Telegram cambia, cederà IP e numeri telefonici alle autorità (quando richiesto)
«Usare le leggi dell'era pre-smartphone per accusare un amministratore delegato di crimini commessi da terzi sulla piattaforma che gestisce è un approccio sbagliato. Ogni giorno cancelliamo milioni di messaggi e canali dannosi». Ma vista la crescita di utenti, ora stimati in 950 milioni in tutto il mondo, i criminali ultimamente hanno potuto abusare più facilmente «della nostra piattaforma»: «Per questo motivo mi sono prefissato l'obiettivo personale di garantire miglioramenti significativi in quest'area». Così si era espresso, a inizio settembre, Pavel Durov, fondatore e patron di Telegram.
Detto, fatto. «Seguiranno dettagli», aveva promesso. E, ieri, il CEO di Telegram, ha pubblicato sul suo social un post in cui comunica il cambiamento di policy nei termini di contratto del servizio fornito dalla piattaforma social. A partire da subito, l’app di messaggistica fornirà gli indirizzi IP e i numeri di telefono degli utenti alle autorità competenti nel caso di valide richieste legali. Lo scopo è scoraggiarne l’uso criminale.
È passato un mese dall'arresto in Francia di Pavel Durov nell'ambito di un'indagine su reati legati alla pornografia infantile, al traffico di droga e alle transazioni fraudolente sulla piattaforma. Fermato per 96 ore, alla fine la magistratura francese aveva fatto la sua mossa, accusandolo di aver presumibilmente consentito attività criminali sull'app di messaggistica. Il fondatore di Telegram aveva però evitato il carcere grazie a una cauzione di 5 milioni di euro. È stato rilasciato il 29 agosto ma con l'obbligo di presentarsi in una caserma due volte a settimana.
Il messaggio
«La ricerca su Telegram è più potente rispetto ad altre app di messaggistica perché consente agli utenti di trovare canali pubblici e bot. Sfortunatamente, questa funzionalità è stata abusata da persone che hanno violato i nostri Termini di servizio per vendere beni illegali», ha scritto Durov su Telegram. «Nelle ultime settimane, un team dedicato di moderatori, sfruttando l'intelligenza artificiale, ha reso la ricerca su Telegram molto più sicura. Tutti i contenuti problematici che abbiamo identificato nella ricerca non sono più accessibili. Se riesci ancora a trovare qualcosa di pericoloso o illegale nella ricerca su Telegram, segnalacelo tramite @SearchReport. Per scoraggiare ulteriormente i criminali dall'abuso della ricerca su Telegram, abbiamo aggiornato i nostri Termini di servizio e l'Informativa sulla privacy, assicurandoci che siano coerenti in tutto il mondo. Abbiamo chiarito che gli indirizzi IP e i numeri di telefono di coloro che violano le nostre regole possono essere divulgati alle autorità competenti in risposta a valide richieste legali. Queste misure dovrebbero scoraggiare i criminali. La ricerca su Telegram è pensata per trovare amici e scoprire novità, non per promuovere beni illegali. Non permetteremo che malintenzionati mettano a repentaglio l'integrità della nostra piattaforma, che offre servizi a quasi un miliardo di utenti».
Quello annunciato ieri è un cambiamento significativo della precedente politica. La piattaforma non si era mai dimostrata molto collaborativa con le autorità in nessuna parte del mondo, cosa che aveva spesso consentito l'utilizzo dell'app di messaggistica da parte di gruppi criminali ed estremisti. Anzi. Durov si è sempre impegnato duramente a costruire un'immagine della sua creatura orgogliosamente «contro l'autorità». «Ad oggi, abbiamo divulgato 0 byte di dati degli utenti a terze parti, governi compresi», si leggeva, almeno fino a poche ore fa, sul sito web. Ora, grazie all’intelligenza artificiale e a un team di moderatori, Telegram ha iniziato a nascondere i contenuti problematici dai risultati di ricerca per prevenire abusi.