Trump, il rapporto con Putin e la guerra in Ucraina: cosa accadrà ora?
Donald Trump è il 47esimo presidente degli Stati Uniti. Per lui è la seconda volta alla guida della Casa Bianca. Dopo la promessa in campagna elettorale di porre fine alla guerra in Ucraina, la domanda che tutti oggi si pongono è la seguente: riuscirà a mediare un accordo di pace tra Mosca e Kiev? Solamente il mese scorso Trump aveva affermato di avere un «ottimo rapporto» con il presidente russo Vladimir Putin, mentre in passato aveva promesso che, una volta eletto presidente, sarebbe riuscito a porre fine al conflitto in Ucraina «entro 24 ore». I giornalisti indipendenti di Verstka hanno provato a fare il punto su ciò che Trump e i suoi soci hanno detto nell'ultimo anno in merito a Russia e Ucraina.
La fine della guerra in 24 ore
Ad aprile, Donald Trump, citato dal Washington Post, ha dichiarato che potrebbe porre fine alla guerra «facendo pressione sull'Ucraina affinché rinunci a parte del territorio». Citando fonti che avevano parlato con Trump o con i suoi consiglieri, il WP ha scritto che il piano del tycoon potrebbe spingere l'Ucraina «a cedere la Crimea e la regione di confine del Donbass alla Russia». Zelensky si è sempre detto irremovibile su questo punto, ma con gli aiuti statunitensi a rischio le carte in tavola potrebbero cambiare.
Trump ha pure dichiarato in un'intervista a Fox News che potrebbe porre fine alla guerra «entro 24 ore», affermando che chiederebbe a Zelensky di «fare un accordo» con la Russia, minacciando di dare più aiuti militari all’Ucraina se la Russia si rifiutasse: «Direi a Zelensky: "Basta, devi fare un accordo". Direi a Putin: "Se non fai un accordo, daremo all'Ucraina più di quanto abbiano mai avuto, se necessario"».
A ottobre, il Financial Times, citando un consigliere di Trump, ha scritto che il piano del repubblicano per trovare un accordo di pace tra Ucraina e Russia potrebbe essere modellato sugli accordi di Minsk del 2014 per porre fine al conflitto nel Donbass. Questo nuovo accordo dovrebbe però includere «meccanismi di applicazione e conseguenze per le violazioni».
Il membro della Camera dei rappresentanti repubblicano Michael Waltz ha riferito sempre al FT che Trump potrebbe fare pressione affinché la Russia ponga fine all'invasione minacciando di abbassare i prezzi globali del petrolio e di far crollare la sua economia, così da «inondare il mondo con petrolio e gas americani più economici e puliti».
Cosa ha detto Trump a Putin?
Trump conosce Putin da molto tempo. È stato pure accusato di avere una «relazione speciale» con il presidente russo. Stando al libro «War» di Bob Woodward, Trump sarebbe rimasto in contatto con Putin anche dopo la sua prima presidenza e gli avrebbe inviato test diagnostici per il COVID-19 al culmine della pandemia.
Trump ha descritto il suo rapporto con Putin come «buono». Ha anche riferito al Wall Street Journal di aver avvertito lo «zar», durante la sua presidenza, che avrebbe colpito la Russia con un missile se ci fosse stata una minaccia per l'Ucraina: «Ho detto: "Vladimir, se vai contro l'Ucraina, ti colpirò così forte che non ci crederai nemmeno. Ti colpirò proprio nel mezzo della fottuta Mosca"». Secondo la versione del tycoon, il presidente russo avrebbe risposto promettendo di non invadere l'Ucraina.Trump non ha mai chiarito in quali circostanze avrebbe avuto luogo questa conversazione con Putin.
Gli USA e gli aiuti all'Ucraina
Secondo gli analisti di Bloomberg Economics, la vittoria di Trump alle elezioni potrebbe portare a quattro possibili scenari per la politica statunitense nei confronti dell'Ucraina. Il risultato più probabile, si legge, è la riduzione degli aiuti finanziari e militari americani a Kiev. Questo, a sua volta, costringerebbe l'Ucraina a fare pressioni sull'Europa per ottenere più sostegno. Nonostante il calo degli aiuti statunitensi, le forze ucraine continuerebbero a difendere i propri confini, mentre la Russia aumenterebbe il reclutamento di soldati.
Nello scenario meno probabile, scrive ancora Bloomberg, gli USA potrebbero riuscire a costringere Ucraina e Russia a porre fine alle ostilità. Ciò comporterebbe verosimilmente la rinuncia di Kiev alle rivendicazioni sui territori occupati dai russi, accantonando pure le sue aspirazioni di adesione alla NATO, mentre Mosca si assicurerebbe la revoca delle sanzioni occidentali.
