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Il presidente degli Stati Uniti ha insistito: «Abbiamo ricevuto messaggi positivi sul cessate il fuoco» – TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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21:28
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L'Eurocamera approva il riarmo UE, ma l'Italia si spacca
L'Europa dice sì al piano di Ursula von der Leyen per il riarmo ma l'Italia, alla Plenaria di Strasburgo, si spacca. Il testo della risoluzione che certifica il sostegno dell'Eurocamera al RearmEu, infatti, divide la maggioranza di governo, il campo largo, e anche il Partito Democratico (Pd).
E a prevalere sono i partiti scettici nei confronti della strategia della Commissione, votata con un chiaro via libera solo da Forza Italia (Fi), Fratelli d'Italia e da quasi la metà degli eurodeputati Dem. Con una postilla. I meloniani hanno scelto di astenersi sulla risoluzione gemella, dedicata al sostegno militare all'Ucraina, certificando così la volontà del governo di non voltare le spalle agli Usa di Donald Trump.
Von der Leyen aveva scelto di ricorrere alla procedura d'urgenza, decisione contestata perfino dal suo gruppo. Il Parlamento europeo non è stato chiamato a votare il riarmo, ma due risoluzioni, di cui una sulla difesa che conteneva un paragrafo sul riarmo, e l'altra centralizzata sul sostegno a Kiev.
Alla fine la maggioranza Ursula ha tenuto, incassando sull'Ucraina 442 voti a favore, 98 contrari e 126 astenuti. Numeri simili sul testo dedicato alla difesa europea, con 419 sì, 204 contrari e 46 astenuti. Tuttavia, è su questo secondo voto che la politica italiana s'è rotta in mille pezzi: il centrodestra è andato in frantumi con il sì di Fratelli d'Italia e Forza Italia e il no convinto della Lega.
In ordine sparso anche l'opposizione e in particolare il Pd, che a sua volta si è diviso in due tra astenuti e favorevoli. Solo grazie agli sforzi di mediazione del capo delegazione Nicola Zingaretti, tra i dem non ci sono stati voti contrari, in particolare quello dei due indipendenti, Marco Tarquinio e Cecilia Strada. Detto questo, l'indicazione ad astenersi, che era venuta dalla segretaria Elly Schlein, è stata seguita solo da 11 eurodeputati, mentre i rimanenti 10, tra cui Stefano Bonaccini e Antonio Decaro, hanno deciso di votare a favore. Secondo Zingaretti, questo voto «è stato uno stimolo a costruire una vera difesa comune Ue». Pina Picierno, ha sottolineato invece che chi, come lei, ha votato a favore ha permesso al Pd di «non isolarsi dal resto del gruppo dei Socialisti Ue».
Come previsto, in Europa il campo largo è evaporato. Il Movimento 5 Stelle ha confermato di volersi candidare a forza pacifista, i Verdi italiani, in dissenso dal gruppo al Parlamento europeo, hanno votato no. E contraria è stata anche la Sinistra, italiana ed europea.
Ma il centrodestra, dalla votazione di Strasburgo, non esce più compatto, e non solo sul dossier riarmo. Sul testo filo-ucraino i meloniani, a dispetto di Fi, hanno imboccato la via dell'astensione. In extremis, poco prima che si aprisse il voto finale, è stato Nicola Procaccini a chiedere all'aula il rinvio dell'esame, sottolineando come la versione finale della risoluzione non fosse adeguata agli ultimi sviluppi dei colloqui di Gedda: «Si finirebbe per scatenare l'odio verso gli Usa invece che aiutare l'Ucraina», ha osservato il copresidente di Ecr. La risoluzione, in effetti, critica fermamente la scelta dell'amministrazione Usa «di rappacificarsi con la Russia». Ma la richiesta del Gruppo dei Conservatori e dei Riformisti Europei (Ecr) è stata bocciata dall'Aula: «Doveva essere una risoluzione a favore dell'Ucraina, è diventata contro gli Stati Uniti», ha sintetizzato il capodelegazione di Fratelli d'Italia, Carlo Fidanza.
