Taiwan rileva 45 jet militari cinesi
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Il ministero della Difesa taiwanese ha rilevato 45 aerei e 14 navi da guerra cinesi operativi intorno all'isola, più una 'imbarcazione ufficiale', nell'arco delle 24 ore alle 6 locali (23 di mercoledì in Svizzera). Si tratta del numero di più alto di mezzi militari mobilitati da Pechino quest'anno, nell'ambito delle esercitazioni al fuoco vivo annunciate ieri con un brevissimo anticipo.
Un totale di 34 aerei, ha riferito il ministero in una nota, ha attraversato la linea mediana dello Stretto di Taiwan, entrando nella parte centrale e di sud-ovest. «Abbiamo monitorato la situazione e reagito di conseguenza», ha precisato la nota.
Il bollettino quotidiano sulle attività militari della Cina è maturato all'indomani della condanna taiwanese in merito alle esercitazioni al fuoco vivo dell'Esercito popolare di liberazione nelle acque a sud dell'isola. Il ministero della Difesa di Taipei ha riferito ieri che Pechino aveva organizzato manovre di combattimento con aerei e navi da guerra in un'area distante appena 40 miglia nautiche (74 chilometri) dalle coste meridionali dell'isola, condannate da Taipei come pericolose e in violazione delle «norme internazionali».
Negli ultimi anni la Repubblica popolare ha intensificato lo spiegamento di aerei da combattimento e di navi militari intorno a Taiwan per sostenere le pretese di sovranità sull'isola considerata parte «inalienabile» e «sacra» del suo territorio da riunificare anche con la forza, se necessario.
L'ultima mossa di Pechino, secondo gli osservatori, è una reazione allo sblocco degli aiuti Usa per 870 milioni in assistenza militare a Taiwan e ai propositi del presidente dell'isola William Lai di aumentare il «budget della difesa» a oltre il 3% del Pil. Martedì, inoltre, Taiwan ha sequestrato una nave cargo con equipaggio cinese di otto marinai sospettata di aver reciso un cavo sottomarino per le telecomunicazioni che serve il gruppo di isole Penghu a Taipei, in una delle temute azioni nell'ambito di un tentativo di attacco all'isola o di blocco aero-navale.
Malgrado il forte sostegno bipartisan del Congresso Usa, ci sono consistenti timori che il presidente Donald Trump potrebbe non considerare l'isola degna di essere difesa qualora la Cina decidesse di attaccarla. Il tycoon ha detto di non voler commentare quando ieri gli è stato chiesto da un giornalista, durante la riunione di gabinetto alla Casa Bianca, se rientrasse nella politica generale della sua amministrazione di impedire a Pechino di prendere il controllo di Taipei con la forza. «Non commento mai su questo - ha risposto il tycoon -. Non commento su nessuno, perché non voglio mai mettermi in quella posizione. E se lo dicessi, di certo non lo direi a voi. Lo direi ad altre persone, forse alle persone intorno a questo tavolo».