Mondo
La diretta
Intervenendo al Consiglio settimanale dei ministri, il primo ministro israeliano ha affermato di aver autorizzato questa operazione che non era stata rivendicata in precedenza — TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
LIVE
22:26
22:26
«Hamas avrebbe offerto ai funzionari di Fatah la gestione della Striscia di Gaza»
Secondo quanto riporta in serata l'emittente israeliana Kan, Hamas avrebbe offerto ai funzionari di Fatah la responsabilità della gestione della Striscia di Gaza, compreso il controllo dei valichi di frontiera e degli apparati della sicurezza. Lo scrive il Jerusalem Post.
21:49
21:49
L'Iran chiede di cacciare Israele dall'ONU dopo l'attacco in Siria
Il ministero degli Esteri iraniano ha chiesto oggi un embargo sulle armi contro Israele e l'espulsione del suo acerrimo nemico dalle Nazioni Unite, a seguito dell'attacco di oggi in Siria.
Il portavoce del ministero degli Esteri, Esmaeil Baghaei, ha affermato che Teheran «ha condannato fermamente l'attacco aggressivo effettuato oggi dal regime sionista contro un edificio residenziale» nell'area di Damasco. L'attacco a un appartamento appartenente al gruppo armato libanese Hezbollah, sostenuto dall'Iran, ha ucciso nove persone, tra cui un comandante di Hezbollah, ha reso noto l'Osservatorio siriano per i diritti umani.
Baghaei ha chiesto misure contro Israele, tra cui «un embargo sulle armi» e la sua «espulsione dalle Nazioni Unite».
21:16
21:16
Israele: «Ucciso un importante comandante della Jihad a Gaza»
Un importante comandante della Jihad islamica palestinese è stato ucciso ieri in un attacco aereo nella Striscia di Gaza. Lo hanno annunciato l'Idf, le forze armate israeliane e lo Shin Bet.
Le fonti hanno precisato che Muhammad Abu Saheel, capo delle operazioni della Jihad islamica, è stato ucciso in un attacco condotto da aerei da combattimento contro una sala di comando situata all'interno di un'ex scuola nel nord di Gaza.
Abu Saheel era un «agente centrale» della Jihad islamica ed era coinvolto nel «compilare le valutazioni sulla situazione e nel coordinamento delle operazioni terroristiche» con Hamas, si legge nella dichiarazione. Prima dell'attacco alla scuola Fahd al-Sabah, l'Idf afferma di aver adottato «molte misure» per mitigare i danni ai civili, tra cui l'uso di sorveglianza aerea e altre informazioni di intelligence.
21:04
21:04
Domani a Riad vertice arabo sulle guerre in Medio Oriente
I leader arabi e musulmani hanno iniziato ad arrivare in Arabia Saudita per un summit in programma per domani che si concentrerà sulle guerre di Israele a Gaza e in Libano. Lo riferiscono i media statali sauditi.
Il ministero degli Esteri saudita ha annunciato il summit a fine ottobre, durante il primo incontro di una«alleanza internazionale» che spinge per una soluzione a due Stati per il conflitto israelo-palestinese. I partecipanti «discuteranno della continua aggressione israeliana sui territori palestinesi e sulla Repubblica libanese e degli attuali sviluppi nella regione», afferma oggi l'agenzia di stampa ufficiale saudita. Il meeting arriva un anno dopo un incontro simile a Riad promosso dalla Lega araba con sede al Cairo e dall'Organizzazione per la cooperazione islamica (Oic) con sede a Gedda, durante il quale i leader hanno condannato le azioni delle forze israeliane a Gaza definendole «barbare».
Il canale di notizie statale saudita Al-Ekhbariya ha mostrato le immagini dell'arrivo a Riad del presidente nigeriano Bola Tinubu e del primo ministro libanese Najib Mikati. Atteso anche il primo ministro pachistano Shehbaz Sharif. In una telefonata con il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman, il presidente iraniano Masoud Pezeshkian ha detto che non avrebbe preso parte all'incontro a causa di urgenti «impegni di governo». Al suo posto interverrà all'incontro il primo vicepresidente Mohammad Reza Aref.
