Francia

Treno al posto dell'aereo, ma fino a quando?

Il governo francese e la Commissione Europea hanno trovato un'intesa sul divieto dei voli interni in caso di alternativa su rotaia inferiore alle due ore e mezza – Tuttavia, le associazioni di categoria confidano che la misura diventerà obsoleta entro il 2024
© Shutterstock
Marcello Pelizzari
05.12.2022 15:30

È stata lunga. Alla fine, però, Commissione europea e governo francese hanno trovato un’intesa sul divieto dei voli interni in caso di alternativa, via treno, inferiore alle due ore e mezza. È stata lunga perché, di mezzo, c’erano le proteste – con relativa denuncia presentata a Bruxelles – di tre associazioni del settore: l’Unione degli aeroporti francesi (UAF), il ramo europeo del Consiglio internazionale degli aeroporti (ACI Europa) e il Sindacato delle compagnie aeree autonome (SCARA). Proteste legate a doppio filo alla proposta originaria avanzata dalla Francia, ritenuta liberticida se non peggio.

Soddisfazione a metà

Sebbene il divieto, con l’approvazione europea, sia diventato realtà, le tre associazioni – con sfumature certo differenti – hanno parlato di mezza vittoria, se non di più. Jean-François Dominiak, presidente di SCARA, si è detto soddisfatto della decisione, anche perché lascia aperto uno spiraglio inimmaginabile circa le prospettive future.

In effetti, la misura avrà una durata di appena tre anni. Quindi, limitata nel tempo. Limitata anche perché, dal 2024, sui voli domestici francesi verrà imposta una compensazione delle emissioni di CO2 pari al 100%. Difficile, secondo Dominiak, che queste tratte verranno ancora considerate inquinanti quando la misura appena entrata in vigore verrà rivista dall’Unione Europea. Tradotto: diversi collegamenti potranno riaprire. E pazienza se, nel frattempo, l’operatività di Parigi-Orly verrà fortemente danneggiata.

Le critiche

Anche Thomas Juin, presidente dell’UAF, ha gradito la limitazione temporale del divieto, come il fatto che il governo francese si chinerà ogni anno sulla misura. D’altronde, più volte le associazioni avevano sottolineato come il testo originario fosse privo delle necessarie basi legali. Olivier Jankovec, direttore generale di ACI Europa, si è spinto oltre affermando che Bruxelles, di fatto, ha riformulato e ridimensionato quanto sosteneva la legge francese.

Juin, dal canto suo, è convinto che da qui al 2024 il divieto diventerà obsoleto. Non solo, il fatto che la decisione – fronte europeo – si sia fatta attendere è significativo. Vi sarebbero state, insomma, delle difficoltà giuridiche nel mettere in pratica l’articolo 145 della legge del 22 agosto 2021 denominata «Clima e resilienza». E questo nonostante l’articolo sia coerente e conforme all’articolo 20 del regolamento europeo, che consente di limitare il traffico aereo in presenza di «gravi problemi ambientali».

E proprio questo carattere «a tempo», secondo Juin, non farebbe delle disposizioni francese ed europee uno strumento utile per combattere il riscaldamento globale a lungo termine.

A suo tempo, nel 2021, anche il patron di Ryanair Michael O’Leary aveva pesantemente criticato la legge francese: «La Francia sta vietando tutti i voli nazionali inferiori a 500 chilometri, salvo le coincidenze per Parigi Charles de Gaulle. Quindi, sostanzialmente, Air France continuerà a volare mentre tutti gli altri saranno banditi».

Le prossime mosse

Il divieto approvato dalla Commissione Europea riguarderà solo tre tratte – quelle da Parigi-Orly a Bordeaux, Nantes e Lyon, tre città raggiungibili in treno dalla capitale in meno di due ore e mezza – mentre per la sua effettiva entrata in vigore servono ancora altri passaggi legislativi: il ministro dei Trasporti francese, Clément Beaune, in questo senso ha garantito che avverranno «il prima possibile».

Quali saranno, concludendo, le prossime mosse dei tre rappresentanti del settore? Dominiak, leggiamo, punta alla consultazione pubblica. Juin e Jankovec, invece, starebbero pensando a una denuncia congiunta. «Ci riserveremo il diritto di sottoporre la questione al Consiglio di Stato (il giudice di ultimo grado per i ricorsi mossi contro le decisioni prese da un'autorità pubblica, ndr) o addirittura al Tribunale dell’Unione Europea» ha detto il presidente dell’UAF. «La storia non è finita».

Il settore dell’aviazione, in ogni caso, ritiene che questo divieto poco o nulla faccia in termine di riduzione delle emissioni. Tanto in Francia quanto in Europa. I rappresentanti citati, semmai, si aspettano che la legislazione spinga (e obblighi) le compagnie a usare carburanti sostenibili (SAF) o a compensare ogni emissione. Jankovec, in particolare, ha parlato di una misura dall’efficacia tutta da dimostrare. Esprimendo, altresì, dubbi sulla proporzionalità della misura visto il suo impatto marginale sulla riduzione delle emissioni a fronte dell’entità, e della gravità, del riscaldamento globale.