Tinkov critica duramente Putin, ma non è il solo oligarca contrario alla guerra
Lussuose ville sequestrate, jet e yacht finiti nel mirino della autorità finanziarie di mezzo Occidente e conti miliardari all’estero congelati. È dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina ad opera delle truppe di Putin che i cosiddetti oligarchi stanno vivendo tempi duri. Tra loro c'è chi se ne è rimasto in silenzio, nonostante l'inasprirsi delle sanzioni, ma anche chi ha preso le distanze dalle azioni dello «zar» (senza mai nominarlo). Lo sfogo sui social dell’imprenditore Oleg Tinkov, proprietario di Tinoff Bank, ha fatto particolarmente rumore, sia per i toni utilizzati, sia per l’attacco diretto all’esercito di Putin (e al presidente stesso). Vediamo chi sono i miliardari russi che hanno condannato la guerra in Ucraina o chiesto di fermarla.
Oleg Tinkov
Oleg Tinkov non si definisce un oligarca, in quanto sostiene di essere un «self-made man», e ritiene che le sanzioni nei suoi confronti siano uno sbaglio. Da tempo si dice contrario alla guerra, ma le critiche diffuse nei giorni scorsi sul suo profilo Instagram sono differenti rispetto a quelle lette finora, in quanto sono rivolte direttamente all'esercito (e le istituzioni) e prendono di mira esplicitamente Putin. Nel post si legge: «Non vedo nessun beneficiario di questa folle guerra! Muoiono persone innocenti e soldati. I generali russi, svegliandosi con i postumi di una sbornia, si sono resi conto di avere un esercito di mer**. Ma come può essere buono un esercito se tutto il resto nel paese è una mer**, impantanato nel nepotismo e nel servilismo? I funzionari del Cremlino sono scioccati dal fatto che, non solo loro ma anche i loro figli, non andranno nel Mediterraneo quest’estate. Gli uomini d’affari stanno cercando di salvare quello che rimane delle loro proprietà. Certo, ci sono idioti che disegnano Z, ma gli idioti in qualsiasi paese sono il 10%. Il 90% dei russi è contro questa guerra! Caro "Occidente unito", per favore, concedi al signor Putin una via d’uscita per salvarsi la faccia e fermare questo massacro. Per favore, siate più razionali e umanitari». Tinkov, nato in Siberia nel 1967 e figlio di un minatore, viveva a Londra, ma da qualche anno si è spostato a Forte dei Marmi, in seguito alla diagnosi di una forma acuta di leucemia. In una recente intervista rilasciata a La Repubblica ha dichiarato di alternare periodi al mare in Italia, a momenti di relax in montagna, in Svizzera. È il fondatore dell'istituto finanziario Tinkoff Bank e secondo Forbes la sua ricchezza prima delle sanzioni valeva quasi 5 miliardi dollari. Ora la sua fortuna si stima intorno agli 800 milioni. In meno di due mesi Tinkov avrebbe perso il suo status di miliardario e le azioni delle sue società sarebbero crollate del 90%. È stato proprietario della squadra World Tour in cui correvano, tra gli altri, Contador, Sagan e Basso. Ha creato una catena di elettrodomestici e dato vita alla Tinkoff Brewery, un’azienda produttrice di birra tra le più forti in Russia. A marzo 2020 venne arrestato a Londra con l’accusa di evasione fiscale, per cui pagò una multa di 509 milioni di dollari agli Stati Uniti.
Mikhail Fridman
Mikhail Fridman è nato in Ucraina, è co-fondatore di LetterOne, una società di investimento internazionale con sede in Lussemburgo, di Alfa Group, un conglomerato multinazionale russo, e di Alfa-Bank, una delle più grandi banche private russe. Secondo il Bloomberg Billionaire's Index, ha un patrimonio netto di 11,4 miliardi di dollari. È stato sanzionato dall’UE, secondo cui «è riuscito a coltivare forti legami con l'amministrazione di Vladimir Putin, ed è stato indicato come uno dei massimi finanziatori russi della cerchia ristretta di Putin». Fridman, subito dopo l’invasione russa, ha scritto una lettera anticipata dal Financial Times in cui dichiarava di volere che «lo spargimento di sangue finisse», spiegando: «I miei genitori sono cittadini ucraini e vivono a Leopoli, la mia città preferita. Ma ho anche trascorso gran parte della mia vita come cittadino russo, costruendo e facendo crescere imprese. Sono profondamente legato ai popoli ucraini e russi e vedo l'attuale conflitto come una tragedia per entrambi». Secondo l’imprenditore: «Questa crisi costerà vite e danneggerà due nazioni che sono sorelle da centinaia di anni. Anche se una soluzione sembra spaventosamente lontana, posso solo unirmi a chi desidera fortemente che lo spargimento di sangue finisca». Friedman non ha mai direttamente criticato Putin, ma ha sottolineato che «la guerra non può mai essere la risposta». Dopo l’entrata in vigore delle sanzioni nei suoi confronti ha fatto sapere di vivere con 2.500 sterline al mese.