I 57 membri dell'Oic e i 22 membri della Lega araba includono Paesi che riconoscono Israele e altri fermamente contrari alla sua integrazione regionale. Il vertice dell'anno scorso a Riad ha stentato a trovare accordi su misure economiche o energetiche che potrebbero cambiare il corso dei conflitti in atto.
20:10
20:10
Bibileaks, il capo staff del premier finisce nei guai
Una domenica tumultuosa per l'ufficio del primo ministro israeliano, con l'atmosfera diventata incandescente dopo che di prima mattina i media nazionali hanno tirato il ballo il suo capo staff indicandolo come il responsabile dei documenti truccati sulla guerra.
Dopo giorni di rumors, il potente Tzachi Braverman è stato individuato con nome e cognome, come il funzionario sospettato di aver ricattato un ufficiale dell'Idf affinché alterasse i verbali di riunioni all'inizio della guerra, minacciandolo con una registrazione video ritenuta sensibile.
In serata il premier ha affrontato di petto l'argomento con una dichiarazione furibonda in cui accusa i media di aver aperto un ulteriore fronte contro il Paese, quello delle fake news: «Negli ultimi giorni, il mio ufficio è stato oggetto di un attacco selvaggio e sfrenato. Si tratta di una caccia progettata per danneggiare la leadership del Paese e indebolirci nel mezzo di una guerra. Questo non mi scoraggerà. Sono più determinato che mai ad arrivare alla vittoria assoluta», ha dichiarato Netanyahu.
Il report di domenica, pubblicato per prima dalla tv pubblica Kan, è arrivato dopo che si era saputo di una denuncia di diversi mesi fa al capo di stato maggiore Herzi Halevi secondo la quale l'ufficio del premier aveva ottenuto e faceva un uso inappropriato di filmati sensibili di un ufficiale dell'esercito.
Un funzionario anonimo della cerchia di Netanyahu avrebbe riferito a Halevi che l'ufficiale in questione aveva una relazione - ritenuta inopportuna - con un'impiegata dell'ufficio del primo ministro, sebbene un'indagine dell'Idf abbia stabilito che la relazione non costituiva un abuso di potere. Secondo Channel 13, funzionari della presidenza del consiglio hanno chiesto alla donna di consegnare il suo telefono perché sospettata di aver rivelato informazioni, ma in realtà lo avrebbero utilizzato solo per estorcerle conversazioni private con l'ufficiale.
Stando ai media israeliani, la vicenda sembra essere collegata ai tentativi di 'assistenti' di Netanyahu che hanno usato «filmati sensibili» dell'ufficiale per convincerlo a cambiare i protocolli della notte tra il 6 e il 7 ottobre 2023, poche ore prima del devastante attacco di Hamas.
Ora, le accuse a Braverman sono piombate nel bel mezzo di un altro scandalo, e conseguente inchiesta giudiziaria, che ha scosso la presidenza del consiglio con l'arresto del portavoce per la sicurezza del premier Eli Feldstein e di altri quattro ufficiali dell'Idf. Il cosiddetto Bibileaks, così ribattezzato dai media locali, ossia la fuga di notizie di intelligence, altamente classificate e in possesso soltanto della segretissima Unità 8200 dei servizi militari, trapelate e finita su due giornali internazionali, Bild e Jewish Chronichle, che secondo le accuse sarebbero state veicolate proprio da Feldstein.
Tornando a Braverman, la reazione non si è fatta attendere: nel giro di poche ore dalla pubblicazione delle notizie che lo riguardano, il capo staff di Bibi ha minacciato azioni legali se Kan non rimuoverà l'articolo e non presenterà scuse pubbliche. Altra richiesta: il pagamento di 100.000 shekel (26.700 dollari) di danni per la pubblicazione. Agli scandali dell'ultima settimana, così come alle inchieste che sono scaturite, la presidenza del consiglio ha opposto un muro, definendole soltanto una caccia alle streghe.