Von der Leyen, dal canto suo, può proseguire sulla sua strada: il RearmEu sarà ulteriormente delineato nei prossimi giorni, per finire sul tavolo del Consiglio europeo della prossima settimana. E c'è chi, come il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa, ha già evocato l'idea di uno scorporo permanente delle spese della difesa da Patto di Stabilità. Resta il rebus politico che segna la posizione italiana. Un dato, su tutti, fotografa la peculiarità della vicina Penisola: in Aula Ecr aveva presentato un emendamento - caro a Giorgia Meloni - in cui si chiedeva il cambio di nome del piano Ue, da «ReArmEu» a «Defend Europe». A votarlo nell'intero emiciclo è stato il gruppo dei Conservatori, la delegazione del Pd, quattro popolari e un patriota della Repubblica Ceca.
20:26
20:26
Putin in visita alle truppe nella regione di Kursk
Il presidente russo Vladimir Putin ha visitato oggi le truppe impegnate nella controffensiva nella regione di Kursk, presiedendo una riunione di ufficiali in un posto di comando. Lo ha detto il portavoce Dmitry Peskov citato dalle agenzie russe.
Putin ha dato ordine di sconfiggere gli ucraini nella regione di Kursk «il più presto possibile», riferisce la Tass. Il presidente, in uniforme militare, ha fatto visita per la prima volta alle truppe impegnate nella controffensiva per espellere le forze ucraine presenti nella regione dall'agosto scorso.
A riceverlo è stato il capo di Stato maggiore, Valery Gerasimov, secondo il quale le forze ucraine sono circondate e vengono «distrutte metodicamente». I comandi militari hanno affermato che è stato liberato finora l'86% del territorio occupato, e 24 insediamenti solo negli ultimi cinque giorni.
I prigionieri catturati nella regione russa di Kursk durante l'invasione ucraina saranno trattati «come terroristi secondo le leggi della Federazione Russa», ha affermato Putin, citato dall'agenzia Interfax. Gerasimov ha detto che sono circa 430 i soldati ucraini fatti prigionieri nella regione russa.
20:00
20:00
Casa Bianca: «L'inviato di Trump a Mosca in settimana»
Steve Witkoff, l'inviato di Donald Trump, volerà a Mosca in settimana. Lo ha detto la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt.
Il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa bianca Mike Waltz ha avuto oggi una conversazione telefonica con il suo omologo russo sulla possibilità di una tregua in Ucraina, ha dichiarato la Leavitt, annunciando anche che l'inviato speciale del presidente Donald Trump, Steve Witkoff, si recherà in settimana a Mosca.
«Per quanto riguarda la Russia in questo momento, come sapete, il team del presidente continua a essere in contatto con i russi. Il nostro consigliere per la sicurezza nazionale Mike Waltz ha avuto oggi una chiamata con il suo omologo russo nella ricerca di porre fine a questa guerra e stipulare un accordo di pace con la Russia e con l'Ucraina» ha dichiarato Leavitt a Fox News.
«Steve Witkoff, l'inviato speciale del presidente, sta nuovamente partendo - ha aggiunto - verso Mosca questa settimana per sollecitare i russi a sottoscrivere questo negoziato, e speriamo che lo facciano».
19:04
19:04
Commissione UE: «Sugli asset russi siamo aperti a tutte le opzioni valide»
«Si è parlato di procedere alla confisca dei beni immobilizzati», gli asset russi congelati nei Paesi occidentali di cui vengono usati i proventi per il prestito concordato a livello G7. «Se ne sta discutendo con gli Stati membri e con i nostri partner internazionali. La Commissione rimane aperta a discutere di qualsiasi opzione giuridicamente e finanziariamente valida per continuare a fare pressione sulla Russia affinché ponga fine alla sua guerra di aggressione. In questa fase, la priorità della Commissione è rendere operativi i prestiti dell'Era del G7 e rendere disponibili i finanziamenti all'Ucraina». Lo ha detto il commissario UE Christophe Hanshen in audizione a Strasburgo al Parlamento Europeo.
18:46
18:46
Londra revoca l'accredito a un diplomatico russo per ritorsione
Il governo di Keir Starmer ha formalizzato oggi la revoca dell'accredito nei confronti di un diplomatico russo a Londra come ritorsione contro il recente annuncio dell'espulsione di due diplomatici britannici da Mosca, accusati di attività di spionaggio: accusa di cui il Regno Unito contesta la fondatezza.
