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In conferenza stampa con il premier israeliano Benjamin Netanyahu, il presidente USA Donald Trump ha detto di voler portare la Striscia sotto il controllo americano: «È un inferno, i palestinesi adorerebbero andarsene» – Guterres: «È pulizia etnica» – L'Arabia Saudita: «Nessuna normalizzazione senza uno Stato palestinese» – TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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![Trump: «Gli USA prenderanno controllo di Gaza, i palestinesi se ne andranno per sempre»](https://naxos-cdn01.gruppocdt.ch/cdt/stories/2025/02/05/1920x1080/3457c62a-240c-465c-839c-fe422d9f5aa2.jpeg)
21:35
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Netanyahu in visita al Pentagono, accolto da Hegseth
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu è in visita al Pentagono, dove è stato accolto dal segretario alla difesa Pete Hegseth.
21:24
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Guterres spinge per la soluzione dei due Stati
«Qualsiasi pace duratura richiederà progressi tangibili, irreversibili e permanenti verso la soluzione dei due Stati, la fine dell'occupazione e la creazione di uno Stato palestinese indipendente, con Gaza come parte integrante».
Lo ha detto il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres parlando alla sessione di apertura 2025 della Commissione per l'esercizio dei diritti inalienabili del popolo palestinese, dove ha invitato ad evitare qualsiasi forma di pulizia etnica.
20:56
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Media palestinesi: a Rafah uccise quattro persone
I media palestinesi hanno riferito che sono quattro le persone uccise dal fuoco israeliano nella zona di Rafah. La Forza di difesa israeliana (IDF) si è giustificata spiegando di aver sparato perché le persone si avvicinavano ai militari israeliani.
20:55
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Spari dell'IDF a diversi palestinesi che si avvicinavano ai soldati a Gaza
L'esercito israeliano ha annunciato che i soldati che operavano nella Striscia di Gaza hanno sparato a diversi palestinesi che si erano avvicinati a loro. Secondo l'esercito, i soldati hanno sparato di nuovo quando i palestinesi hanno continuato ad avvicinarsi a loro, «per rimuovere la minaccia».
19:51
19:51
Trump non si è impegnato per inviare le truppe a Gaza
«Donald Trump non si è impegnato per 'boots on the ground' (truppe sul terreno, ndr) a Gaza, sta negoziando con i partner della regione per la ricostruzione» della Striscia: lo ha detto la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt.
«I contribuenti americani non finanzieranno la ricostruzione di Gaza», ha aggiunto Leavitt, sottolineando che Donald Trump sta negoziando con i partner della regione per questo scopo.
19:21
19:21
Israele si ritira dal Consiglio ONU per i diritti umani
Israele seguirà la decisione degli Stati Uniti e si ritirerà dal Consiglio per i diritti umani dell'ONU. Lo ha annunciato il ministro degli esteri israeliano Gideon Sa'ar parlando di discriminazione nei confronti di Israele. Lo riporta Haaretz.
L'UNHRC «ha tradizionalmente protetto i violatori dei diritti umani consentendo loro di nascondersi dall'esame, e invece demonizza ossessivamente l'unica democrazia in Medio Oriente: Israele», accusa Sa'ar su X.
«Questo organismo si è concentrato sull'attacco a un Paese democratico e sulla propaganda dell'antisemitismo, invece di promuovere i diritti umani. Israele non accetterà più questa discriminazione!», dichiara il ministro degli Esteri israeliano.
19:16
19:16
«Guterres metterà in guardia contro la pulizia etnica a Gaza»
Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres metterà in guardia oggi contro la «pulizia etnica» a Gaza: lo ha affermato il suo portavoce Stephane Dujarric dopo che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha suggerito che i palestinesi potrebbero essere allontanati dalla Striscia.
«Il segretario generale dirà che nella ricerca di soluzioni non dobbiamo peggiorare il problema. È fondamentale che restiamo fedeli ai fondamenti del diritto internazionale. È essenziale evitare qualsiasi forma di pulizia etnica. E, naturalmente, riaffermerà la soluzione dei due stati», ha detto ai giornalisti il portavoce di Guterres.