19:09
19:09
Israele: «Non andate alla partita Francia-Israele giovedì»
Il governo israeliano ha raccomandato ai connazionali di non andare allo stadio giovedì sera a Parigi per la partita di Nations League tra Francia e Israele.
Lo ha riferito il Consiglio per la sicurezza nazionale dopo le violenze dei giorni scorsi a Amsterdam contro i tifosi del Maccabi Tel Aviv. L'appello si estende a tutti gli eventi sportivi e culturali all'estero che coinvolgono squadre o artisti israeliani.
Intanto la presidenza francese ha fatto sapere che Emmanuel Macron, sarà presente allo Stade de France giovedì sera.
18:49
18:49
Libano, 38 morti negli attacchi israeliani di oggi nel Paese
Almeno 38 persone sono state uccise oggi in vari attacchi israeliani in Libano, di cui 23 in un raid contro una città a nord di Beirut, Aalmat, ha annunciato il ministero della Sanità libanese.
Israele, in guerra aperta dal 23 settembre contro Hezbollah, ha intensificato negli ultimi giorni i suoi attacchi contro le roccaforti del movimento islamista libanese, in particolare nella periferia sud di Beirut e nel sud del Libano.
Un «raid del nemico israeliano contro Aalmat, nella regione di Jbeil, ha provocato 23 morti, tra cui sette bambini, e sei feriti», ha precisato il ministero, aggiungendo che il bilancio potrebbe aumentare ulteriormente.
18:47
18:47
Un consigliere di Trump ha incontrato Abu Mazen all'ONU a settembre
ll suocero di Tiffany Trump, Massad Boulos, un importante rappresentante arabo e consigliere del presidente eletto degli Stati Uniti, ha incontrato il presidente dell'Autorità Nazionale Palestinese Abu Mazen a margine dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite a settembre: lo ha riferito un alto funzionario palestinese al Times of Israel.
L'incontro tra Abbas e Boulos, un uomo d'affari libanese-americano, è stato cordiale, afferma il funzionario palestinese, confermando quanto riportato dal New York Times. Abbas ha sottolineato la sua volontà di lavorare con Trump per raggiungere una soluzione a due stati per il conflitto israelo-palestinese. Boulos e Bishara Bahbah, a capo degli arabo-americani di Trump, hanno contribuito a redigere la lettera che Abbas ha inviato a Trump dopo il tentato omicidio di luglio, a cui è seguito il ringraziamento del presidente eletto.
18:21
18:21
Netanyahu ammette di aver dato l'ok all'attacco con i cercapersone
Il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu ha riconosciuto oggi per la prima volta di aver dato il via libera all'attacco ai cercapersone contro Hezbollah lo scorso settembre. Lo ha detto all'Afp il suo portavoce, Omer Dostri.
Intervenendo al Consiglio settimanale dei ministri, Netanyahu ha affermato di aver autorizzato questa operazione che non era stata rivendicata in precedenza, ha confermato Dostri.
17:35
17:35
«Salgono a 9 i morti nel raid israeliano vicino Damasco»
L'Osservatorio siriano per i diritti umani (Osdh), una Ong che ha sede nel Regno Unito, ma che dispone di una vasta rete di fonti nel Paese in guerra, ed anche la radio filo-regime Sham, hanno aggiornato il bilancio dell'attacco israeliano che ha preso di mira un edificio appartenente ad alcuni membri degli Hezbollah libanesi a sud di Damasco.
Secondo la Ondus «un attacco israeliano ha provocato sette morti e 14 feriti, tra cui donne e bambini, a Sayyeda Zeinab», un'area che ospita un importante santuario sciita, difeso da gruppi filo-iraniani, tra cui Hezbollah, ha precisato il direttore dell'Osdh, Rami. Abdel Rahmane. Radio Sham parla invece di nove morti e 20 feriti.
