Trovato il cadavere di Giulia Cecchettin
(Aggiornato) «Adesso è il momento del dolore e di stringersi attorno alla famiglia. Il lavoro degli investigatori ha portato intanto a ritrovare Giulia. Ora è anche il momento di individuare le responsabilità e le dinamiche di questa vicenda, per le quali ci affidiamo ancora alle forze dell'ordine». Con una breve dichiarazione davanti alla villetta dei Cecchettin, l'avvocato Stefano Tigani – che sta assistendo la famiglia con l'associazione Penelope – ha di fatto confermato che il corpo ritrovato oggi, poco prima di mezzogiorno, è quello di Giulia Cecchettin. Sui social, invece, la sorella di Giulia, Elena, ha affidato poche, significative frasi a mo' di ricordo: «Rest in power. I love you». Oltre alle due frasi, un selfie sorridente accanto alla sorella, davanti a uno specchio, in bianco e nero.
Giulia Cecchettin e Filippo Turetta, due giovani di 22 anni che in passato avevano avuto una relazione, non avevano più dato notizie di loro dalla sera di sabato 11 novembre. Subito, i sospetti si erano concentrati sulla figura e sul comportamento di Filippo. Il quale avrebbe convinto o addirittura costretto la ragazza a seguirlo. A sostegno di questa tesi, ieri, era spuntato anche un video, mentre il ragazzo era stato inserito nel registro degli indagati con l’accusa di tentato omicidio.
Il ritrovamento è avvenuto in un canalone fra la zona del Lago di Barcis e Piancavallo. A trovare il corpo sono stati i Vigili del Fuoco. «Il corpo dovrebbe essere il suo, ma lo diciamo sulla base dei primi riscontri dei Carabinieri, sul posto» ha detto, quasi subito, il procuratore di Venezia Bruno Cherchi. «Aspettiamo una conferma».
Cherchi ha pure rivolto un appello a Filippo Turetta per convincerlo a costituirsi «È un appello – ha spiegato il procuratore ai giornalisti – al ragazzo affinché si costituisca e possa dare la propria versione dei fatti. Speravamo di non dover dare questa notizia (il ritrovamento del corpo di Giulia, ndr) ma la ricostruzione dei fatti che potrebbe fare Turetta sarebbe molto importante, anche per lui stesso. Per questo ribadisco: non continui questa sua fuga e si costituisca».
La svolta nelle indagini, scrivono l'ANSA e i media italiani, era arrivata giovedì mattina in maniera del tutto casuale: la telecamera che registra il passaggio dei veicoli all'ingresso dell'area turistica di Piancavallo, infatti, è stata riaccesa dopo quattro giorni in cui non era operativa per lavori di manutenzione. Il software aveva tuttavia continuato a registrare i passaggi. Alla riaccensione, è scattato l'allarme per il transito dell'automobile di Filippo, una Fiat Grande Punto nera.
Trattandosi di una zona completamente periferica e per la quale Filippo aveva fatto una deviazione anomala rispetto al successivo rilevamento, alla diga del Vajont, gli investigatori hanno immediatamente iniziato a battere palmo a palmo i dodici chilometri di strada che separano Piancavallo dal Lago di Barcis, dove già si era concentrata l'attenzione dei Carabinieri.