Lo riferisce il Foreign Office, a margine della convocazione nella sede del ministero degli esteri dell'ambasciatore russo, a cui era stata consegnata una nota di protesta, dopo il recente annuncio dell'espulsione di due diplomatici britannici da Mosca, accusati di attività di spionaggio
Il Foreign Office precisa che il Regno Unito considera il provvedimento «infondato» e parte di una campagna di «molestie» contro il proprio personale diplomatico. L'episodio è stato l'ultimo di una serie di espulsioni e rappresaglie fra i due Paesi, sullo sfondo dell'escalation delle tensioni alimentata dalla guerra in Ucraina.
La revoca dell'accredito riguarda anche la moglie del diplomatico in questione - in modo perfettamente simmetrico rispetto all'ultimo provvedimento di Mosca dei giorni scorsi - e impone alla coppia di lasciare il Regno Unito di qui a un paio di settimane.
La rappresaglia costituisce una risposta a quella che in una nota del Foreign Office viene definita «la campagna di molestie contro i diplomatici britannici» imputata a Mosca. «Convocando oggi l'ambasciatore russo - prosegue il comunicato del ministero guidato da David Lammy - abbiamo voluto rendere chiaro che il Regno Unito non intende accettare l'intimidazione del personale dell'ambasciata britannica e dei familiari. E conseguentemente ha adottato un'immediata azione reciproca revocando l'accredito a un diplomatico russo e alla sua sposa».
Il ministero degli Esteri di Londra alza poi ulteriormente il tono delle recriminazioni verso il Cremlino: «È chiaro - afferma nel comunicato - che lo Stato russo sta cercando attivamente di spingere l'ambasciata britannica fino al punto di chiusura, senza considerare l'escalation pericolosa che ne deriverebbe».
Il riferimento è al numero ormai elevato di espulsioni contrapposte che l'innalzamento delle tensioni bilaterali fra i due Paesi - le cui relazioni sono precipitate ai livelli più bassi dalle fasi peggiori della guerra fredda sulla scia del conflitto in Ucraina - ha portato con sé negli ultimi anni: fra accuse e controaccuse di spionaggio, azioni ostili e ingerenze varie.
17:57
17:57
Trump: «I miei negoziatori sono in viaggio verso Mosca»
A margine del meeting fra Donald Trump e il primo ministro irlandese Michael Martin, il presidente degli Stati Uniti ha detto che i suoi negoziatori «sono in viaggio per Mosca in questo momento». Non solo, Trump ha aggiunto che, dopo quanto convenuto con l'Ucraina, la palla è nel campo della Russia. Il tycoon ha insistito: «Abbiamo ricevuto messaggi positivi sul cessate il fuoco, confidiamo che possiamo ottenere una risposta positiva dalla Russia». Quanto alle misure, eventualmente, da applicare per forzare il Cremlino ad accettare il cessate il fuoco, Trump ha confidato che «non saranno necessarie» criticando, al contempo, le precedenti amministrazioni. Colpevoli, a suo giudizio, di aver concesso troppo a Mosca. Se necessario, in ogni caso, Trump ha lasciato intendere di poter inasprire le sanzioni finanziarie. «Ma sarebbero misure molto negative e devastanti per la Russia. E io non voglio arrivare a ciò, voglio la pace».
17:24
17:24
Il misterioso satellite russo Kosmos-2553 ha cambiato quota
Cambio di quota per il misterioso satellite russo Kosmos-2553, lanciato pochi giorni prima dell'invasione dell'Ucraina nel febbraio 2022: dopo due anni di inattività, ha effettuato una modifica dell'orbita, salendo leggermente di quota nel periodo compreso tra il 5 novembre 2024 (giorno delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti) e il 31 gennaio 2025. Lo scrive su X l'astronomo Jonathan McDowell dell'Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics.
Kosmos-2553, che i russi hanno sempre definito come un satellite sperimentale lanciato per scopi scientifici, è da tempo sotto osservazione internazionale dopo che alcune fonti americane (riportate l'anno scorso dal Wall Street Journal) hanno ventilato l'ipotesi che potesse trattarsi in realtà di un'arma anti-satellite con la capacità di trasportare ordigni nucleari.
