«Tifosi, siate rispettosi del Qatar»

La polemica è servita. Galeotta fu la dichiarazione del ministro degli Esteri del Regno Unito, James Cleverly, a proposito dei tifosi gay che assisteranno, sul posto, ai Mondiali in Qatar. Siate rispettosi nei confronti del Paese ospitante, le sue parole. Pazienza, aggiungiamo noi, se parliamo di una nazione che discrimina apertamente (e punisce) la comunità LGBTQ. Il tutto mentre ieri, martedì, l’attivista britannico Peter Tatchell ha spiegato di essere stato arrestato nell’Emirato per aver sottolineato, con forza, qual è la posizione della nazione rispetto all’omosessualità.
Le parole di Cleverly
Cleverly, con un dribbling d’alta scuola oseremmo dire, ha detto di aver parlato in passato con le autorità qatariote. In particolare, di come verranno trattati i tifosi, britannici e non solo. «Vogliono assicurarsi – ha ribadito il ministro – che gli appassionati di calcio siano al sicuro, protetti e si divertano». Sanno, i qatarioti, che «ciò comporterà scendere a compromessi». Il Qatar, beh, è un Paese islamico. E si ritroverà confrontato con comportamenti e norme occidentali.
Cleverly, quindi, ha chiarito il concetto: «Agli appassionati direi, per favore, di essere rispettosi della nazione ospitante. Stanno cercando di garantire che le persone possano essere loro stesse e che possano godersi il Mondiale. Penso che con un po’ di flessibilità e compromesso su entrambi i fronti, beh, la prossima possa essere una Coppa del mondo sicura, protetta ed emozionante».
Le critiche
Le parole di Cleverly, è inevitabile, non sono piaciute a tutti. Il segretario ombra (nel senso di opposizione) per il digitale, la cultura, i media e lo sport, Lucy Powell, ha definito le dichiarazioni del ministro «incredibilmente sorde». E ancora: «Lo sport dovrebbe essere aperto a tutti. Molti fan sentiranno di non poter partecipare a questo torneo per fare il tifo per la propria squadra a causa del record negativo del Qatar in materia di diritti umani, lavoratori e diritti LGBT+. Il governo dovrebbe sfidare la FIFA su come ha messo i tifosi in questa posizione e garantire la piena sicurezza di tutti i presenti, non difendendo valori discriminatori».
Cleverly, a proposito di dribbling, ha ribadito di non aver contattato il governo del Qatar per discutere il caso Tatchell. L’attivista, dicevamo, è stato fermato martedì a Doha, la capitale, mentre stava organizzando una protesta pro-diritti LGBTQ. Semplicemente, Cleverly ha spiegato che Tatchell era stato interrogato e che, con lui, c’era la squadra consolare del ministero degli Esteri.
Il ministro, circa una sua partecipazione alla Coppa del mondo come spettatore, ha detto che si recherà in Qatar calendario permettendo. A tal proposito, ha criticato il leader dei Laburisti, Keir Starmer, per avere dichiarato di non voler andare a vedere i Mondiali sul posto per via delle politiche repressive del Paese in termini di omosessualità e diritti umani. Dovrebbe esserci, invece, il primo ministro gallese, fra l’altro laburista, Mark Drakeford.
Boicottare il Mondiale
Tatchell, in merito alle intenzioni di Cleverly, ha detto che partecipare al torneo come tifoso significherebbe essere collusi «con un regime omofobo, sessista e razzista». Di nuovo: «Il governo del Regno Unito deve usare la sua voce pubblica per condannare le spaventose violazioni dei diritti umani perpetrate quotidianamente dal regime del Qatar. A meno che non parliamo tutti, il Qatar avrà raggiunto il suo obiettivo di ripulire attraverso lo sport la sua spaventosa reputazione durante. Cleverly ha l’opportunità di evidenziare gli abusi compiuti dal regime. Tutti i fan, non solo le persone LGBT, dovrebbero boicottare la Coppa del mondo e utilizzare i loro social media per amplificare le scioccanti violazioni dei diritti umani da parte dello Stato del Qatar».
La deputata liberaldemocratica Layla Moran, concludendo, è entrata nel discorso pure lei a gamba tesa: «La Coppa del mondo dovrebbe essere una celebrazione di questo bellissimo gioco; invece, viene utilizzata da Paesi come il Qatar per lavare i loro atroci record sui diritti umani. Tutti i funzionari del Regno Unito dovrebbero usare la loro posizione per evidenziare le violazioni dei diritti umani, non per sostenere il regime».