In Libano invece almeno nove persone sono state uccise negli attacchi israeliani odierni nel Libano orientale, dove domina il gruppo armato Hezbollah. Lo ha rivelato il ministero della Sanità libanese, precisando che gli attacchi separati effettuati contro tre città hanno provocato la morte di almeno nove persone nella regione di Baalbek, dove Israele ha già effettuato nelle ultime settimane numerosi raid contro obiettivi di Hezbollah.
17:23
17:23
Ucciso da Israele l'assassino del primo ministro libanese Rafik al Hariri
La tv saudita al Arabiya ha riferito che in un raid israeliano di qualche giorno fa in Siria è stato ucciso Salim Ayash, alto comandante militare di Hezbollah condannato per l'omicidio del primo ministro libanese Rafik al Hariri nel 2005.
Hariri guidò gli sforzi di ricostruzione del Libano dopo la guerra civile, ma si oppose alla presenza militare siriana nel Paese, che di fatto dominava la politica.
Fu assassinato il 14 febbraio 2005 quando un'autobomba con una tonnellata di esplosivo scoppiò vicino al suo convoglio a Beirut. Altre 21 persone rimasero uccise. Gli USA avevano messo una taglia di 10 milioni sulla testa di Ayash.
16:43
16:43
Fonti mediche: «6 morti e 15 feriti nel raid a sud di Damasco»
È salito a sei morti e 15 feriti il bilancio del raid in un sobborgo di Damasco attribuito a Israele. Lo hanno riferito fonti mediche di un ospedale alla radio siriana Sham, come riportano i media israeliani.
L'agenzia ufficiale Sana, viene inoltre ferito, al momento parla soltanto di indagini in corso su esplosioni vicino a Damasco.
15:48
15:48
«Raid israeliano a sud di Damasco, tre morti»
L'Osservatorio siriano per i diritti umani ha riportato un attacco israeliano vicino a Damasco, che ha ucciso tre persone. Il raid, secondo l'ong basata a Londra, ha preso di mira un appartamento appartenente a Hezbollah a Sayyida Zeinab, a sud della capitale siriana. Un'area considerata roccaforte di gruppi filo-iraniani in Siria.
15:23
15:23
Netanyahu ha parlato «tre volte» con Trump negli ultimi giorni
«Negli ultimi giorni ho parlato tre volte con il presidente eletto Donald Trump. Sono state conversazioni belle e molto importanti. Colloqui volti a rafforzare ulteriormente la forte alleanza tra Israele e Stati Uniti». Lo ha detto il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu in un video pubblicato dal suo ufficio.
«Vediamo faccia a faccia la minaccia iraniana in tutte le sue componenti e il pericolo che essa comporta. Vediamo anche le grandi opportunità davanti a Israele, nel campo della pace e della sua espansione», ha affermato ancora il premier.
«Non permetteremo mai che gli orrori della storia si ripetano. Non ci arrenderemo mai, né all'antisemitismo né al terrorismo. Continueremo a difendere il nostro Paese e i nostri cittadini dovunque, di fronte a qualsiasi minaccia, in particolare quella iraniana», ha proseguito Netanyahu nel video.
«Una linea chiara collega due attacchi antisemiti contro Israele che abbiamo visto di recente sul suolo olandese: l'attacco legale e criminale contro lo Stato di Israele presso la Corte internazionale di giustizia dell'Aia e l'attacco violento e criminale contro i cittadini di Israele per le strade di Amsterdam. In entrambi i casi, si tratta di un pericoloso antisemitismo che mira a rendere gli ebrei e il loro Paese indifesi, a privali del diritto alla vita stessa», ha aggiunto.