«Ogni sfollamento forzato tende a rappresentare una pulizia etnica». Così il portavoce dell'Onu, Stephane Dujarric, ha risposto alla domanda se il segretario generale Antonio Guterres ritenga il piano di Donald Trump su Gaza una pulizia etnica.
19:08
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Gantz: «Dal piano di Trump Israele ha solo da guadagnare»
«L'idea di costruire aree sicure e prospere per i residenti di Gaza al di fuori della Striscia e di consentire a coloro che lo desiderano di trasferirsi lì è lodevole e resisterà alla prova della realtà. Che» Donald Trump «ci riesca totalmente o parzialmente, Israele non ha nulla da perdere, solo qualcosa da guadagnare». Lo ha scritto su X l'ex ministro israeliano e leader dell'opposizione Benny Gantz.
«Dobbiamo garantire che i fondi per la ricostruzione non diventino ancora una volta fondi per il reclutamento di miliziani, la produzione di armi e la costruzione di tunnel, ma siano destinati agli abitanti di Gaza, alla ricostruzione civile di una Striscia di Gaza smilitarizzata dalle minacce militari», ha aggiunto.
18:45
18:45
Gli Emirati respingono «qualsiasi tentativo» di sfollare palestinesi
Gli Emirati Arabi Uniti hanno respinto qualsiasi tentativo di sfollare i palestinesi dopo che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha proposto di «prendere il controllo» della Striscia di Gaza. Il ministero degli Esteri «ha sottolineato il suo categorico rifiuto di qualsiasi violazione dei diritti inalienabili dei palestinesi e di qualsiasi tentativo di sfollamento», ha affermato una dichiarazione inviata all'agenzia AFP.
18:39
18:39
Palestinesi indignati: «Meglio l'inferno di Gaza al piano di Trump»
I palestinesi di Gaza reagiscono indignati all'idea del presidente Usa Donald Trump di sradicarli dalla Striscia per trasformarla in una località turistica. «Abbiamo vissuto sotto bombardamenti per un anno e mezzo. Dopo tutta questa sofferenza, fame, bombardamenti e morte, non lasceremo facilmente Gaza. Preferiamo l'inferno di Gaza al paradiso di qualsiasi altro paese... anche se ci dessero tutti i soldi del mondo, non lasceremmo questa terra», si sfoga un gazawi, intervistato dai media internazionali in un mercato di Khan Younis, città praticamente distrutta dai bombardamenti israeliani.
Awatef Abu Sitta ha espresso sentimenti simili alla CNN: «Tutte le case dei nostri figli sono state demolite e la nostra casa è mezza distrutta. La pioggia entra in casa, il freddo entra, e noi resteremo qualunque cosa accada, anche se restiamo nella tenda, anche se ci danno castelli e ville, non lasceremo le nostre terre». Più di mezzo milione di palestinesi sono tornati al nord la scorsa settimana. La maggior parte è determinata a restare e ricostruire. «Siamo fermi qui - ha detto Karaja alla Cnn - Questa è la nostra terra e noi siamo i proprietari della terra. Resteremo qui, a Gaza, e la ricostruiremo».
«Questa è la nostra patria e la nostra identità. Nessuno può costringerci ad andarcene. Il popolo palestinese è profondamente radicato nella sua terra», afferma un altro palestinese alla Bbc.
18:22
18:22
Steinmeier: «Inaccettabile una soluzione su Gaza che violi diritto»
Il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier ha respinto la proposta di Donald Trump di deportare i palestinesi fuori dalla Striscia di Gaza. «Una soluzione che non tiene conto o addirittura viola il diritto internazionale è inaccettabile», ha dichiarato Steinmeier ad Ankara, secondo quanto riferisce l'agenzia Dpa.
