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Lo ha confermato il presidente americano visitando il Kennedy Center, secondo quanto riporta l'agenzia Bloomberg – TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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23:49
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Trump: «Io e Putin abbiamo concordato molti punti dell'accordo finale, ma resta ancora molto da fare»
«Domani mattina parlerò con il presidente Putin della guerra in Ucraina. Molti elementi dell'accordo finale sono stati concordati, ma molto resta ancora da fare. Migliaia di giovani soldati sono uccisi. Ogni settimana porta 2.500 morti fra i soldati, da tutte e due le parti, e questo deve finire ora. Aspetto con impazienza di parlare con Putin». Lo afferma Donald Trump sul suo social Truth.
20:33
20:33
Trump: «Parlerò con Putin domani mattina»
«Parlerò con Putin domani mattina». Lo ha detto Donald Trump visitando il Kennedy Center, secondo quanto riporta l'agenzia Bloomberg.
19:56
19:56
Macron: «Dobbiamo lavorare con i nostri partner per un piano di pace concreto»
«Il presidente Zelensky ha avuto il coraggio di accettare la proposta americana di una tregua di 30 giorni. Sta ora alla Russia dimostrare che vuole davvero la pace»: lo scrive, in un messaggio su X, il presidente francese, Emmanuel Macron, aggiungendo che «con tutti i nostri partner dobbiamo adesso andare avanti per presentare un piano di pace concreto».
19:55
19:55
«Trump valuta il riconoscimento della Crimea come russa»
L'amministrazione Trump sta discutendo il riconoscimento della Crimea come russa nel tentativo di mettere fine alla guerra. Lo riporta Semafor citando alcune fonti, secondo le quali comunque Donald Trump non ha preso ancora una decisione.
Secondo le stesse fonti, l'amministrazione Trump ha valutato la possibilità per gli Stati Uniti di premere sull'Onu affinché faccia lo stesso e riconosca la Crimea come territorio russo.
16:59
16:59
Cremlino: «È pericoloso parlare dell'invio di militari in Ucraina»
Le discussioni in corso nei Paesi europei, particolarmente in Francia, sul possibile invio di un contingente in Ucraina rappresentano «una tendenza assolutamente pericolosa». Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. L'invio di militari da Paesi NATO creerà «ulteriori cause di fondo del conflitto», ha aggiunto il portavoce, citato dall'agenzia Ria Novosti.
16:37
16:37
Il Cremlino: «La Russia e gli USA sono sulla strada per ripristinare le relazioni bilaterali»
La Russia e gli Stati Uniti sono sulla strada per ripristinare le relazioni bilaterali, e la conversazione telefonica in programma domani tra i due presidenti è un passo importante. Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, citato dall'agenzia Tass.
Il tema principale del colloquio telefonico sarà quello delle possibili soluzioni negoziali per porre fine al conflitto in Ucraina, secondo Peskov.
Sono stati necessari «alcuni giorni» per organizzare il colloquio, ha aggiunto Peskov in un'intervista al giornalista televisivo Pavel Zarubin, postata sul canale Telegram di quest'ultimo e ripresa dalle agenzie russe.
Peskov ha ricordato che i due presidenti si parleranno dopo il colloquio che Putin ha avuto a Mosca la settimana scorsa con l'inviato della Casa Bianca Steve Witkoff e dopo vari negoziati intercorsi tra i rispettivi ministeri degli Esteri. Al centro del colloquio di domani vi sono «soprattutto, naturalmente, le questioni relative a una soluzione in Ucraina», e su questo tema «il Cremlino prepara appunti per il presidente», ha sottolineato il portavoce di Putin.
15:27
15:27
Il Canada invita Zelensky al G7 di giugno
Il Canada ha invitato Volodymyr Zelensky a partecipare al vertice del G7 di giugno. Lo annuncia il governo.
Il primo ministro canadese Mark Carney ha invitato il presidente ucraino al vertice del G7 a giugno in Alberta. Secondo quanto riferito da un alto funzionario del governo canadese, Carney ha parlato con Zelensky nel weekend.