«Dai dati orbitali di pubblico dominio al momento non si notano cambiamenti particolarmente significativi per Kosmos-2553», dice all'agenzia italiana ANSA Luciano Anselmo, esperto di dinamica spaziale e associato di ricerca presso l'Istituto di Scienza e Tecnologie dell'Informazione «A. Faedo» del Consiglio Nazionale delle Ricerche (ISTI-CNR). «Si vede che la quota è aumentata di 170 metri, ma il satellite si trova a quasi 2'000 chilometri di altezza, in una regione di spazio pressoché deserta».
17:13
17:13
Dalla Svizzera quasi 100 milioni per la ricostruzione dell'Ucraina
La Svizzera parteciperà con 96,1 milioni di franchi all'aumento di capitale della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS) impegnata nella ricostruzione dell'Ucraina. Dopo gli Stati in dicembre, oggi anche il Consiglio nazionale ha approvato il relativo decreto federale, con 125 voti contro 65.
La BERS è un partner fondamentale per la Svizzera, ha detto Nicolas Walder (Verdi/GE) a nome della commissione. I Paesi membri di questa istituzione hanno deciso un aumento del capitale di quattro miliardi di euro. Entro il 2032 questo capitale supplementare genererà circa 24 miliardi di euro di prestiti per l'Ucraina, ha precisato il ginevrino.
Per la Svizzera l'investimento è di «grande importanza strategica», ha detto Guy Parmelin nel suo intervento. Oltre a consolidare l'influenza svizzera in seno alla BERS, la misura offrirà interessanti opportunità per il l'economia svizzera e aprirà prospettive di ritorno per i rifugiati ucraini, ha proseguito il consigliere federale.
La partecipazione elvetica sarà finanziata con fondi riservati all'Ucraina nel quadro della cooperazione internazionale, ha indicato Parmelin. «Questa compensazione è eccezionale poiché l'aumento di capitale è direttamente legato all'impegno della Svizzera in favore della ricostruzione dell'Ucraina», ha precisato il vodese.
La BERS, fondata nel 1991 per sostenere il passaggio a un'economia di mercato nell'Europa centrale e orientale, è un importante partner multilaterale della Svizzera per la cooperazione internazionale. La Svizzera è membro fondatore ed è presente in modo permanente nel Consiglio di amministrazione. È anche a capo di un gruppo di voto che include l'Ucraina, ha ricordato Parmelin.
Durante il dibattito di l'UDC ha chiesto la non entrata in materia. «Il nostro Paese, con la sua strategia di cooperazione internazionale, dispone già di uno strumento per la ricostruzione dell'Ucraina», ha sostenuto Pierre-André Page (UDC/VD). Per il vodese, è inoltre ancora presto per esprimersi, visto che non si sa come evolverà la situazione sul terreno e quindi chi beneficerà di queste misure.
Da notare che oltre all'aumento di capitale, le Camere hanno anche adottato un secondo decreto federale - oggi il Nazionale ha detto sì con 104 voti contro 85 e 3 astenuti - che approva la modifica dell'accordo istitutivo della BERS che permetterà a quest'ultima di estendere la portata delle sue operazioni anche all'Africa subsahariana e all'Iraq.
«Ciò permetterà di rafforzare la stabilità delle istituzioni democratiche e la durabilità delle economie coinvolte», ha precisato Walder ricordando che l'allargamento non avrà alcuna conseguenza economica per la Confederazione. In queste regioni gli interventi saranno solo puntuali, mentre la priorità resterà la ricostruzione dell'Ucraina, ha aggiunto Parmelin.
I due decreti sono definitivamente adottati.
15:23
15:23
«Putin accetterà probabilmente la tregua, ma alle sue condizioni»
Vladimir Putin accetterà probabilmente la tregua ma alle sue condizioni. Il presidente russo potrebbe cercare di ritardare l'accordo sulla cessazione delle ostilità con l'Ucraina per assicurarsi le condizioni più favorevoli per Mosca.
Lo riporta l'agenzia Bloomberg citando alcune fonti, secondo le quali Putin vuole includere le sue condizioni in un'eventuale intesa. Il Cremlino ritiene inaccettabili le condizioni concordate a Gedda e potrebbe chiedere la sospensione delle forniture di armi all'Ucraina come condizione per il cessate il fuoco.