Non credeva che i colloqui previsti tra gli Stati arabi e la nuova amministrazione statunitense avrebbero avuto successo su questa base. Steinmeier aveva già tenuto colloqui in Arabia Saudita e Giordania. Sulla proposta di reinsediamento, «in altre parole, anche un'espulsione dei palestinesi dalla loro patria», ha percepito solo «delusione, molta preoccupazione e in alcuni casi vero e proprio orrore», ha detto in vista dei colloqui con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan.
Il Presidente tedesco ha sottolineato che si può trovare una soluzione solo se si garantisce la sicurezza per Israele e l'autodeterminazione per i palestinesi. «Questo è un percorso difficile e forse anche più lungo. Ma temo che scorciatoie arbitrarie da questo percorso - anche ignorando il diritto internazionale e le sue regole - non porteranno all'obiettivo».
18:22
18:22
Israele: «Ok al piano di Trump ma serve il consenso dei palestinesi»
L'ambasciatore israeliano all'ONU Danny Danon sostiene il piano di Donald Trump per Gaza ma ritiene che i palestinesi non dovrebbero essere costretti ad andarsene senza il loro «consenso». «Penso che siamo tutti d'accordo che dovrebbe essere richiesto il consenso delle persone a lasciare il luogo in cui vivono e il consenso degli altri paesi a riceverle», ha detto alla CNN.
17:55
17:55
Trump: «Il mio piano per Gaza piace a tutti»
«Il mio piano per Gaza piace a tutti». Lo ha detto Donald Trump alla Casa Bianca.
Il presidente degli stati Uniti ha insistito sul fatto che «tutti amano» la sua proposta che gli Stati Uniti prendano il controllo della Striscia di Gaza, nonostante un clamoroso rifiuto da parte di palestinesi, leader del Medio Oriente e dei governi di tutto il mondo. «Piace a tutti», ha detto Trump ai giornalisti nello Studio Ovale durante il giuramento della nuova Attorney General Pam Bondi.
15:49
15:49
Il re di Giordania respinge il piano Trump per Gaza
Anche il re di Giordania, Abdallah II, ha respinto «qualsiasi tentativo» di prendere il controllo dei territori palestinesi e di sfollare la sua popolazione, in riferimento alla proposta lanciata dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump su Gaza.
Il sovrano giordano, incontrando il presidente palestinese Abu Mazen, ha sollecitato sforzi «per fermare le attività di insediamento e respingere qualsiasi tentativo di annettere terre e sfollare i palestinesi a Gaza e in Cisgiordania, sottolineando la necessità che i palestinesi si stabiliscano sulla loro terra», si legge in una nota. La Giordania accoglie già circa due milioni di rifugiati palestinesi.
13:56
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«I morti a Gaza sono 47.552»
Il bilancio dei morti a Gaza è salito a quota 47.552 di cui 12 (otto sono stati recuperati e quattro sono deceduti a causa di ferite) nelle ultime 24 ore: lo ha reso noto su Telegram il ministero della Sanità di Hamas. I feriti sono 111.629, secondo la stessa fonte.
«Numerose vittime sono ancora sotto le macerie e nelle strade, dove le ambulanze e gli equipaggi della protezione civile non possono raggiungerle», aggiunge il ministero della Sanità.
13:26
13:26
Trump: «Favorevole a un accordo di pace nucleare con l'Iran»
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha ribadito che l'Iran «non può avere un'arma nucleare», sottolineando di preferire la sigla di «un accordo di pace nucleare» con Teheran. «Voglio che l'Iran sia un Paese grande e di successo, ma non può avere un'arma nucleare», ha affermato il tycoon sul suo social Truth.
«Preferirei di gran lunga un accordo di pace nucleare verificato, che consenta all'Iran di crescere e prosperare pacificamente». Trump ha quindi aggiunto che i resoconti secondo cui gli Usa, «lavorando insieme a Israele, faranno a pezzi l'Iran» sono «grandemente esagerati».