Oleg Deripaska
«La pace è molto importante! I negoziati devono iniziare il prima possibile!». Lo ha scritto su Telegram il magnate dell’alluminio Oleg Deripaska, considerato uno stretto alleato di Putin, non appena è scoppiato il conflitto con il conseguente crollo del rublo. Le sanzioni nei suoi confronti sono scattate lo scorso 10 marzo, quando il Regno Unito ha notato che la sua ricchezza era stimata in 2,8 miliardi di dollari. L’oligarca ha partecipazioni nella società energetica En+ Group ed è proprietario del gruppo industriale Basic Element. È tra i fondatori della holding RusAl, uno dei maggiori produttori di alluminio della Russia. Deripaska era già stato oggetto di sanzioni nel 2018, da parte degli Stati Uniti, in risposta all'inferenza russa nelle elezioni del 2016. Gli USA lo hanno anche indagato per riciclaggio di denaro e accusato di aver «minacciato la vita di rivali in affari, intercettato illegalmente un funzionario del governo e aver preso parte a estorsioni», si legge sulla CNN, che cita il Dipartimento del Tesoro americano. Recentemente il suo super yacht da 60 milioni di dollari, nel mirino della autorità occidentali, è stato localizzato alle Maldive.
Alexei Mordashov
Figlio di due operai di acciaierie, Alexei Mordashov è il principale azionista e presidente di Severstal, un conglomerato russo con interessi nel metallo, nell'energia e nelle miniere. Severstal controlla le azioni della Severstal Export Gmbh di Manno, una società che esporta prodotti siderurgici. Mordashov è il comproprietario di Rossiya Bank ed era azionista del Gruppo TUI, da cui si è dimesso a causa delle sanzioni. Secondo Forbes, è l'uomo più ricco della Russia con 29,1 miliardi di dollari. È considerato tra le personalità più vicine a Putin. A inizio marzo parlava della guerra come di una «tragedia di due popoli storicamente fratelli», dichiarando: «Dobbiamo fare di tutto per uscire da questo conflitto a stretto giro e fermare lo spargimento di sangue». Il miliardario è stato sanzionato perché, secondo l'Occidente, avrebbe tratto benefici «dai suoi legami con i dirigenti russi». Le autorità italiane gli hanno sequestrato una tenuta da 105 milioni di euro in Sardegna, così come uno yacht di 65 metri.
Evgeny Lebedev
Evgeny Lebedev è il proprietario della holding che controlla il quotidiano britannico Evening Standard, l’Independent e il canale TV London Live. È il figlio del magnate Alexander Lebedev, un ex oligarca ed ex membro del KGB. Evgeny lo scorso 28 febbraio ha preso posizione contro la guerra dalle pagine dell'Evening Standard, in una lettera aperta al presidente russo, in cui si legge: «Presidente Putin, dato che l'Europa è sull'orlo di un'altra guerra mondiale e il mondo è sull'orlo di un possibile disastro nucleare, ti supplico di utilizzare i negoziati di oggi per porre fine a questo terribile conflitto in Ucraina. Lo dico come persona con profondi legami personali sia con il mio Paese di nascita, sia con il Paese in cui sono cresciuto e ora chiamo casa. In questa pagina (nell’articolo c’è il link alla notizia di una piccola vittima di guerra, ndr) ci sono gli ultimi minuti di una bambina di sei anni ferita a morte dai colpi che domenica hanno colpito il suo condominio di Mariupol. Indossa ancora la sua giacca rosa mentre i medici lottano per salvarla. Ma è troppo tardi. Altri bambini e altre famiglie stanno subendo destini simili in tutta l'Ucraina. Come cittadino russo, ti supplico di impedire ai russi di uccidere i loro fratelli e le loro sorelle ucraini. Come cittadino britannico ti chiedo di salvare l'Europa dalla guerra. Come patriota russo, ti supplico di impedire che altri giovani soldati russi muoiano inutilmente. Come cittadino del mondo ti chiedo di salvare il mondo dall'annientamento. I negoziati di oggi al confine tra Ucraina e Bielorussia offrono un momento di speranza. Puoi fermare questo conflitto. Per favore, cogli l'attimo e poni fine a questa guerra oggi».
Roman Abramovich
Decisamente il personaggio più noto in Occidente, Abramovich è l'ex patron del Chelsea, squadra di Premier League che il magnate ha messo in vendita a causa delle sanzioni. Abramovich ha espresso pubblicamente sgomento per la guerra ma non ha mai criticato apertamente la Russia o Putin. Ha affermato che i proventi netti della vendita del club inglese sarebbero stati utilizzati per creare una fondazione di beneficenza «a beneficio di tutte le vittime della guerra in Ucraina». L'Unione Europea lo ha sanzionato a causa dei suoi «lunghi e stretti legami con Vladimir Putin»; il presidente russo lo avrebbe aiutato a «mantenere la sua considerevole ricchezza». L’ex guida dei Blues di Londra ha partecipato ad un incontro dei negoziati di pace tra le delegazioni russe e ucraine, e in seguito a quell’occasione avrebbe riportato sintomi riconducibili a un avvelenamento. Secondo la rivista Forbes, Abramovich, prima delle sanzioni, aveva un patrimonio intorno agli 11 miliardi di euro ed era tra le 150 persone più ricche del pianeta.