15:12
15:12
Zelensky: «Se Mosca rifiuta, mi aspetto misure forti dagli USA»
Il presidente Volodymyr Zelensky ha affermato in un briefing a Kiev di aspettarsi misure forti dagli Stati Uniti se la Russia respinge la proposta di Washington di un cessate il fuoco di 30 giorni con l'Ucraina.
«Capisco che possiamo contare su misure forti. Non conosco ancora i dettagli, ma stiamo parlando di sanzioni (contro la Russia) e di rafforzamento dell'Ucraina», ha affermato Zelensky.
14:51
14:51
Zelensky: la tregua potrebbe servire per «un accordo di pace più ampio»
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha definito «costruttivo» l'incontro ieri a Gedda tra funzionari statunitensi e ucraini e ha affermato che un potenziale cessate il fuoco di 30 giorni con la Russia potrebbe essere utilizzato per elaborare «un accordo di pace più ampio». Lo riportano i media internazionali.
Zelensky, in un briefing a Kiev, ha affermato che l'Ucraina sostiene gli sforzi degli Stati Uniti per porre fine il prima possibile all'invasione russa e che la ripresa degli aiuti militari e della condivisione di intelligence da parte degli Stati Uniti è stata «molto positiva».
«Nessuno di noi crede ai russi, ci siamo passati, ma non giocheremo con le narrazioni che non vogliamo che la guerra finisca - ha spiegato Zelensky -. Sono molto serio ed è importante per me porre fine alla guerra, voglio che il presidente degli Stati Uniti capisca questo, che l'Europa, tutti siano in un'alleanza per costringere la Federazione Russa a porre fine alla guerra».
Alla proposta degli USA «la mia reazione è stata: siamo pronti per un formato di tregua di 30 giorni nel formato che la parte americana ci ha offerto», ha aggiunto.
14:25
14:25
Rubio: oggi gli USA avranno contatti con i russi
Il segretario di Stato americano Marco Rubio ha affermato che oggi gli Stati Uniti «avranno contatti con i russi» e che gli USA sperano di avere una risposta positiva dalla Russia e «sollecitano fermamente i russi a porre fine a tutte le ostilità».
«Non esiste una soluzione militare a questo conflitto», ha affermato Rubio parlando con i giornalisti durante una sosta per il rifornimento in Irlanda nel viaggio di ritorno dall'Arabia Saudita, come riporta il «Guardian».
Gli europei «dovranno essere coinvolti» nel processo diplomatico per la pace in Ucraina, ha detto il segretario di Stato che ha anche confermato che i colloqui a Gedda, in Arabia Saudita, hanno riguardato «come dovrebbe essere un processo di negoziazione» e hanno incluso «conversazioni sulle concessioni territoriali».
Rubio ha pure affermato che un previsto accordo sui minerali darebbe agli Stati Uniti un «interesse acquisito» nella sicurezza dell'Ucraina. Pur non menzionando garanzie formali, ha affermato: «non lo definirei una garanzia di sicurezza, ma certamente, se gli Stati Uniti hanno un interesse economico acquisito che genera entrate per il nostro popolo e per il popolo ucraino, avremmo un interesse acquisito nel proteggerlo».
14:22
14:22
A Gedda 8 ore di colloqui, Zelensky ha diretto a distanza
Otto ore di colloqui quasi ininterrotti sotto gli occhi del mondo e la guida a distanza del presidente Volodymyr Zelensky. Così il portavoce del ministero degli affari esteri ucraino Georgy Tykhyi racconta su Facebook l'esperienza vissuta ieri della difficile e delicata trattativa tra gli Stati Uniti e Kiev a Gedda.
Tykhy ha detto che le trattative sono durate complessivamente più di otto ore, «quasi ininterrottamente, se si esclude il pranzo, durante il quale si è lavorato molto».
E ha rivelato che Zelensky ha avuto un ruolo chiave anche non essendo presente alla riunione. Il leader ucraino ha «indirizzato le azioni della delegazione verso una difesa concreta di una serie di posizioni di principio e verso una saggia flessibilità nei confronti di altre, il che ha permesso di ottenere un risultato finale positivo».
