Guerra

Trump: «Putin ha già fatto una grande concessione: non si prenderà tutta l'Ucraina»

Secondo il presidente USA, Mosca porrà fine al conflitto fermandosi prima di prendere il controllo di tutta l'Ucraina - Intanto il sindaco di Kiev, Vitali Klitschko, afferma che per arrivare alla pace, probabilmente bisognerà cedere i territori occupati
©Evan Vucci
Michele Montanari
25.04.2025 10:30

L'Ucraina probabilmente dovrà cedere i territori occupati per raggiungere un accordo di pace con la Russia. Lo ha lasciato intendere il sindaco di Kiev, Vitali Klitschko, intervenendo ieri mattina al programma Today di BBC Radio 4.

«Uno degli scenari possibili è cedere il territorio. Non è giusto. Ma per la pace, una pace temporanea, forse può essere una soluzione, temporanea», ha spiegato il 53.enne ex campione di pugilato, sottolineando però che il popolo ucraino «non accetterà mai l'occupazione» delle truppe di Vladimir Putin.

Le parole di Klitschko sono arrivate poche ore dopo il pesante attacco russo con missili e droni su Kiev, nel quale sono rimasti uccisi 12 civili, feriti circa 90, mentre 16 mila persone hanno dovuto correre ai ripari nei rifugi anti-bombardamento. Quello di ieri, nonostante il tentativo degli USA di mediare tra le parti in causa, è stato di uno degli attacchi russi più letali sulla capitale ucraina degli ultimi mesi.

Il presidente americano Donald Trump, dopo aver criticato il rifiuto del leader di Kiev di riconoscere la Crimea come russa, ha esortato Putin a cessare i bombardamenti: «Non sono contento degli attacchi russi a Kiev. Non sono necessari, e arrivano in un pessimo momento. Vladimir, BASTA! Stanno morendo 5000 soldati a settimana», ha scritto il tycoon sul suo social Truth, aggiungendo che ora è davvero il momento di «concludere un accordo di pace». Trump, durante un incontro nello Studio Ovale della Casa Bianca con il primo ministro norvegese Jonas Gahr Støre, ha risposto alle domande dei giornalisti, affermando che Putin sta facendo all’Ucraina una «concessione molto importante», ossia la rinuncia a conquistare «l'intero Paese», ponendo fine alla guerra. Kiev e gli alleati europei hanno respinto con forza questa visione, sostenendo che non è affatto una concessione da parte di Mosca la sospensione della conquista del Paese invaso. Attualmente Mosca controlla circa il 20% del territorio ucraino, specialmente nel Donbass.

Tornando alle dichiarazioni di Klitschko, la BBC evidenzia come sia uno dei politici ucraini di maggior spessore ad aver dichiarato pubblicamente che il suo Paese potrebbe dover cedere parte del territorio, anche se temporaneamente. Il sindaco di Kiev e il presidente Zelensky non sono certo in buoni rapporti, anzi. L’ex pugile ha più volte accusato il leader ucraino e la squadra di governo di aver messo in discussione la sua autorità come capo dell’Esecutivo di Kiev. Klitschko ieri ha ribadito di essere il «responsabile della capitale dell'Ucraina», descritta come «il cuore» del Paese devastato dalla guerra.

Secondo il sindaco, il presidente Zelensky potrebbe essere costretto ad adottare una «soluzione dolorosa» per raggiungere la pace. Alla domanda se il leader di Kiev avesse discusso con lui i dettagli di un possibile accordo, Klitschko ha risposto un secco «no», spiegando che non è compito suo trovare soluzioni per la fine del conflitto.

Ieri persino un fervente sostenitore di Kiev come il segretario generale della NATO, Mark Rutte, sembra aver lanciato segnali poco incoraggianti agli ucraini, affermando davanti ai giornalisti presenti alla Casa Bianca che «l'Ucraina ha giocato le sue carte, ora la palla è chiaramente nel campo della Russia». Mosca tuttavia sta continuando a bombardare senza sosta il suo nemico, temporeggiando su una possibile tregua, in modo da conquistare la maggior parte del territorio possibile.

Senza contare, poi, le affermazioni di Trump, il quale è tornato ad accusare Zelensky di essere un uomo «senza carte da giocare», che esprime posizioni dannose per un possibile accordo di pace. Il tycoon ha pure sottolineato che la Crimea «è stata persa anni fa» e che «non è nemmeno un punto di discussione» nell’ambito dei negoziati con la Russia.

Al momento, il documento che dovrebbe sancire la fine del conflitto, pare totalmente sbilanciato a favore di Mosca. Stando alle informazioni diffuse da Axios, la proposta di pace di Washington prevede il riconoscimento «de jure» da parte degli Stati Uniti del controllo russo sulla Crimea, la cessione «de facto» a Mosca dei territori occupati, il divieto di adesione dell'Ucraina alla NATO e accordi economici che permettano agli USA di sfruttare le risorse naturali di Kiev.

Stando a fonti citate da Bloomberg nelle scorse ore, Washington intende proporre a Mosca di accettare il diritto di Kiev ad avere il proprio esercito e un'industria della difesa nell'ambito dell'accordo di pace, nonché la restituzione della centrale nucleare di Zaporizhzhia, la più grande d’Europa, con la possibilità che venga gestita dagli americani.

Nel frattempo, il Regno Unito sembra aver mostrato tentennamenti sul progetto di inviare migliaia di soldati a protezione dell'Ucraina, in quanto i rischi sono considerati «troppo elevati». La notizia è stata diffusa dal Times, secondo il quale un eventuale ridimensionamento del piano dei volenterosi punterebbe a spingere Mosca a spostare le sue linee rosse per raggiungere un accordo di pace. Si cercherebbe quindi di ricostituire e riarmare l'esercito di Kiev, con protezioni aeree e marittime. Inviando, infine, addestratori militari nella parte occidentale del Paese invaso dai russi, dunque lontani dalle linee del fronte.

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