Netanyahu ha continuato riferendo che subito dopo l'attacco ad Amsterdam ha chiamato il primo ministro dei Paesi Bassi. «Mi ha detto che si vergognava, ha detto così, si vergognava che sul suolo del suo Paese fosse avvenuto un attacco antisemita così orribile. Gli ho chiesto che consegnasse i colpevoli alla giustizia e proteggesse anche la comunità ebraica nei Paesi Bassi», ha concluso.
15:21
15:21
«Timori per una nuova ondata di violenza in Europa»
Fonti diplomatiche di Paesi occidentali hanno riferito a Haaretz che i governi europei sono preoccupati per una nuova ondata di violenza legata alla guerra in corso a Gaza, in seguito all'attacco di venerdì contro i tifosi di calcio israeliani ad Amsterdam.
La preoccupazione principale è che aggressioni organizzate come quelle nella capitale olandese vengano portate avanti con l'obiettivo di danneggiare israeliani o ebrei durante eventi di massa come partite di calcio, spettacoli, eventi culturali o celebrazioni di feste ebraiche.
Nell'ultimo anno, dall'attacco di Hamas del 7 ottobre 2023 e dalla conseguente guerra nella Striscia di Gaza, i servizi segreti dei Paesi europei hanno ricevuto decine di avvertimenti relativi a tentativi di attacchi contro israeliani o ebrei nella loro giurisdizione.
Le agenzie di intelligence israeliane stanno raccogliendo informazioni su piani per attaccare istituzioni ebraiche e ambasciate o uffici israeliani e hanno contribuito a sventarli in collaborazione con i governi interessati. Le agenzie di sicurezza stanno anche raccogliendo informazioni sui piani dell'Iran e delle organizzazioni terroristiche collegate per assassinare israeliani in Europa, con un'enfasi sugli ex ufficiali dell'Idf.
14:27
14:27
«Il Ministro israeliano Dermer negli USA per discutere della tregua in Libano»
Nell'ambito dei tentativi di raggiungere un cessate il fuoco in Libano, il ministro degli Affari strategici israeliano Ron Dermer è volato negli Stati Uniti ieri sera per incontrare alti funzionari della Casa Bianca, dopo essere stato anche in Russia la settimana scorsa.
Lo riferisce Ynet spiegando che negli ultimi tempi delegazioni russe e israeliane hanno avuto colloqui sulla situazione nel nord di Israele, bombardato da oltre un anno da Hezbollah dal Libano, la cessazione delle ostilità con l'Iran e un accordo di cessate il fuoco con Hamas a Gaza.
Ieri alcuni funzionari statunitensi hanno confermato che ci sono progressi nei colloqui per porre fine ai combattimenti tra Israele e Hezbollah: «Le possibilità di una soluzione in Libano stanno aumentando sotto la guida di Amos Hochstein, inviato del presidente Joe Biden, e con l'incoraggiamento del presidente eletto Donald Trump. C'è anche un grande sforzo per realizzare un piccolo accordo sugli ostaggi», hanno detto. Diverse fonti americane stimano che Trump voglia vedere una soluzione in Libano ancor prima di insediarsi alla Casa Bianca il 20 gennaio.
13:57
13:57
«Hamas tortura i civili palestinesi detenuti a Gaza»
L'esercito israeliano ha scoperto migliaia di ore di filmati che mostrano agenti di Hamas torturare civili palestinesi detenuti a Gaza: lo riporta il tabloid britannico Daily Mail in un articolo pubblicato in esclusiva.
I video mostrano prigionieri maschi con sacchi sopra la testa, incatenati al pavimento e al soffitto: «gli uomini si contorcono in agonia mentre vengono picchiati con bastoni sulla pianta dei piedi», scrive il giornale.
Sembra che i video, spiega il Daily Mail, siano stati ripresi inavvertitamente dalle telecamere a circuito chiuso all'interno di una base militare di Hamas nel nord di Gaza, presa d'assalto dalle truppe israeliane all'inizio di quest'anno.
I filmati sarebbero stati scoperti su computer sequestrati nel complesso abbandonato all'interno del campo profughi di Jabalia, aggiunge il tabloid.