13:40
13:40
Lavrov: «La Führer Ursula vuole rimilitarizzare l'Europa»
La «Führer Ursula sta mobilitando tutti per rimilitarizzare l'Europa». Lo ha detto il ministro degli esteri russo Serghei Lavrov in un'intervista in merito al programma per il riarmo presentato dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.
Nell'intervista con i blogger americani Mario Naufal, Larry Johnson e Andrew Napolitano, ripresa dalle agenzia russe, Lavrov ha detto che il piano per il riarmo prevede «somme di denaro inimmaginabili». «Molti pensano - ha aggiunto il ministro - che questo sia un trucco per distrarre l'attenzione della popolazione dalle decine e centinaia di miliardi di euro che sono stati spesi ai tempi del Covid e nell'assistenza all'Ucraina senza controlli appropriati. È una discussione che è stata sollevata».
Secondo Lavrov le dichiarazioni sulla possibilità di creare un'alleanza militare nel quadro dell'UE mirano a testare il terreno per vedere la reazione di Washington.
Mosca e Washington condividono la logica dell'inammissibilità dello scontro, anche militare, ha spiegato il ministro degli esteri russo, sottolineando che, durante i colloqui tra Russia e Stati Uniti a Riad, le parti hanno affermato che «quando gli interessi non coincidono e si contraddicono, allora i paesi responsabili devono fare di tutto per non consentire che questa contraddizione degeneri in uno scontro. Soprattutto uno scontro militare, che sarebbe disastroso per molti altri paesi. Abbiamo detto loro che condividiamo pienamente questa logica».
Nell'intervista Lavrov ha anche affermato che «alcuni sostengono che la Russia sta cambiando e si sta allontanando dall'Oriente, dalla Cina, dall'India, dall'Africa. È un'illusione». «L'euforia non dovrebbe guidarci nella politica estera», ha poi ammonito il ministro degli esteri, citando quindi la «formula» di interazione che Pechino applica con Washington come esempio delle relazioni tra i due Stati.
«Dicevano, giù le mani da Taiwan, giù le mani dal Mar Cinese Meridionale. Ma incontriamoci e parliamo», ha spiegato Lavrov, secondo cui questo è «lo stesso approccio, la stessa logica» che l'amministrazione americana di Donald Trump applica nei suoi rapporti con Mosca e «penso sia giusto».
A suo dire gli Stati Uniti sanno che la Russia non violerà mai i suoi impegni legali e politici nei confronti della Cina, ha detto Lavrov ricordando quando, nel 1972, il presidente statunitense Richard Nixon «voleva che le relazioni in questo triangolo fossero così. Le relazioni tra Stati Uniti e Cina e tra Stati Uniti e Russia devono essere migliori delle relazioni tra Mosca e Cina».
«La situazione attuale è radicalmente diversa - ha aggiunto Lavrov - Non abbiamo mai avuto relazioni con la Cina così buone, così riservate, così durature e che avrebbero goduto del sostegno dei popoli di entrambi i paesi. Gli americani sanno che non tradiremmo i nostri impegni legali, ma anche, sapete, gli impegni politici che sviluppiamo con i cinesi».
13:12
13:12
Il Regno rivendica: «Intimamente coinvolti per il riavvicinamento di Kiev agli USA»
Il Regno Unito e il governo di Keir Starmer rivendicano di essere stati «intimamente coinvolti» dietro le quinte nell'operazione di riavvicinamento dell'Ucraina agli USA culminata nelle intese raggiunte ieri a Gedda su una proposta condivisa di tregua da sottoporre alla Russia dopo il duro scontro avuto nei giorni scorsi dal presidente americano Donald Trump con quello ucraino Volodymyr Zelensky a Washington. Lo riporta la BBC, citando anonime fonti governative.
Le fonti affermano che Downing Street è stata «molto vicina» a Kiev, cercando di orientarne le mosse come suggeritore. E che ha avuto un ruolo leader «negli sforzi concertati con gli alleati europei» per favorire nell'ultima settimana la ricucitura.
Ieri sera Starmer non ha mancato di elogiare in una dichiarazione l'accordo raggiunto a Gedda, complimentandosi con «il presidente Trump e il presidente Zelensky» per quella che ha definito «una svolta significativa» verso l'obiettivo di «una pace duratura e sicura in Ucraina».