13:24
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Entusiasmo fra i coloni israeliani per le parole di Trump, Grandi (UNHCR): «Piani sorprendenti»
Il capo dell'Agenzia Onu per i rifugiati ha definito «molto sorprendenti» i piani del presidente americano Donald Trump di occupare la Striscia di Gaza e sfollare la sua popolazione. «È molto difficile esprimere un'opinione su questo tema così delicato», ha dichiarato Filippo Grandi all'Afp in un'intervista a Bruxelles. «È molto sorprendente, ma dobbiamo vedere cosa significa in termini concreti», ha detto.
Dal canto loro, i leader dei coloni israeliani reagiscono con entusiasmo alla proposta del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di reinsediare la popolazione palestinese di Gaza in altri Paesi, chiedendo al governo israeliano di attuare immediatamente il piano e poi iniziare a costruire insediamenti ebraici nel territorio. Lo scrive il Times of Israel.
Israel Ganz, capo dell'organizzazione ombrello dei coloni Yesha Council, elogia l'idea di Trump, affermando che equivale a «dichiarare la fine del sogno palestinese di distruggere Israele attraverso Gaza o di stabilire uno Stato palestinese nel cuore della terra di Israele».
Ganz, che è anche a capo del Consiglio Regionale di Mateh Binyamin - un'autorità municipale che governa diverse dozzine di insediamenti in Cisgiordania e avamposti illegali -, aggiunge che il governo israeliano dovrebbe «adottare la visione di Trump oggi e tradurla in azione», il che, secondo lui, dovrebbe includere anche «l'applicazione della sovranità su Giudea e Samaria», intendendo l'annessione della Cisgiordania.
L'organizzazione degli insediamenti Nachala, che ha promosso e fatto pressioni per il ripristino degli insediamenti ebraici a Gaza sin dall'inizio della guerra, lancia un appello all'azione.
«Sulla base dell'assunzione che la dichiarazione di Trump sul trasferimento dei gazawi in altri Paesi venga tradotta in azione pratica, gli insediamenti dovrebbero essere costruiti rapidamente in tutta la Striscia di Gaza», afferma Nachala, che ha già organizzato centinaia di attivisti in gruppi per creare nuovi insediamenti a Gaza nel caso in cui si presentasse l'opportunità.
12:33
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Hamas: «Il piano di Trump getterà benzina sul fuoco»
Hamas ha condannato la proposta del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di «prendere il controllo» di Gaza, affermando che alimenterà le fiamme della violenza in Medio Oriente.
In una dichiarazione, il gruppo palestinese ha affermato che la proposta «che mira all'occupazione della Striscia di Gaza da parte degli Stati Uniti» è «aggressiva nei confronti del nostro popolo e della nostra causa, non servirà alla stabilità nella regione e getterà solo benzina sul fuoco».
Anche la Francia non digerisce le dichiarazioni di Donald Trump sulla proposta di occupazione Usa della Striscia di Gaza e sul trasferimento dei palestinesi che vivono lì: sono «pericolose per la stabilità e per il processo di pace»: è quanto dichiarato oggi dalla portavoce del governo francese, Sophie Primas.
«La Francia - ha proseguito la portavoce al termine del consiglio dei ministri a Parigi - è totalmente contraria allo spostamento delle popolazioni». «Noi manteniamo la nostra politica che è: nessuno spostamento delle popolazioni, ricerca di un cessate il fuoco temporaneo volto al processo di pace e soluzione a due Stati».
Dello stesso tenore la reazione di Berlino. «La Striscia di Gaza appartiene ai palestinesi», ha affermato la ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock dopo che il presidente Donald Trump ha suggerito che gli Stati Uniti dovrebbero prendere il controllo del territorio.
«La popolazione civile di Gaza non deve essere espulsa e Gaza non deve essere occupata o ripopolata in modo permanente», ha affermato Baerbock in una dichiarazione. «È chiaro che Gaza, come la Cisgiordania e Gerusalemme est, appartiene ai palestinesi. Esse costituiscono la base per un futuro stato palestinese».