13:16
13:16
Francia e Canada pretendono dalla Russia «impegni chiari» per una «pace duratura»
La Francia e il Canada sono «potenze di pace» ed «alleati affidabili» che continueranno a pretendere dalla Russia «impegni chiari» per una «pace duratura» in Ucraina e per «la sicurezza dell'Europa tutta intera». Lo ha detto il presidente francese Emmanuel Macron ricevendo a Parigi il nuovo premier canadese Mark Carney.
Il Canada e la Francia, ha sottolineato Macron, vogliono una «pace solida e duratura, con garanzie robuste che proteggeranno l'Ucraina da ogni nuova aggressione russa e permetteranno di garantire la sicurezza dell'Europa tutta intera».
«È in questo spirito che manterremo il nostro sostegno all'Ucraina e continueremo a pretendere impegni chiari dalla Russia», avverte il capo dello stato francese, che in queste ultime settimane ha moltiplicato le iniziative diplomatiche insieme alla Gran Bretagna per contribuire alla sicurezza dell'Ucraina e dell'Europa.
Carney: «Potenziare legami con alleati affidabili»
Carney dal canto suo ha affermato che Ottawa vuole rafforzare i propri legami con «alleati affidabili come la Francia»: «Rafforzare i legami con alleati affidabili come la Francia è più importante che mai», ha dichiarato il premier canadese, che ha scelto Parigi come sua prima missione all'estero dopo l'insediamento alla guida del governo di Ottawa.
In occasione dell'incontro con Macron all'Eliseo, Carney ha aggiunto che «siamo entrambi per la sovranità e la sicurezza, come dimostrato dal nostro sostegno indefettibile all'Ucraina».
13:05
13:05
«I servizi segreti russi dietro l'attacco incendiario all'Ikea di Vilnius»
I servizi segreti militari russi sono dietro l'attacco incendiario ad un negozio del gruppo specializzato nella vendita di mobili e oggettistica per la casa Ikea a Vilnius nel maggio del 2024. Lo ha affermato il procuratore della Lituania, stando a quanto riporta il media britannico Sky News.
Le autorità lituane hanno indicato che il principale sospettato ha collaborato con i servizi militari e di sicurezza russi e ha accettato pagamenti per piani di attacco ai centri commerciali in Lituania e Lettonia per «intimidire le società di entrambi i paesi» nel tentativo di fermare il loro sostegno all'Ucraina.
Il sospettato, un cittadino straniero all'epoca minorenne, si è recato più volte in Polonia e Lituania per raccogliere informazioni e pianificare l'incendio doloso.
Gli investigatori ritengono che il rogo di Vilnius sia stato eseguito utilizzando una miccia a tempo nascosta nel negozio e programmata per attivarsi nel cuore della notte. Il sospettato ha poi abbandonato la scena, cercando di nascondere le proprie tracce, ed è partito per Varsavia (Polonia) per ritirare un'auto di lusso come ricompensa per l'incarico. Il sospettato è stato arrestato una settimana dopo, mentre si ritiene fosse in viaggio per commettere un altro incendio doloso, questa volta a Riga (Lettonia).
L'ufficio del procuratore generale ha precisato che tratterà l'attacco come un atto di terrorismo.
11:39
11:39
L'UE approva la terza tranche di aiuti a Kiev da 3,5 miliardi
Via libera del Consiglio dell'UE alla terza tranche da circa 3,5 miliardi di euro (circa 3,4 miliardi di franchi al cambio attuale) in sovvenzioni e prestiti a fondo perduto a favore di Kiev nell'ambito dello Strumento per l'Ucraina. Lo comunica il Consiglio in una nota.
Lo Strumento per l'Ucraina, entrato in vigore il primo marzo 2024, mette a disposizione fino a 50 miliardi di euro di finanziamenti stabili, sotto forma di sovvenzioni e prestiti, per sostenere la ripresa, la ricostruzione e la modernizzazione dell'Ucraina nel periodo 2024-2027.