A sua volta, l'esercito israeliano condanna il gesto di alcuni soldati che hanno bruciato una bandiera libanese cantando e ballando, il tutto ripreso in un video divenuto presto virale, accusando Hezbollah di alimentare pretestuosamente la polemica.
«Fin dall'inizio della guerra contro Hezbollah, lo abbiamo detto chiaramente: la nostra guerra non è contro il popolo libanese, ma contro coloro che violano la terra del Libano, ne bruciano la sovranità e ne profanano i simboli - ha postato su X il portavoce di lingua araba dell'esercito israeliano Avichay Adraee -. La nostra guerra è contro il terrorista Hezbollah, che non è mai stato libanese per credo, pensiero o identità. Pertanto, riteniamo che alcuni soldati che bruciano la bandiera libanese nel sud del Libano sia un atto che viola le istruzioni, non è degno dei valori dell'Idf e non è in linea con gli obiettivi delle nostre attività militari in Libano. Ci impegniamo a concentrare le nostre operazioni esclusivamente sul prendere di mira gli elementi terroristici, senza danneggiare i cittadini libanesi innocenti».
Tuttavia - aggiunge Adraee - «non ci sorprende che alcuni portavoce di Hezbollah abbiano sfruttato l'incidente nel tentativo di distogliere l'attenzione da un fatto evidente: è Hezbollah che non rispetta la bandiera libanese, né nelle sue occasioni ufficiali né nelle sue celebrazioni, poiché i terroristi del partito hanno abbattuto la bandiera libanese e l'hanno profanata in molte occasioni e l'hanno sostituita con la propria bandiera per la lealtà che rappresenta nei confronti dell'Iran».
13:04
13:04
Il capo dello staff di Netanyahu minaccia i media dopo la fuga di notizie
Il capo dello staff del premier israeliano Tzachi Braverman minaccia azioni legali contro l'emittente pubblica Kan se non rimuoverà una notizia in cui afferma che ha ricattato un ufficiale delle Idf per alterare i verbali di riunioni in tempo di guerra, minacciandolo con una registrazione video sensibile.
L'ufficio del primo ministro ha pubblicato una lettera al giornalista politico di Kan Michael Shemesh e al direttore generale di Kan Golan Yochpaz da parte dell'avvocato di Braverman, Oriel Nizri, in cui chiede scuse immediate e la ritrattazione dell'articolo, oltre a un risarcimento danni di 26'670 dollari. La lettera definisce la notizia di Kan «fake news e grave calunnia, insieme a un selvaggio incitamento in tempo di guerra».
10:45
10:45
Attacco israeliano contro una casa a Baalbek
I media ufficiali libanesi hanno riferito di un attacco israeliano contro una casa nella principale città orientale di Baalbek, che non è stato preceduto da un ordine di evacuazione dell'esercito israeliano.
«Aerei nemici hanno lanciato un attacco contro una casa nel quartiere di al-Laqees» della città, ha dichiarato l'agenzia di stampa nazionale statale.
Intanto, il ministro per gli Affari strategici israeliano Ron Dermer ha visitato segretamente la Russia come parte degli sforzi di Israele per raggiungere un cessate il fuoco in Libano. Lo riferisce la radio militare.
La Russia è un attore importante in Siria, dove risiede una parte di Hezbollah, e la sua cooperazione in un accordo diplomatico per porre fine ai combattimenti tra Israele e il gruppo sostenuto dall'Iran potrebbe essere un pezzo importante di un accordo che impedisca a quest'ultimo di riarmarsi. Una delegazione russa ha visitato Israele il 24 ottobre. Una fonte nell'ufficio del premier Benjamin Netanyahu ha dichiarato al Times of Israel che la visita della delegazione russa non era collegata agli ostaggi trattenuti da Hamas a Gaza.