A sua volta, il presidente del Brasile, Luiz Inácio Lula da Silva, ha dichiarato che il piano annunciato dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump per prendere il controllo della Striscia di Gaza è «praticamente incomprensibile».
«Gli Stati Uniti sono stati coinvolti nell'incoraggiare tutto ciò che Israele ha fatto nella Striscia di Gaza. Quindi non ha senso incontrare il presidente di Israele e dire: 'Occuperemo Gaza, rivendicheremo Gaza, vivremo a Gaza'. E dove andranno i palestinesi, dove vivranno? Qual è il loro Paese?», ha chiesto Lula in un'intervista ad alcune radio di Minas Gerais. «Quindi, è qualcosa di praticamente incomprensibile per qualsiasi essere umano», ha aggiunto il leader progressista.
«Quello che è successo a Gaza è stato un genocidio, e onestamente non so se gli Stati Uniti, che sono parte di tutto questo, sarebbero il Paese che dovrebbe cercare di prendersi cura di Gaza. Quelli che devono prendersi cura di Gaza sono i palestinesi», ha continuato Lula, che poi ha difeso «la creazione di uno Stato palestinese, come lo Stato di Israele, e l'istituzione di una politica di coesistenza armoniosa, perché il mondo non ha bisogno di arroganza o slogan, ma di pace e tranquillità».
Intanto, nei colloqui al Cairo con il premier palestinese Abu Mazen, il ministro degli Esteri egiziano Badr Abdelatty ha ribadito «il pieno sostegno dell'Egitto al governo palestinese e ai suoi piani di riforma, sottolineando l'importanza di rafforzare politicamente ed economicamente l'Autorità Palestinese affinché possa assumere le proprie responsabilità nella Striscia di Gaza, riconosciuta come parte dei territori palestinesi occupati». Lo riferisce su Facebook il dicastero egiziano.
Abdelatty inoltre ha illustrato «gli sforzi egiziani per garantire la sostenibilità dell'accordo sul cessate il fuoco a Gaza e l'attuazione di tutte le sue fasi temporali».
12:00
12:00
Khamenei nomina il leader di Hezbollah come suo rappresentante in Libano
La Guida suprema dell'Iran, Ali Khamenei, ha nominato come suo rappresentate in Libano il segretario generale di Hezbollah, Naim Qassem. Lo riferisce Mehr, aggiungendo che il precedente rappresentante in Libano del leader iraniano era Hassan Nasrallah, il segretario generale di Hezbollah ucciso in un raid israeliano il 27 settembre del 2024.
11:34
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«Il futuro di Gaza non passa per il controllo di un Paese terzo»
L'avvenire di Gaza passa per «un futuro Stato palestinese» e non dal controllo «di un Paese terzo»: lo si legge in una nota del Quai d'Orsay, secondo il quale la Francia «ribadisce la sua contrarietà a qualsiasi trasferimento forzato della popolazione palestinese di Gaza, che rappresenterebbe una violazione grave del diritto internazionale, un attacco alle aspirazioni legittime dei palestinesi, ma anche un forte ostacolo alla soluzione a due stati e un fattore di destabilizzazione per i nostri partner vicini che sono l'Egitto e la Giordania, oltre che l'insieme della regione».
Di parere letteralmente opposto il ministro delle Finanze israeliano di estrema destra Bezalel Smotrich, che ha promesso di fare di tutto per «seppellire definitivamente» l'idea di uno Stato palestinese, all'indomani dell'annuncio da parte di Donald Trump di un piano per l'occupazione americana di Gaza.
«Il piano presentato ieri dal presidente Trump è la vera risposta al 7 ottobre», ha affermato Smotrich, riferendosi all'attacco di Hamas contro Israele che ha scatenato la guerra. «Ora lavoreremo per seppellire definitivamente (...) la pericolosa idea di uno Stato palestinese», ha aggiunto sul suo account Telegram.
