Stati Uniti

Trump ci riprova: dall'incriminazione carburante per la propria campagna

Lamentando una «caccia alle streghe», il tycoon aveva visto il proprio indice di gradimento crescere nei sondaggi dopo il caso «Stormy Daniels» — L'ex presidente saprà sfruttare anche le accuse rivoltegli per i documenti top secret conservati a Mar-a-Lago?
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Red. Online
11.06.2023 14:10

Trump non ha alcuna intenzione di mollare la presa. Nonostante il recente accumularsi di guai legali, il tycoon è sicuro di sé. «Nel 2024 caccerò il corrotto Biden dalla Casa Bianca. Le forze interne che vogliono distruggere l'America sono più forti della Russia, della Cina e della Corea del Nord messe insieme», ha affermato ieri di fronte a un folto pubblico a una convention repubblicana a Columbus, in Georgia. La fresca, freschissima incriminazione a suo carico? «Caccia alle streghe, bufale, farse. Sono tutte interferenze politiche». Farsa o no, Jack Smith, il procuratore speciale che ha seguito le indagini sui documenti top secret rinvenuti a Mar-a-Lago, fa decisamente sul serio. Ben 37 i capi d'accusa, dalla "conservazione intenzionale di informazioni sulla difesa nazionale" alle "false dichiarazioni" e "cospirazione per ostacolare la giustizia", passando per "l'occultamento" di documenti sensibili.

Ma tutto ciò, dicevamo, non preoccupa The Donald. In una recente intervista a Politico, Trump ha spiegato di non aspettarsi una condanna e, anzi, ha già deciso di non accettare alcun patteggiamento, «a meno che mi vengano pagati dei danni». Ma anche se dovesse essere riconosciuto colpevole, ha spiegato Trump, la corsa alla Casa Bianca non cambierà d'una virgola: «Non me ne andrò mai».

Il ruolo dell'incriminazione

Ma davvero Trump può ignorare una ipotetica condanna? Tecnicamente, al tycoon non sarebbe proibito continuare la propria corsa alla presidenza, nemmeno se dovesse finire in carcere. Da capire, tuttavia, quanto una simile candidatura possa influire sui nervi di un Paese già polarizzato. Intanto, fra lamentele e accuse a Jack Smith («Non sono mai stato incriminato in vita mia e ora vengo incriminato ogni due mesi. È una questione politica. Chi mi dà la caccia è un delinquente»), Trump non ha esitato a trasformare anche un fatto legalmente grave come un'incriminazione in nuovo carburante per la propria campagna. 

Già dopo l'incriminazione a New York nel caso "Stormy Daniels", gli elettori repubblicani si erano stretti attorno all'ex presidente, tanto che Trump — al grido di «È una caccia alle streghe!» — aveva visto i propri numeri aumentare: nei sondaggi, sì, ma anche nella raccolta fondi.

Ora il tycoon e il suo team potrebbero riuscire a cavalcare gli stessi argomenti e trarre vantaggio dalle nuove accuse, sebbene il caso di Mar-a-Lago — convengono gli analisi — sia decisamente più grave.

In Georgia

All'evento di Columbus, citato in precedenza, l'affetto dimostrato dai fan all'ex presidente non sembra tuttavia aver subito il contraccolpo, anzi. Nella giornata di sabato, riporta il quotidiano statunitense, i più convinti sostenitori hanno dimostrato la propria indifferenza alla notizia della nuova incriminazione. Fra bandiere sventolanti e cappellini con la classica scritta MAGA ("Make America Great Again"), la folla ha accompagnato Trump dalla sua discesa dal jet fino al luogo della convention repubblicana. Più tardi, prima di tornare all'aeroporto, il tycoon ha anche posato per delle foto con gli agenti di polizia.