe trasportato al-Assad e la sua famiglia fino allo scalo militare di al-Qusair a bordo di un Ilyushin 76-T di fabbricazione russo-sovietica. Bashar al-Assad, a proposito di risorse, aveva messo le mani altresì sullo scalo di Damasco.
Piccolo salto in avanti: finita un'epoca, come riferisce il portale specializzato aeroTELEGRAPH la compagnia di bandiera si è, diciamo, adattata al cambiamento. Sull'homepage di Syrian Airlines, recentemente, era stata pubblicata con entusiasmo una foto di Bashar al-Assad mentre scendeva da un aereo della compagnia. Quella foto, ora, è scomparsa. Di più, ogni riferimento all'oramai ex presidente siriano è stato rimosso, scrive il portale BNE Intellinews. L'unico accenno a chi, fino a ieri l'altro in sostanza, governava con il pugno di ferro la Siria si trova nella sezione dedicata alla storia della Syrian Airlines: vi si trova, ancora, un'immagine del padre e predecessore di Bashar al-Assad, Hafez.
Torniamo alla domanda iniziale: e adesso? Syrian Airlines, mentre scriviamo queste righe, non si è ancora pronunciata sulla ripresa dei voli dopo la chiusura dello spazio aereo siriano, pronunciata l'8 dicembre. Secondo un rappresentante della compagnia, riporta sempre BNE Intellinews, ha spiegato all'agenzia di stampa russa TASS che i voli, fra cui anche i collegamenti da e per Mosca, potrebbero riprendere il 18 del mese. La nuova leadership politica è al lavoro per ripristinare i normali servizi di volo. La speranza, almeno a giudicare dal cambio di rotta prontamente varato dalla compagnia di bandiera, è che il Paese ritrovi un minimo di normalità.
Syrian Airlines è sotto sanzioni statunitensi addirittura dai primi anni Ottanta. Un aspetto, questo, che ne ha fortemente frenato lo sviluppo dato che il vettore ha avuto un accesso limitato a componenti e aerei di fabbricazione occidentale. Con il perdurare della guerra civile, nel 2012 l'Unione Europea aveva varato una nuova serie di sanzioni che, concretamente, si erano tradotte nel divieto di effettuare voli verso l'UE o di acquistare nuovi aeromobili con parti europee. Misure simili, di riflesso, sono state applicate negli anni ad altri operatori, come Cham Wings Airlines.
Quanto alla ripresa delle operazioni, molto dipenderà anche dagli attacchi di Israele. La caduta di Bashar al-Assad ha spinto lo Stato Ebraico a minare, seriamente, le capacità militari siriane attraverso centinaia di bombardamenti mirati. Detto che un rappresentante della compagnia ha parlato di una possibile ripresa per il 18 dicembre, Syrian Airlines, al momento, non accetta nuove prenotazioni mentre il governo di transizione, secondo quanto comunicato, ha prorogato fino al 22 dicembre la chiusura dello spazio aereo siriano. Secondo il fornitore di dati aeronautici CH Aviation, la flotta della compagnia aerea nazionale siriana è composta da otto Airbus A320, due Airbus A340-300, due Tupolev Tu-134 e due Ilyushin 76-T cargo. Prima dello stop, Syrian Airlines serviva destinazioni nazionali e Paesi come Algeria, Egitto, Bahrein, Iran, Iraq, Giordania, Qatar, Kuwait, Libano, Libia, Russia, Arabia Saudita, Sudan ed Emirati Arabi Uniti.