Il caso

Trump vuole la Groenlandia, ma la Russia lo tiene d'occhio

Tramite il suo portavoce Dmitry Peskov, il Cremlino commenta le dichiarazioni del tycoon, ricordando di avere «interessi nazionali e strategici nell'Artico»
©Chris Szagola
Red. Online
10.01.2025 00:00

Quello della «Groenlandia statunitense», lo abbiamo detto, è diventato un vero e proprio caso. Da quando Donald Trump, a fine dicembre, ha dichiarato – per la seconda volta dal 2019 – di voler acquistare il territorio autonomo della Danimarca per una questione di «sicurezza nazionale», la questione è tornata sotto i riflettori. Non sorprende, dunque, che gli occhi di gran parte del mondo siano ora rivolti alla Groenlandia. E, tra questi, in particolare, ci sono quelli della Russia. Non a caso, il Cremlino, tramite il suo portavoce Dmitry Peskov, ha fatto sapere di star «monitorando attentamente la situazione», in particolare dopo che Trump si è rifiutato di escludere un'azione militare per sottrarre la Groenlandia alla Danimarca.

Nonostante i numerosi appelli della Groenlandia e della Danimarca – tra i quali citiamo l'intervento della premier danese Mette Frederiksen, che ha ricordato che il territorio «appartiene ai groenlandesi – le minacce di Trump, a qualcuno, fanno ancora «paura». Poco importa, insomma, che la Groenlandia, ufficialmente, non sia in vendita. Per Mosca, le mosse del presidente eletto, che entrerà in carica per il suo secondo mandato il 20 gennaio, sono comunque da «tenere sotto controllo». E il motivo è presto spiegato. 

Come ha sottolineato Peskov, l'Artico – e di conseguenza la Groenlandia – è un territorio che rientra «nella sfera degli interessi nazionali e strategici della Russia». Russia che, come sottolinea il portavoce del Cremlino, «è interessata alla pace e alla stabilità in quella zona». Dopotutto, è risaputo che la possibilità di aprire nuove rotte nell'Artico, a causa dello scioglimento dei ghiacci, fa gola alle cosiddette superpotenze mondiali, ossia Stati Uniti, Cina e Russia. Non a caso, il Grande Nord è stato a lungo considerato un Paese «di tutti e di nessuno». Ma il cambiamento climatico, ora, potrebbe cambiarne l'equilibrio. 

Poco importa, dunque, a Mosca, che la Groenlandia non possa essere comprata. Come ribadisce Peskov, le sole affermazioni di Trump sono state in grado di mettere in allerta la Danimarca e altre nazioni. E per la Russia, nonostante tutto, la situazione appare «piuttosto drammatica». «Siamo presenti nella zona artica e continueremo a esserlo», ha ricordato Peskov. Una promessa, o forse quasi più una minaccia. «Stiamo osservando da molto vicino lo sviluppo piuttosto drammatico della situazione, ma finora, grazie a Dio, solo a livello di dichiarazioni».

Il portavoce del Cremlino, dunque, ha ricordato che i tentativi statunitensi di conquistare la Groenlandia risalgono al 19. secolo e sono una questione che riguarda anche Stati. Uno fra tutti, la Danimarca. Secondo Mosca, però, l'Europa avrebbe reagito «con molta cautela» alle dichiarazioni del tycoon. «L'Europa reagisce in modo molto timido. Naturalmente fa paura reagire alle parole di Trump, quindi anche ora sta reagendo in modo molto cauto, modesto, silenzioso, quasi sottovoce». 

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