10:26
10:26
«Quello di Trump è un piano razzista, volto a sradicare la causa palestinese»
Un piano «razzista», volto a «sradicare la causa palestinese»: Hamas ha definito così oggi il piano del presidente statunitense Donald Trump su Gaza.
Ieri, nel corso di una conferenza stampa con il premier israeliano Benjamin Netanyahu, Trump ha affermato che «gli Stati Uniti prenderanno il controllo di Gaza» e che «i palestinesi dovrebbero lasciare Gaza per sempre». Il presidente Usa ha inoltre detto che «Gaza sarà la Riviera del Medio Oriente».
A sua volta, l'Organizzazione per la liberazione della Palestina (Olp) respinge «ogni richiesta di sfollamento dei palestinesi dalla loro madre patria». Lo ha detto il segretario generale dell'Olp Hussein Sheikh in risposta al piano del presidente Usa Donald Trump che vorrebbe spostare i palestinesi di Gaza in stati della regione.
Intanto, anche l'Arabia Saudita - attraverso il proprio ministro degli esteri - ha replicato alle affermazioni di Trump: «non ci sarà alcuna normalizzazione» delle relazioni con Israele senza la creazione di uno stato palestinese indipendente.
Il ministro ha ribadito che la posizione del regno rimane «ferma e incrollabile». «L'Arabia Saudita continuerà i suoi incessanti sforzi per creare uno Stato palestinese indipendente con Gerusalemme Est come capitale, e non stabilirà relazioni diplomatiche con Israele senza di ciò», ha dichiarato su X.
07:33
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Antonio Guterres condanna il piano di Trump per Gaza: «È pulizia etnica»
Rispondendo a una domanda di un giornalista, il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha affermato che il piano di Trump di spostare la popolazione di Gaza e sviluppare l'enclave palestinese equivarrebbe a una «pulizia etnica», secondo quanto riportato dalla giornalista del New York Times Farnaz Fassihi.
In un post su X, la bureau chief del NYT alle Nazioni Unite ha anche riferito che, secondo Guterres, il piano di Trump rischia di «rendere impossibile uno Stato palestinese per sempre».
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«Il piano di Trump per Gaza è ridicolo»
«Le dichiarazioni di Trump sul suo desiderio di controllare Gaza sono ridicole e assurde, e qualsiasi idea di questo tipo può infiammare la regione». Lo ha dichiarato all'agenzia Reuters Sami Abu Zuhri, funzionario di Hamas. Hamas ha così risposto alle dichiarazioni di Trump di volere che gli Stati Uniti «prendano il controllo» di Gaza per ricostruirla dopo che è stata distrutta negli ultimi 15 mesi di guerra.
06:09
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Il punto alle 6
«Gli Stati Uniti prenderanno il controllo di Gaza». Dopo l'incontro con il premier israeliano Benjamin Netanyahu nello Studio Ovale, Donald Trump compie un passo ben oltre la seconda fase della tregua e annuncia un piano per la Striscia che prevede la gestione del territorio da parte di Washington a «lungo termine», con la possibilità che i palestinesi sfollati oggi non tornino mai più nella loro terra «simbolo di morte e distruzione da decenni». L'amico Bibi ha ringraziato il presidente americano definendolo «il migliore amico» di Israele, riconoscendogli di essere stato determinante nel raggiungimento della tregua a Gaza e sostenendo che il suo piano per la Striscia «cambierà la storia». L'incontro tra Trump e Netanyahu, il primo con un leader straniero nel secondo mandato del commander-in-chief, aveva l'obiettivo di fare il punto sulla fase due del cessate-il-fuoco in vista di una definitiva cessazione delle ostilità ma The Donald ha delineato uno scenario più a lungo termine. «Gli Stati Uniti prenderanno il controllo di Gaza e si occuperanno della bonifica degli ordigni e della ricostruzione». Un controllo, quello di Washington