Territori e tensioni

Trump non molla e la «Groenlandia statunitense» diventa un caso

Il presidente eletto americano torna sulla possibilità di un'annessione del territorio autonomo danese: il figlio Don Jr visiterà in questi giorni Nuuk per girare delle riprese, ma secondo alcune indiscrezioni parlerà anche con i leader dell'opposizione – Il re della Danimarca, Frederik X, intanto, cambia il proprio stemma: più risalto all'orso polare groenlandese
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Red. Online
07.01.2025 09:00

Donald Trump non molla. E raddoppia sul portare la bandiera a stelle e strisce in Groenlandia. A fine dicembre – ne avevamo parlato qui – il presidente eletto aveva affermato di voler comprare il territorio autonomo della Danimarca e renderlo parte degli Stati Uniti. Sul suo social Truth, Trump aveva scritto che mettere le mani sull'isola sarebbe per Washington «una necessità assoluta per la sicurezza nazionale». Oltre a una questione importante «per la libertà in tutto il mondo».

Detto della piccata risposta del primo ministro della Groenlandia, Mute Bourup Egede, che dopo le dichiarazioni aveva espresso sui social l'assoluta contrarietà a un'entrata in materia – «La Groenlandia non è in vendita e non lo sarà mai» –, il tycoon è tornato, nelle scorse ore, alla carica. E lo ha fatto confermando le indiscrezioni di stampa secondo le quali il figlio Don starebbe per arrivare nel territorio danese autonomo. «Ho sentito dire che il popolo della Groenlandia è MAGA», ha scritto il tycoon su Truth. «Mio figlio, Don Jr, ed altri mie rappresentanti si recheranno lì nei prossimi giorni. È un posto incredibile e la gente ne trarrà enormi benefici se e quando diventerà parte della nostra nazione. Lo proteggeremo e lo custodiremo da un mondo esterno molto feroce. Make Greenland Great Again!», ha aggiunto Trump.

Ieri una fonte riportata dall'emittente di servizio pubblico groenlandese KNR aveva riferito che Donald Trump junior, sarebbe atterrato la sera stessa nel capoluogo Nuuk, dove avrebbe avuto un incontro con Erik Jensen, capo del partito d'opposizione in governo Siumut. Da parte sua, invece, il ministero degli Esteri danese ha dichiarato alla CNN di aver «preso nota» del viaggio, ma di non voler commentare ulteriormente in quanto «non si tratta di una visita ufficiale americana». Secondo fonti citate dai media internazionali, del resto, Trump Jr. si starebbe recando sull'isola per girare delle riprese video per un podcast e non in veste diplomatica. Nessun "affare", insomma, in vista.

E la Danimarca?

Le provocazioni di Donald Trump, tuttavia, non hanno lasciato indifferenti né la Groenlandia né la Danimarca. Membro del partito di maggioranza Inuit Ataqatigiit e volto del movimento indipendentista, il premier groenlandese Mute Bourup Egede, nel suo discorso di Capodanno, è tornato a spingere sul tema dell'indipendenza, sottolineando come l'isola debba liberarsi dalle «catene del colonialismo». Passare dalle Danimarca agli Stati Uniti? Improbabile.

Certo è che Copenaghen non ha intenzione di mollare la presa sul prezioso territorio nordico. Né per renderlo agli indipendentisti né per consegnarlo a Washington. Nel mese di dicembre, qualche ora dopo la già citata uscita di Donald Trump, il governo danese ha annunciato un grande aumento della spesa per la difesa della Groenlandia. Una tempistiche che, a suo tempo, il ministro della Difesa danese Troels Lund Poulsen aveva descritto come casuale: una «ironia del destino».

Sarà. Proprio ieri, il re danese Frederik X, sul trono da poco meno di un anno, ha reso pubbliche le nuove modifiche allo stemma reale. Modifiche che – sarà un caso? – danno più risalto alle figure dell'orso polare e dell'ariete, animali che rappresentano la Groenlandia e le isole Fær Øer. Come a dire: "Questi territori sono nostri". Un messaggio rivolto sia a Trump sia agli indipendentisti, e reso chiaro dal discorso pronunciato dallo stesso regnante per il nuovo anno: «Siamo tutti uniti e ognuno di noi si impegna per il regno di Danimarca. Dalla minoranza danese dello Schleswig meridionale fino alla Groenlandia. Siamo uniti».

Il vecchio stemma, a sinistra, e quello nuovo, a destra. Più evidenti, ora, i simboli di Groenlandia e Isole Fær Øer, orso polare e ariete. ©Kongehuset.dk
Il vecchio stemma, a sinistra, e quello nuovo, a destra. Più evidenti, ora, i simboli di Groenlandia e Isole Fær Øer, orso polare e ariete. ©Kongehuset.dk

Perché la Groenlandia

Ma perché la Groenlandia è così importante? Avevamo approfondito la questione qui. Si parla (di nuovo e con insistenza) di Groenlandia perché, a dispetto dei suoi pochi, pochissimi abitanti – 56.800 – è un territorio estremamente importante dal punto di vista strategico. Considerando anche lo scioglimento dei ghiacci e la possibilità di aprire nuove rotte nell'Artico, non stupisce che l'aerea faccia gola alle superpotenze: Cina, Russia e, appunto, Stati Uniti. Il traffico navale nell'Artico, del resto, è già cresciuto del 37% nello spazio di dieci anni a causa del cambiamento climatico. E invece di tentare di salvare il pianeta, i governi cercano modi per sfruttare le vie che si apriranno. La Groenlandia, ha detto ad esempio l’ex segretario alla sicurezza nazionale di Trump, Robert O’Brien, può diventare «l’autostrada dall’Artico fino al Nordamerica».   

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