Secondo gli esperti, è altamente improbabile che Trump possa tagliare completamente gli aiuti all'Ucraina. In tal caso, Kiev affronterebbe una grave crisi, con conseguenze devastanti che potrebbero costringere le autorità ucraine ad accettare qualsiasi condizione dettata da Putin per garantire la pace. Una mossa del genere potrebbe far crollare la popolarità del tycoon anche tra i suoi seguaci più fedeli e innescherebbe una nuova ondata di rifugiati ucraini nei Paesi europei. Altrettanto improbabile è la prospettiva che Trump possa aumentare significativamente il sostegno militare e finanziario all'Ucraina, rilevano gli analisti di Bloomberg.
Il vice di Trump, JD Vance, all’inizio del 2024, ha strenuamente cercato di bocciare un disegno di legge sugli aiuti all'Ucraina in Senato e, nonostante il tentativo andato a vuoto, ha comunque sottolineato come la mossa intendesse far capire «all'Europa e al resto del mondo che l'America non può firmare assegni in bianco all'infinito».
In una intervista rilasciata a Politico lo scorso febbraio, il senatore dell’Ohio ha dichiarato: «Semplicemente non abbiamo la capacità produttiva per supportare una guerra nell'Europa orientale a tempo indeterminato. Per quanto tempo potrà durare? Quanto costerà? E, cosa importante, come dovremmo effettivamente produrre le armi necessarie per supportare gli ucraini?».
I timori e le speranze ucraine
Lo scorso giugno, Zelensky aveva espresso i suoi timori al Guardian, riconoscendo che Trump, una volta rieletto, avrebbe potuto imporre una schiacciante sconfitta militare all’Ucraina, tagliando «sostegno, armi e denaro» e persino facendo accordi con i Paesi alleati di Kiev, spingendoli a interrompere le consegne di armi. Secondo il leader ucraino, con un «pessimo accordo» con la Russia l’influenza internazionale degli USA rischierebbe di diventare «pari a zero». Tuttavia, quest'oggi, Zelensky è stato tra i primi leader internazionali a congratularsi con il tycoon per la sua «impressionante vittoria elettorale»: «Apprezzo l'impegno del presidente Trump nell'approccio 'pace attraverso la forza' negli affari globali», ha scritto su X il leader ucraino, ricordando il loro «grande incontro» a New York in cui hanno discusso «dei modi per porre fine all’aggressione russa in Ucraina».
Orysia Lutsevych, responsabile del forum ucraino presso il think tank di Chatham House, ha affermato di temere che l'elezione di Trump possa essere «un regalo al Cremlino» se Zelensky non riuscisse a convincere Trump sulle ragioni di Kiev. Allo stesso tempo, Lutsevych ha sottolineato la frustrazione ucraina per i continui divieti di Biden e la speranza di una politica più interventista di Trump.
L'ex addetta stampa del leader ucraino, Iuliia Mendel, ha invece scritto sul Kyiv Post che né Trump né Kamala Harris «hanno offerto un chiaro piano di vittoria per l'Ucraina» e che la guerra «sta costantemente erodendo le fondamenta stesse» del Paese invaso dai russi. Un cessate il fuoco, in questo senso, offrirebbe all'Ucraina una possibilità di riprendersi e potrebbe «essere il meglio» in che la popolazione possa augurarsi «nel breve termine».
«Stanchi delle minacce nucleari di Putin»
L'analista politico Ilya Grashchenkov, intervistato da Verstka, ha spiegato che probabilmente Trump spingerà davvero per porre fine alla guerra in Ucraina. Tuttavia, le tensioni tra Russia e Occidente potrebbero comunque portare a una nuova Guerra fredda: «Per la Russia, Trump è sicuramente preferibile a Harris perché vuole porre fine alla fase calda del conflitto e reindirizzare gli interessi militari statunitensi altrove», ha spiegato Grashchenkov, aggiungendo che «gli americani sono stanchi delle continue minacce nucleari e Trump, essendo un populista, lo capisce». Grashchenkov si aspetta che il presidente USA persegua rapidamente una de-escalation in Ucraina, anche se potrebbe esserci una significativa resistenza ai suoi piani.
Secondo l’esperto di scienze politiche Mikhail Vinogradov, invece, la vittoria di Trump «destabilizzerà l'amministrazione statunitense per diversi mesi». Durante questo periodo, la Russia potrebbe avere una «finestra di opportunità» per promuovere i propri interessi in Ucraina. Vinogradov sottolinea comunque che difficilmente un'amministrazione americana sarà disposta ad accettare le richieste a senso unico della Russia.