sulla Striscia, «a lungo termine» che, per il presidente americano, «porterà stabilità al Medio Oriente» e ha il sostegno di altri leader nell'area. Non è chiaro se questo piano prevede il dispiegamento di truppe militari in territorio palestinese. Trump non lo ha escluso, limitandosi a dire che «faremo ciò che è necessario». Né ha spiegato che fine faranno gli 1,7 milioni di civili che vivono a Gaza. Nonostante l'esplicito veto di Egitto e Giordania ad accogliere palestinesi nei loro territori il presidente americano si è detto convinto che alla fine accetteranno. «E credo che lo faranno anche altri Paesi». Erano giorni che il commander-chief parlava della rilocazione dei palestinesi in altri Paesi. «Gaza è un inferno, nessuno ci vuole vivere. I palestinesi adorerebbero andarsene», aveva detto nello Studio Ovale prima di incontrare Netanyahu. Ma mentre solo fino a qualche ora fa sembrava ipotizzare un ritorno degli sfollati dopo la ricostruzione «in un posto bello, con case bellissime e dove possono essere felici e non essere colpiti, uccisi o accoltellate a morte», in conferenza stampa con il premier israeliano ha detto che i palestinesi dovrebbero andarsene «per sempre». E a Gaza «ci vivranno le persone del mondo, anche palestinesi. Sarà la rivière del Medio Oriente», ha detto annunciando una visita nella Striscia. «Visiterò Israele, che amo, visiterò Gaza, visiterò l'Arabia Saudita e visiterò altri posti in Medio Oriente».
Per Netanyahu il «progetto di Trump per Gaza potrebbe cambiare la storia». Il premier israeliano ha incassato dall'alleato americano un miliardo di nuove armi, un piano durissimo contro l'Iran, l'uscita dal Consiglio dell'Onu per i diritti umani, che il tycoon ha definito «antisemita» e lo stop definitivo ai fondi all'Unwra. Sulla direttiva contro Teheran il presidente ha spiegato che «è molto dura», dichiarando di aver perfino lasciato l'ordine di «annientare» il regime di Teheran nel caso dovesse assassinarlo. Bibi dal canto suo ha assicurato a The Donald che la normalizzazione delle relazioni con Riad si farà. «La pace tra Israele e Arabia Saudita non solo è fattibile, ma ci sarà», ha affermato il premier israeliano. Le dichiarazioni del commander-in-chief non sono chiaramente piaciute ad Hamas e un alto funzionario le ha bollate come una «ricetta per creare caos» in Medio Oriente. «Le consideriamo una ricetta per creare caos e tensione nella regione. La nostra gente nella Striscia di Gaza non permetterà che questi piani vengano approvati. Ciò che serve è la fine dell'occupazione e dell'aggressione contro il nostro popolo, non la loro espulsione dalla loro terra», ha affermato Sami Abu Zuhri in una dichiarazione citato da Times of Israel.
L'Arabia Saudita, da parte sua, ha affermato che non ci sarà alcuna «normalizzazione» delle relazioni con Israele senza la creazione di uno stato palestinese indipendente. Così l'Arabia Saudita - attraverso il proprio ministro degli esteri - ha replicato alle affermazioni del presidente Usa Donald Trump durante la conferenza stampa con il premier israeliano Benjamin Netanyahu. Il ministro ha ribadito che la posizione del regno rimane «ferma e incrollabile». «L'Arabia Saudita continuerà i suoi incessanti sforzi per creare uno Stato palestinese indipendente con Gerusalemme Est come capitale, e non stabilirà relazioni diplomatiche con Israele senza di ciò», ha dichiarato su X.
La Lega Araba, con i cui Stati Trump e Netanyahu avevano cercato la normalizzazione negli Accordi di Abramo, aveva già condannato, negli scorsi giorni, ogni «tentativo di sradicare i palestinesi dalla loro terra» come «pulizia etnica». «La rimozione forzata o l'espulsione di popoli dalla loro terra può solo essere definita pulizia etnica», aveva evidenziato la segreteria della Lega.