USA 2024

The Economist appoggia Harris: «Rischi inaccettabili se vince Trump»

Il settimanale britannico con vocazione globale ha scelto di fare un «endorsement» per le elezioni presidenziali americane della settimana prossima sostenendo la candidatura della vicepresidente democratica
©Jacquelyn Martin
Ats
31.10.2024 14:07

Il settimanale britannico con vocazione globale Economist ha scelto di fare un «endorsement» per le elezioni presidenziali americane della settimana prossima sostenendo la candidatura della vicepresidente democratica Kamala Harris in quanto una vittoria del repubblicano Donald Trump comporterebbe «rischi inaccettabili», scrive.

In un lungo editoriale si legge che un secondo mandato dell'ex presidente Usa avrebbe conseguenze negative «sull'economia, sullo stato di diritto e sulla pace internazionale» e non ci si può illudere sulla minaccia rappresentata dalle politiche promesse da Trump contando sull'idea che i suoi «peggiori istinti» sarebbero frenati «dal suo staff, dalla burocrazia, dal Congresso e dai tribunali».

L'Economist sottolinea anche che durante la presidenza di Trump tra il 2017 e il 2021 non si erano verificati gli scenari più pessimistici previsti già allora dai critici del tycoon ma oggi è diverso: i rischi sono maggiori a fronte delle promesse fatte dal candidato repubblicano e da una situazione internazionale molto più complessa. Il settimanale di orientamento liberale, passato da alcuni anni sotto il controllo della famiglia Elkann, dal 1992 in avanti ha sempre appoggiato negli Stati Uniti i candidati democratici salvo 2 volte: nel 1996, quando indicò Bob Dole, e nel 2000, quando scelse George W. Bush.

Frattanto, l'entourage di Donald Trump sta preparando una stretta anche sull'immigrazione legale, con potenziali effetti negativi anche sulla capacità delle aziende di assumere lavoratori stranieri. Lo scrive il Wall Street Journal. I piani prevedono il ritorno di alcune politiche controverse del primo mandato del tycoon, tra cui il divieto di viaggiare in Usa da diversi paesi a maggioranza musulmana, la sospensione del reinsediamento dei rifugiati dall'estero e una norma che mira a bloccare gli immigrati a basso reddito, disabili o che parlano poco inglese, in modo che queste persone non possano alla fine usufruire dei sussidi pubblici.

Consiglieri esterni tra cui Stephen Miller, l'architetto del programma di immigrazione di Trump quando era alla Casa Bianca, e gruppi come l'America First Policy Institute hanno preparato ordini esecutivi, regolamenti e promemoria da far firmare a un futuro segretario alla sicurezza interna che limiterebbero le vie legali per migrare. Ciò secondo interviste con una dozzina di ex funzionari dell'amministrazione Trump, una revisione dei piani pubblici pubblicati dalla campagna e gruppi esterni allineati con la campagna.

Mentre l'attenzione pubblica si concentra sul tema scottante dell'immigrazione illegale, il modo in cui Trump e la sua avversaria, la vicepresidente Kamala Harris, affrontano questioni meno note sull'immigrazione legale potrebbe avere un impatto ampio, dagli americani che cercano di portare familiari stranieri nel paese alle aziende che fanno affidamento sui visti per ricoprire posti di lavoro che vanno dall'ingegneria informatica alle posizioni stagionali nei parchi a tema.