Il Consiglio ha concluso oggi che Kiev ha soddisfatto le condizioni necessarie stabilite nel Piano per l'Ucraina per ricevere il terzo esborso dallo Strumento per l'Ucraina. In particolare, Kiev ha dimostrato di aver attuato tredici diversi passi, tra cui l'approvazione di riforme per aumentare l'uso di energia rinnovabile, l'adozione di una strategia per l'agricoltura e lo sviluppo rurale e il proseguimento del lavoro di elencazione delle materie prime strategiche e critiche.
Con la terza erogazione, Kiev avrà ricevuto quasi 20 miliardi di euro nell'ambito dello Strumento per l'Ucraina. Dei circa 50 miliardi stanziati nel quadro dello Strumento, fino a 32 miliardi sono indicativamente destinati a sostenere le riforme e gli investimenti previsti dal Piano per l'Ucraina, i cui esborsi sono subordinati al rispetto di una serie di condizioni prestabilite.
Dalla sua entrata in vigore, lo Strumento per l'Ucraina ha già erogato 6 miliardi di euro a titolo di finanziamento ponte, 1,89 miliardi di prefinanziamento e due rate di circa 4,2 e 4,1 miliardi.
11:37
11:37
Peskov conferma la telefonata tra Putin e Trump per martedì
Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha confermato che è in preparazione una conversazione telefonica tra i presidenti russo Vladimir Putin e statunitense Donald Trump per domani. Lo riferisce l'agenzia di stampa ufficiale russa Ria Novosti.
Intanto, il viceministro degli esteri russo Aleksandr Grushko ha dichiarato che Mosca intende chiedere «garanzie di sicurezza ferree» in un possibile futuro accordo di pace sull'Ucraina. Ha incluso tra queste richieste «uno status neutrale» per Kiev e «la sua non ammissione alla Nato», riporta l'agenzia di stampa ufficiale russa Tass citando un'intervista di Grushko al quotidiano quotidiano filo-Cremlino Izvestia.
La Russia potrebbe discutere lo schieramento di «osservatori disarmati» per monitorare un futuro accordo di pace, mentre rimane contraria alla presenza di forze di mantenimento della pace di paesi appartenenti alla Nato, che diventerebbero «parti nel conflitto» con «tutte le conseguenze» del caso, ha anche affermato Grushko.
A suo avviso, le discussioni attuali su una forza di mantenimento della pace sono «un tentativo di mettere il carro davanti ai buoi». «La questione di un qualche tipo di sostegno internazionale ad un accordo può essere affrontata quando l'accordo sarà stato elaborato. E se le parti concordano che il 'pacchetto per la pace' richiede un sostegno internazionale, allora c'è un argomento di cui discutere. Questo potrebbe includere osservatori disarmati, una missione civile che potrebbe monitorare l'applicazione dei singoli aspetti di questo accordo, o i meccanismi di garanzia. Ma per adesso, è solo aria fritta».
Kiev apre ad allentamento sanzioni
In un'intervista al quotidiano statunitense Politico, Vladyslav Vlasiuk, commissario per le sanzioni dell'Ufficio del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, dal canto suo ha indicato che le sanzioni imposte dall'Occidente alla Russia alla fine potrebbero essere eliminate se ciò contribuisse a garantire sicurezza e giustizia all'Ucraina.
Secondo il funzionario, la ripresa dei rapporti d'affari con la Russia è semplicemente «una questione di tempo», ma deve avvenire alle giuste condizioni. Le restrizioni economiche, gli embarghi e i divieti sulle importazioni di energia russa, ha affermato, «hanno i loro obiettivi, che potrebbero spingere la Russia a fermare la sua aggressione e a farle raggiungere un accordo per una pace duratura», piuttosto che essere semplicemente una «punizione di qualsiasi tipo».
Al momento, ha aggiunto Vlasiuk, è «prematuro parlare di quali sanzioni esatte dovrebbero essere incluse in qualsiasi accordo. Vogliamo solo assicurarci che in questo momento la Russia faccia prima passi significativi in quella direzione, in seguito emergerà una discussione sulla revoca delle sanzioni».
