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Secondo la rivista medica il numero delle vittime nella Striscia è sottostimato del 40% – La Camera USA approva un provvedimento contro i funzionari della CPI per il mandato di arresto contro Netanyahu – TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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«La Turchia non punta ad occupare alcuna parte del territorio siriano e non ha alcuna agenda nascosta»
«La Turchia non punta ad occupare alcuna parte del territorio siriano e non ha alcuna agenda nascosta». Lo ha affermato il ministro degli Esteri di Ankara, Hakan Fidan, durante una conferenza stampa a Istanbul, trasmessa dalla tv di Stato Trt.
«Ora è in vista la fine dell'organizzazione separatista e le sue estensioni in Siria», ha aggiunto Fidan, in riferimento alle forze curde siriane Ypg e al Partito dei Lavoratori del Kurdistan (Pkk), entrambe ritenute organizzazioni terroristiche da Ankara.
Il ministero della Difesa di Ankara ha annunciato che «20 terroristi del Pkk/Ypg sono stati neutralizzati» nel nord della Siria. Nei giorni scorsi sono ripresi i bombardamenti sulle postazioni curde da parte dell'aviazione militare turca e sono continuati gli scontri con le milizie arabe siriane cooptate da Ankara nella zona tra Manbij e la diga Tishrin sul fiume Eufrate.
Dopo la caduta del regime di Bashar Al Assad, la Turchia ha promesso che se le forze curde nel nord della Siria non abbandoneranno le armi l'Esercito di Ankara interverrà militarmente nel territorio siriano.
07:51
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Houthi: «Attaccheremo le navi finché dura la guerra a Gaza»
Houthi dello Yemen hanno comunicato al mediatore speciale delle Nazioni Unite, Hans Grundberg, che non interromperanno gli attacchi alle navi nel Mar Rosso finché Israele non metterà fine alla sua guerra a Gaza. Lo scrive Al Jazeera.
Grundberg si trovava nella capitale yemenita Sana'a per tre giorni di colloqui volti a porre fine alla guerra civile yemenita, iniziata nel 2014, oltre che per affrontare altre questioni regionali.
Gli Houthi, che controllano vasti territori nel nord dello Yemen, hanno iniziato a lanciare attacchi contro le navi nel Mar Rosso nel 2023 in solidarietà con i palestinesi di Gaza. Questa campagna è stata contrastata con attacchi regolari da parte di Israele, Stati Uniti e Regno Unito.
«Abbiamo informato l'inviato Onu durante la sua visita a Sana'a che la fine delle tensioni nel Mar Rosso non sarà possibile senza fermare i crimini di guerra e il genocidio a Gaza,» ha dichiarato il Ministero degli Affari Esteri controllato dagli Houthi in un comunicato.
«Fermare i crimini di guerra e il genocidio in cambio di una fine delle tensioni nel Mar Rosso è l'unica equazione fattibile ed è meno costosa dell'escalation.»
06:20
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Il punto alle 06.00
Il numero delle vittime degli scontri a Gaza riferito dal ministero della Salute palestinese potrebbe essere sottostimato di almeno il 40%: il bilancio reale potrebbe aver già superato quota 70.000 morti, per il 59% donne, bambini e anziani. Lo indica un'analisi statistica indipendente pubblicata sulla rivista The Lancet dai ricercatori della London School of Hygiene & Tropical Medicine guidati dall'epidemiologa Zeina Jamaluddine.
Gli studiosi stimano che dall'attacco di Hamas del 7 ottobre 2023 fino al 30 giugno 2024 le vittime della guerra a Gaza sarebbero state 64.260, un numero nettamente superiore ai 37.877 morti riportati per lo stesso periodo dal ministero della Salute palestinese (che nel suo ultimo bilancio aggiornato al 9 gennaio 2025 ha riferito un totale di 46.006 morti in 15 mesi di guerra). Secondo i calcoli dei ricercatori, lo scorso ottobre il numero totale di decessi per lesioni traumatiche avrebbe già superato quota 70.000. A questi si devono poi aggiungere i decessi non correlati a traumi, ma causati dall'interruzione dell'assistenza sanitaria, dall'insicurezza alimentare, dalla carenza di acqua e servizi igienici e dalle malattie.
Complessivamente, le violenze a Gaza avrebbero causato la morte di circa il 3% della popolazione: il 59% delle vittime erano donne, bambini e anziani.
I ricercatori sono giunti a queste conclusioni utilizzando il metodo statistico di cattura-ricattura, che sovrappone i dati provenienti da più fonti per arrivare a stime dei decessi quando non tutti i dati vengono registrati. Le fonti usate per lo studio includevano i registri dell'obitorio dell'ospedale del Ministero della Salute palestinese, un sondaggio online e i necrologi sui social media.
La significativa sottostima dei decessi emersa sarebbe riconducibile al deterioramento dell'infrastruttura sanitaria di Gaza e alla conseguente incapacità di contare i morti nel mezzo delle violenze in corso.
«L'Ufficio per i diritti umani delle Nazioni Unite ha già condannato l'elevato numero di civili uccisi nella guerra a Gaza - afferma Jamaluddine - e le nostre scoperte suggeriscono che il numero di decessi per lesioni traumatiche è sottostima di circa il 41%. Questi risultati sottolineano l'urgente necessità di interventi per salvaguardare i civili e prevenire ulteriori perdite di vite umane».
La Camera americana ha approvato un provvedimento che sanziona i funzionari della Corte penale internazionale in risposta al mandato di arresto spiccato contro il premier israeliano Benjamin Netanyahu. Il provvedimento chiede la «condanna nei termini più forti» dei mandati di arresto contro Netanyahu e l'ex ministro della giustizia israeliano Yoav Gallant, e prevede sanzioni nei confronti della corte per ogni sforzo volto a «indagare, arrestare, detenere o perseguire qualsiasi persone protetta» dagli Stati Uniti e dai loro alleati.