Stati Uniti

Trump? «La campagna gli serve solo per pagare le spese legali»

I sondaggi, il ruolo di Save America e i milioni deviati dai fondi raccolti: ecco che cosa sta succedendo al Tycoon
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Red. Online
01.08.2023 06:00

I sondaggi, banalmente, lo danno addirittura al 54% nelle preferenze degli elettori repubblicani. Tradotto: esiste solo e soltanto Donald Trump. Di più, se si votasse ora, l'ex presidente degli Stati Uniti vincerebbe senza problemi la nomination del suo partito. Sinonimo di candidatura alla Casa Bianca. 

Detto questo, la polemica è presto servita. Ed è legata a una buona parte delle somme raccolte per finanziare la sua campagna elettorale. Tradotto bis: Trump avrebbe deviato alcuni finanziamenti per sostenere le tante spese legali accumulate fin qui, complici i vari processi a suo carico. Per tacere delle nuove grane legali in arrivo: dal coinvolgimento nell'assalto al Campidoglio, il 6 gennaio 2021, al tentativo di alterare il risultato elettorale in Georgia. Serviranno altri soldi, proprio così.

Cifre alla mano, fra marzo e giugno l'ex presidente degli Stati Uniti ha raccolto la bellezza di 35 milioni di dollari. Alla campagna, tuttavia, come affermano i media americani sarebbe arrivato poco: 17,7 milioni. E il resto, allora, dov'è finito? È stato affidato a un political action committee  o PAC, un comitato che raccoglie fondi tra i propri membri per effettuare donazioni a sostegno o per ostacolare candidati, referendum o iniziative legislative come recita Wikipedia, denominato Save America. Un comitato guidato dallo stesso Trump per gestire i fondi raccolti fra i piccoli donatori che, negli ultimi tre mesi, ha speso 40,2 milioni di dollari per pagare le spese legali del Tycoon.

Una cifra, questa, che stando al Washington Post si somma ai circa 16 milioni già utilizzati nei mesi precedenti. Sempre, evidentemente, allo stesso scopo: pagare gli avvocati attivi sui vari fronti che, a livello di giustizia, vedono protagonista The Donald. Fra i pubblici ministeri che già indagano sugli affari di Trump è scattato un campanello d'allarme. Il rischio di un potenziale conflitto di interessi, in questo caso, è molto alto.

Il New York Times, dal canto suo, ha riferito che Save America avrebbe addirittura chiesto la restituzione di 60 milioni di dollari versati, in precedenza, a un altro gruppo che sostiene Trump. Segno, secondo il quotidiano, che l'ex presidente sarebbe in gravi difficoltà economiche. 

Trump, di suo, sembra infischiarsene. Sabato, durante un comizio in Pennsylvania, ha spiegato che «ogni incriminazione», per lui, «è un distintivo d'onore». La base di elettori, secondo i sondaggi, la pensa esattamente come il suo totem. A rinfacciare, tuttavia, l'ennesima scivolata al Tycoon sono i suoi colleghi repubblicani in gara. Ron DeSantis, in calo rispetto alle attese, è prontamente passato all'attacco: «Ha più debiti che fondi». Dello stesso avviso Chris Christie, ex governatore del New Jersey ed ex alleato di Trump: «Corre solo per non finirei in prigione e la nuova campagna gli serve solo per finanziare le spese legali».

Di nuovo, il diretto interessato a rispedito accuse e attacchi: Ma The Donald ostenta sicurezza: «Nei miei confronti è in atto una caccia alle streghe. Mi perseguitano, vogliono togliermi la libertà ma non ci riusciranno. Sono l'unico che può battere Biden e salvare l’America. Biden è il più corrotto della storia, in confronto a lui Hillary Clinton sembra un angelo». Il tutto invitando DeSantis a lasciare la corsa ed etichettando come «pagliacci» i rivali scesi in campo contro di lui.