Non senza far sua l'affermazione pronunciata dal segretario di Stato americano Marco Rubio, e poi ripetuta identica da quasi tutti i leader occidentali, secondo cui «la palla è ora nel campo» di Mosca, sfidata ad accettare «il cessate il fuoco» e in prospettiva «la fine» della guerra.
11:14
11:14
Domani Putin incontra Lukashenko
Domani è attesa una visita ufficiale in Russia del presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko, che avrà dei colloqui con il suo omologo Vladimir Putin. Lo afferma il Cremlino, ripreso dalle agenzie Tass e Interfax.
10:24
10:24
La Russia ha inserito l'oppositore Alexey Gorinov nella sua lista dei «terroristi e degli estremisti»
La Russia ha inserito l'oppositore Alexey Gorinov nella sua lista dei «terroristi e degli estremisti»: lo riferisce il «Moscow Times» citando l'agenzia di monitoraggio finanziario della Federazione Russa (Rosfinmonitoring).
Il provvedimento è considerato di matrice politica. Gorinov, ex consigliere municipale moscovita di 63 anni, è infatti in carcere per una condanna in appello a quasi sette anni di reclusione sulla base della legge bavaglio che vieta di fatto di criticare l'invasione dell'Ucraina da parte delle truppe di Mosca.
Gorinov era stato arrestato nell'aprile del 2022 dopo che in una riunione del consiglio rionale di Krasnoselsky, a Mosca, aveva respinto la proposta di organizzare un concorso di disegno per bambini denunciando che in Ucraina «i bambini stanno morendo» a causa dell'aggressione delle truppe russe.
Lo scorso novembre un tribunale militare russo lo ha condannato ad altri tre anni di reclusione con l'accusa di «giustificazione del terrorismo», anch'essa ritenuta politicamente motivata.
Quest'ultima condanna, impugnabile in appello, si basa sulle presunte testimonianze di alcuni detenuti con cui il dissidente avrebbe condiviso una stanza di un ospedale del servizio penitenziario.
Secondo i media, la procura lo accusa di aver «giustificato» gli attacchi al ponte di Crimea e il battaglione ucraino Azov, definito «organizzazione terroristica» dal governo russo.
10:23
10:23
Russia scettica sulla tregua di 30 giorni, «servono garanzie»
C'è cautela mista a scetticismo a Mosca rispetto alla proposta di una tregua di 30 giorni uscita ieri dai colloqui di Gedda. Fonti russe hanno detto alla Reuters che qualsiasi accordo per porre fine alla guerra in Ucraina dovrà tenere conto dei progressi russi e rispondere alle preoccupazioni di Mosca.
Una fonte russa di alto livello ha dichiarato che il presidente Vladimir Putin avrebbe difficoltà ad accettare l'idea del cessate il fuoco senza discutere i termini e ottenere qualche tipo di garanzia. «Putin ha una posizione forte perché la Russia sta avanzando», spiega la fonte russa.
Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov - riferiscono le agenzie russe - ha esortato a «non correre troppo» sull'ipotesi di un'accettazione della tregua. Peskov ha sottolineato che «per prima cosa» Mosca attende di ricevere dagli USA informazioni dettagliate sui colloqui di ieri a Gedda con una delegazione ucraina. «In questi giorni abbiamo pianificato anche dei contatti con gli americani, durante i quali contiamo di ricevere informazioni complete», ha aggiunto il portavoce.
Questi ha anche spiegato che il Cremlino non esclude che possa tenersi nei prossimi giorni un nuovo colloquio telefonico tra Putin e il presidente americano Donald Trump, come annunciato ieri da quest'ultimo. «Se dovesse presentarsi una tale necessità, verrà organizzato molto rapidamente, gli attuali canali di dialogo con gli americani consentono di farlo in tempi abbastanza brevi», ha affermato il portavoce, citato da Interfax.
Secondo quanto riporta la Tass, Peskov ha anche dichiarato che «i dati forniti dai nostri militari indicano che le nostre truppe stanno avanzando con successo nella regione di Kursk», l'oblast russa dove i soldati ucraini hanno lanciato un'offensiva inattesa la scorsa estate ma dove ora, stando a diverse fonti, sarebbero in difficoltà. Il ministero della difesa ha riferito che le forze armate russe hanno liberato nelle ultime ore altri cinque villaggi nella regione.
