Ucciso in un attentato il generale russo Igor Kirillov, era accusato di attacchi chimici contro l'Ucraina
Un generale russo di alto rango è rimasto ucciso ieri nell’esplosione di una bomba nascosta in un monopattino elettrico in un quartiere residenziale di Mosca. Stando ai media russi, la vittima è il tenente generale Igor Kirillov, capo dell’unità di Difesa radiologica, chimica e biologica delle forze armate russe, il quale, durante l’esplosione, si trovava all'esterno di un condominio in Ryazansky Prospekt, a circa 6,5 chilometri a est del Cremlino. Insieme a lui è morto anche il suo assistente.
«Igor Kirillov, capo dell’unità di Difesa radiologica, chimica e biologica delle forze armate russe, e il suo assistente sono stati uccisi», ha fatto sapere il Comitato investigativo russo, parlando di «atto di terrorismo». Secondo quanto riferito da fonti di sicurezza russe all'agenzia di stampa statale Tass, l'ordigno è stato fatto esplodere a distanza e conteneva circa 300 grammi di materiale esplosivo equivalente al TNT.
Le immagini pubblicate sui canali Telegram russi mostrano l'ingresso sventrato di un edificio, macerie e due cadaveri a terra. Stando all'AFP, i Servizi di sicurezza ucraini (SBU) hanno rivendicato la responsabilità dell'assassinio del generale.
Proprio il giorno precedente alla morte di Kirillov, la procura ucraina, dopo un’indagine, lo aveva condannato in contumacia per aver ordinato migliaia di attacchi con armi chimiche proibite contro l’Ucraina.
Nel post su Telegram pubblicato dall'SBU si parla di «crimini di guerra documentati» commessi dal generale russo. Igor Kirillov, secondo Kiev, sarebbe stato «responsabile dell'uso massiccio di armi chimiche vietate» contro l’esercito ucraino «sul fronte orientale e meridionale» del Paese invaso. L’SBU ha fatto sapere che per ordine di Kirillov, dall'inizio della guerra, sarebbero stati più di 4.800 gli attacchi in cui sono state utilizzate armi chimiche, come le granate da combattimento «K-1», dotate di sostanze con effetto irritante. L'utilizzo di tali ordigni, evidenzia l'SBU, è «vietato dalla Convenzione sulla Proibizione delle Armi Chimiche del 13 gennaio 1993».
Stando all’SBU, sarebbero più di 2 mila le persone finite negli ospedali ucraini con vari gradi di avvelenamento chimico. Nella maggior parte dei casi, si legge ancora, gli attacchi sarebbero stati condotti con droni equipaggiati con «munizioni tossiche» che «colpiscono le mucose di una persona, principalmente gli occhi e il tratto respiratorio». Questo per «costringere i soldati ucraini a uscire dalle trincee sotto il fuoco diretto degli invasori».
Una fonte ucraina quest'oggi ha dichiarato a RBC che «Kirillov era un criminale di guerra e un obiettivo completamente legittimo poiché ha dato ordine di usare armi chimiche proibite contro l'esercito ucraino. Una fine così ingloriosa attende tutti coloro che uccidono ucraini. La punizione per i crimini di guerra è inevitabile».
Il Regno Unito, lo scorso ottobre, aveva sanzionato Kirillov con l'accusa di aver supervisionato l'uso di armi chimiche in Ucraina e agito come «importante portavoce della disinformazione del Cremlino».
A maggio, gli Stati Uniti avevano accusato la Russia di aver utilizzato armi chimiche come «metodo di guerra» in Ucraina, violando le leggi internazionali. Secondo i funzionari del Dipartimento di Stato, Mosca avrebbe pure utilizzato l'agente soffocante cloropicrina per ottenere «vantaggi sul campo di battaglia».
La Russia ha sempre negato di aver utilizzato armi chimiche in Ucraina.