08:59
08:59
USA fuori dall'organismo che indaga i crimini di guerra della Russia
L'amministrazione del presidente statunitense Donald Trump ha deciso di ritirarsi dall'organismo internazionale istituito nel 2023 dall'Unione europea (UE) per indagare sui leader russi responsabili dell'invasione dell'Ucraina, tra cui il presidente Vladimir Putin. Lo scrive il quotidiano New York Times (Nyt), che cita persone a conoscenza della situazione.
La decisione è l'ultima indicazione dell'allontanamento di Trump dall'impegno del suo predecessore Joe Biden di provare che Putin è personalmente responsabile dei crimini commessi contro gli ucraini, commenta il giornale.
«Il Dipartimento di giustizia ha informato in sordina i funzionari europei che gli Stati Uniti si stanno ritirando da un gruppo multinazionale creato per indagare sui leader responsabili dell'invasione dell'Ucraina, tra cui il presidente russo Vladimir V. Putin», scrive il Nyt.
«La decisione di ritirarsi dall'International Center for the Prosecution of the Crime of Aggression against Ukraine (letteralmente Centro internazionale per il perseguimento del crimine di aggressione contro l'Ucraina), a cui l'amministrazione di Biden ha aderito nel 2023, è l'ultima indicazione dell'allontanamento dell'amministrazione di Trump dall'impegno del presidente Joseph R. Biden Jr. di ritenere Putin personalmente responsabile dei crimini commessi contro gli ucraini», prosegue il giornale.
L'organismo, gestito dall'Agenzia dell'UE per la cooperazione giudiziaria penale (Eurojust), è stato creato per provare che la leadership della Russia - insieme ai suoi alleati Bielorussia, Corea del Nord e Iran - è responsabile di crimini, definiti come aggressione ai sensi del diritto e dei trattati internazionali, che violano la sovranità di un altro paese e non sono stati avviati per legittima difesa.
La decisione, secondo le fonti, verrà annunciata oggi via email a Eurojst.
06:31
06:31
Il punto alle 06.30
Il presidente americano Donald Trump ha detto che ha intenzione di parlare con il suo omologo russo Vladimir Putin domani (martedì) e discutere della fine della guerra in Ucraina. Lo riportano i media USA.
«Parlerò con il presidente Putin martedì. Abbiamo lavorato molto nel weekend», ha detto Trump ai giornalisti sull'Air Force One durante un volo notturno di ritorno dalla Florida all'area di Washington. «Vogliamo vedere se possiamo porre fine a questa guerra. Forse ci riusciremo, forse no, ma penso che abbiamo ottime possibilità», ha aggiunto il tycoon. «Parleremo di terre. Parleremo di centrali elettriche», ha detto Trump quando gli è stato chiesto delle concessioni. «Penso che ne abbiamo già discusso molto da entrambe le parti, Ucraina e Russia. Ne stiamo già parlando, dividendo alcuni beni».
«L'Australia saprà sempre tener testa ai bulli come il presidente russo Vladimir Putin», ha detto il primo ministro australiano Anthony Albanese prima di raggiungere a Londra il leader ucraino Volodymyr Zelensky nel vertice virtuale "della coalizione dei volenterosi". A settimane dal convocare un'elezione federale, Albanese ha confermato ieri a Melbourne che l'Australia contribuirà a una forza di peacekeeping in Ucraina che tuttavia sarà «di proporzioni ridotte», aggiungendo che Canberra non si farà intimidire dalle minacce di Mosca che si oppone all'idea. «Se un grande paese come la Russia è capace di brutalizzare un piccolo sovrano vicino in Ucraina, questo ha implicazioni per la pace e la sicurezza nel mondo», ha detto Albanese. «L'Australia ha un interesse nazionale nell'essere a fianco» di Kiev, ha aggiunto il primo ministro sottolineando anche che non vi saranno truppe australiane impegnate in una missione di peacekeeping finché non sarà raggiunto un reale cessate il fuoco.