Lo Stato maggiore delle forze armate dell'Ucraina ha confermato, dopo aver negato per settimane, l'avanzata delle truppe russe nel Kursk. Dalle mappe pubblicate dallo Stato Maggiore per il 10 e 11 marzo - riporta RBC - si nota che l'area controllata dalle Forze di difesa nella regione si è notevolmente ridotta. I russi erano quasi arrivati a Sudza.
Il ministero della difesa russo, citato da Interfax, sostiene inoltre che le sue truppe abbiano preso il controllo di Novomarkovo e Dneproenergia, due paesini della regione di Donetsk, nell'Ucraina sud-orientale. Le dichiarazioni di Mosca non sono al momento verificabili.
08:34
08:34
USA-Russia: colloquio telefonico tra capi CIA e SVR
Il capo della CIA, John Ratcliffe, e quello dell'intelligence esterna russa (SVR), Serghei Naryshkin, hanno avuto un colloquio telefonico durante il quale hanno concordato di mantenere «contatti regolari» tra loro «allo scopo di contribuire a garantire la stabilità e la sicurezza internazionale, nonché a ridurre lo scontro nei rapporti tra Mosca e Washington». Lo riferisce l'SVR in un comunicato ripreso dall'agenzia Tass.
08:34
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Kiev: «Già ripristinata l'assistenza USA»
Il colonnello Pavlo Palisa, vice capo dell'ufficio presidenziale ucraino, ha riferito che l'assistenza alla sicurezza da parte degli Stati Uniti all'Ucraina è già stata ripristinata.
«Ho la conferma che l'assistenza alla sicurezza degli Stati Uniti è stata ripristinata. Gli accordi stanno iniziando a essere implementati. La lotta continua!», ha scritto Palisa, che faceva parte della delegazione ucraina a Gedda, in Arabia Saudita, su Facebook.
Oltre agli aiuti militari, gli Stati Uniti hanno pienamente riavviato anche la condivisione delle informazioni di intelligence con l'Ucraina, dopo l'intesa trovata a Gedda su una proposta di cessate il fuoco con la Russia, ha riferito un alto funzionario ucraino alla Reuters, ripreso dal «Guardian».
«Grazie alla leadership di Trump, siamo un passo significativo più vicini a porre fine alla sanguinosa guerra in Ucraina. Per ordine del presidente, la pausa sulla condivisione di intelligence con l'Ucraina è terminata», ha scritto su X la direttrice dell'intelligence americana Tulsi Gabbard.
Anche il ministro degli esteri polacco Radoslaw Sikorski ha confermato che le consegne di aiuti statunitensi all'Ucraina tramite il polo logistico polacco di Rzeszów-Jasionka sono tornate ai livelli precedenti allo stop deciso da Trump. Sikorski, riportano i media internazionali, ha parlato in conferenza stampa insieme al suo omologo ucraino Andryi Sybiha, che ha fatto tappa in Polonia durante il viaggio di ritorno da Gedda.
06:14
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Il punto alle 06.00
La Russia ha lanciato un attacco di droni su Kiev, Kharkiv e Sumy. Lo riferiscono i rispettivi sindaci su Telegram citati dai media ucraini. Il sindaco della capitale, Vitaly Klichko, nella tarda serata di ieri ha affermato che le difese aeree erano in azione sulla sua città. L'attacco è arrivato poche ore dopo l'intesa tra USA e Ucraina su una proposta di tregua di 30 giorni, che deve essere ora sottoposta alla Russia. Le autorità locali sui social, citate da Ukrainksa Pravda, riferiscono che una persona è morta nell'attacco russo di questa notte sulla città di Sumy, nell'est dell'Ucraina. La polizia regionale ha affermato che la vittima è un uomo di 32 anni.
Le difese aeree di Mosca hanno abbattuto 21 droni ucraini sul territorio russo. Lo ha affermato - come riporta l'agenzia Interfax - il Ministero della Difesa russo. «Durante la notte scorsa le difese aeree in servizio hanno intercettato e distrutto 21 droni ucraini: 12 sulla regione di Bryansk, due sulla regione di Kursk, uno sulla regione di Kaluga e uno sulla Crimea, oltre a cinque sulle acque del Mar Nero», si legge nella dichiarazione.