Aviazione

Turbolenze aeree: le cause, i rischi e l'impatto del cambiamento climatico

Dopo quanto successo al volo SQ 321 di Singapore Airlines si riaccende la luce sul fenomeno – Volare, affermano però in coro gli esperti, rimane un'attività sicura – VIDEO
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Marcello Pelizzari
21.05.2024 15:30

Di per sé, le turbolenze fanno parte di un viaggio aereo. Rappresentano, nella stragrande maggioranza dei casi, la normalità. Una forte, fortissima turbolenza – tuttavia – può tradursi in passeggeri e membri dell'equipaggio feriti. Sul volo SQ 321 del 21 maggio della Singapore Airlines, addirittura, una persona è deceduta. La vittima, come riporta fra gli altri il Guardian, soffriva di problemi cardiaci.

Secondo le statistiche della Federal Aviation Administration statunitense, citate dalla CNN, le turbolenze sono la principale causa di lesioni a bordo. Di più, secondo il National Transportation Safety Board si tratta di un tipo di incidente comune. Anzi, uno dei più comuni. Il paradosso, se vogliamo, è che l'aviazione contribuisce al cambiamento climatico ma, allo stesso tempo, ne subisce le conseguenze. Un dato su tutti, elaborato dagli scienziati dell'Università di Reading: le turbolenze, nei cieli, sono aumentate. Quelle forti, ad esempio, hanno conosciuto un significativo +55% sulla rotta nordatlantica fra il 1979 e il 2020. E l'aumento, leggiamo, sarebbe dovuto ai cambiamenti nella velocità del vento ad alta quota. Cambiamenti, a loro volta, provocati dall'aria più calda, un risultato delle crescenti emissioni di carbonio. A preoccupare, in particolare, è il fatto che l'aumento riguardi le turbolenze di aria limpida, o clear-air turbulence, più difficili da evitare per i piloti. Ne avevamo già parlato, non a caso. La questione è sul tavolo delle compagnie aeree. Anche perché, sul fronte finanziario, maggiori turbolenze si traducono in maggiori investimenti nella riparazione degli aerei: solo negli Stati Uniti, questi fenomeni atmosferici spingono i vettori a spendere fra i 150 e i 500 milioni di dollari all'anno. Per tacere dell'uso di carburante, più massiccio in presenza di sconvolgimenti dell'aria.

Paul Williams, professore di Scienze atmosferiche presso la citata Università di Reading, nel 2022 aveva spiegato che esistono tre gradi o livelli per classificare una turbolenza: leggera, moderata e grave. Nel primo caso, le cinture di sicurezza dei passeggeri sono messe a dura prova ma il servizio di ristorazione viene tranquillamente completato. Nel secondo, solitamente i piloti chiedono al personale di cabina di sedersi e, a loro volta, allacciare le cinture. Nel terzo, invece, le forze in gioco sono tali da sballottare un passeggero non allacciato all'interno della cabina. Ed è proprio in quest'ultimo frangente che possono verificarsi infortuni gravi, se non peggio come accaduto al volo SQ 321 di Singapore Airlines.

Ogni anno, nei soli Stati Uniti, circa 65 mila aerei subiscono una turbolenza moderata e circa 5.500 incontrano una turbolenza grave. Numeri che, a detta di Williams, sono destinati a crescere. Complice, manco a dirlo, il cambiamento climatico. «Abbiamo effettuato alcune simulazioni al computer e abbiamo scoperto che le turbolenze gravi potrebbero raddoppiare o triplicare nei prossimi decenni» aveva spiegato l'esperto alla CNN. Il problema nel problema è che queste gravi turbolenze, spesso, non sono accompagnate da chiari indizi. Come il maltempo o la presenza di nuvole. Al contrario, colpiscono all'improvviso e sono difficili da evitare. Stiamo parlando, appunto, delle turbolenze di aria limpida o clear-air turbulence. Secondo il National Transportation Safety Board, tra il 2009 e il 2018 gli equipaggi non hanno ricevuto alcun preavviso, circa la presenza di turbolenze, nel 28% degli incidenti riconducibili al fenomeno. I dati a disposizione di Williams, di nuovo, indicano che le turbolenze di aria limpida aumenteranno in maniera significativa, in tutto il mondo, fra il 2050 e il 2080. 

Volare, per contro, rimane e rimarrà un'attività sicura. Anzi, molto sicura. Così, a suo tempo, sempre Williams: «Gli aerei non cominceranno a cadere dal cielo, perché sono costruiti con specifiche molto elevate e sono in grado di resistere alle peggiori turbolenze che possono incontrare, anche in futuro». Aumenterà, però, la durata media delle turbolenze: «In genere, su un volo transatlantico ci si può aspettare fino a dieci minuti di turbolenza. Penso che tra qualche decennio questa durata potrebbe aumentare a venti minuti o a mezz'ora. Il segnale delle cinture di sicurezza si accenderà molto di più, purtroppo per i passeggeri».

Per i passeggeri, il consiglio rimane uno soltanto: tenere la cintura allacciata, sempre, a prescindere dalla presenza o meno del segnale. A maggior ragione se, dietro l'angolo, dovesse nascondersi una turbolenza di aria limpida. Di riflesso, gli assistenti di volo sono decisamente più esposti al rischio. «Lavoriamo in piedi, spingiamo carrelli per il cibo pesanti e rimaniamo in servizio anche di fronte ai primi avvertimenti» aveva spiegato, sempre alla CNN, Sara Nelson, assistente di volo della United. «Alcuni assistenti di volo, negli anni, sono stati scaraventati contro il soffitto e poi di nuovo a terra più volte, con conseguenti fratture». Nelson aveva aggiunto che l'industria aeronautica sta prendendo molto sul serio il problema, suggerendo tuttavia che la transizione verso un carburante sostenibile va accelerata sempre più. Non solo, alcune norme a suo giudizio dovrebbero essere modificate. Una su tutte: la possibilità per i bambini sotto i due anni di volare in braccio ai genitori. «Quando un bambino nasce, non può lasciare l'ospedale se non ha un seggiolino installato correttamente in auto. Gli stessi standard dovrebbero essere applicati ai voli».