Nel frattempo, il bilancio dei morti a Gaza è salito a quota 43'603, di cui 51 nelle ultime 24 ore: lo ha reso noto su Telegram il ministero della Sanità di Hamas. I feriti sono 102'929, secondo la stessa fonte.
07:24
07:24
Trenta morti in due attacchi israeliani a Gaza
La protezione civile della Striscia di Gaza gestita da Hamas ha annunciato oggi la morte di 30 persone, tra cui 13 bambini, in due attacchi israeliani.
I raid aerei israeliani hanno preso di mira due case nella Striscia di Gaza, ha precisato la protezione civile.
Un primo attacco ha ucciso questa mattina «almeno» 25 persone, «tra cui 13 bambini», in una casa di famiglia a Jabalia, nel nord di Gaza, ed ha provocato «più di 30 feriti».
I servizi di emergenza palestinesi hanno riferito di un secondo attacco israeliano contro una casa nel quartiere al-Sabra di Gaza City, che ha causato cinque morti e alcuni dispersi. «Alcuni civili sono ancora sotto le macerie», hanno affermato.
Intanto, ieri sera le strade di Tel Aviv e di altre città israeliane si sono riempite di familiari degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas che vogliono così sottolineare i 400 giorni dai rapimenti dei loro cari. Si tratta - commenta The Times of Israel - dei primi raduni del sabato sera dopo il «licenziamento» del ministro della Difesa Yoav Gallant da parte del premier Benjamin Netanyahu che già hanno scatenato proteste di piazza.
Il raduno più grande di stasera, promosso dall'Hostage Families Forum, si svolge a Hostages Square di Tel Aviv, con raduni più piccoli a Gerusalemme, Kiryat Gat, all'incrocio meridionale di Shaar HaNegev e altrove. Manifestanti antigovernativi e pro-accordo sugli ostaggi hanno manifestato anche a Begin Street di Tel Aviv, fuori dal quartier generale dell'Idf.
Il Forum ha affermato che il raduno di Hostages Square, «che segna questi inimmaginabili 400 giorni», vedrà la partecipazione di «rappresentanti pubblici che riflettono l'ampia diversità del popolo israeliano» che «esprimeranno la richiesta della pubblica opinione della restituzione di tutti gli ostaggi».
Frattanto, il capo dello staff del premier israeliano Tzachi Braverman sarebbe dietro il presunto ricatto a un alto ufficiale della segreteria militare del premier per ottenere l'accesso ai verbali delle riunioni dell'inizio della guerra. Lo riferiscono i media locali.
Il caso ha portato all'apertura di un'inchiesta che si concentra sulle modifiche apportate ai verbali delle riunioni che si sono tenute tra Benjamin Netanyahu e il suo ex segretario militare. Braverman, avrebbe anche raccolto video sensibili delle telecamere di sicurezza dell'ex ministro della Difesa Yoav Gallant e di un ufficiale delle Idf del premier per scopi poco chiari.
Nel frattempo, Israele sta prendendo seriamente in considerazione la possibilità di un accordo di cessate il fuoco limitato nel tempo con Hezbollah. Lo riferisce Channel 12 sottolineando che l'iniziativa del governo israeliano è legata a un contesto di profonda preoccupazione per la possibile decisione del Consiglio di Sicurezza Onu che potrebbe limitare le operazioni dell'Idf.
Secondo Channel 12 sono in corso colloqui attraverso canali diplomatici. Alti funzionari a Gerusalemme esprimono il timore che gli Usa questa volta si asterranno dall'usare il loro potere di veto per proteggere gli interessi israeliani nel Consiglio di Sicurezza.
07:07
07:07
Il punto alle 7.00
Aerei da guerra statunitensi hanno messo a segno attacchi contro strutture di stoccaggio di armi degli Huthi nello Yemen. Lo ha fatto sapere il Pentagono. Le armi venivano utilizzate per attaccare imbarcazioni militari e civili nel Mar Rosso e nel Golfo di Aden, ha detto un funzionario della difesa statunitense.