Ucciso un leader Isis, «pianificava attacchi in Europa»

Pianificava «attentati in Europa» l'esponente dell'Isis ucciso in Siria in un attacco con drone compiuto dagli Stati Uniti in un'area sotto forte influenza turca e lontana dalle roccaforti jihadiste nelle zone orientali del martoriato Paese arabo.
Secondo le informazioni rese note dal Comando centrale statunitense (Centcom), Khalil Abdallah Kulaif, meglio noto come Khaled al Jabbur, è stato colpito nella regione nord-occidentale siriana di Idlib in un attacco che non sembra aver provocato altre vittime. L'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria, che sul terreno si avvale di una fitta rete di informatori, afferma che Jabbur è stato ucciso mentre parlava al telefono cellulare fuori dalla sua abitazione temporanea nella campagna attorno a Idlib.
Il generale americano Mike Kurilla, a capo del Centcom, ha affermato che l'Isis continua a costituire una minaccia in Medio Oriente e altrove, e che il jihadista eliminato stava pianificando attacchi in Europa.
A cavallo tra il periodo di maggior espansione tra Siria e Iraq e la successiva fase di ripiegamento, tra il 2015 e il 2017, l'Isis rivendicò diversi sanguinosi attentati compiuti in varie città europee: Parigi, Nizza, Bruxelles, Barcellona, Istanbul. Proprio alla fine del 2017 l'organizzazione internazionale, nata da una costola di al Qaida in Iraq, fu dichiarata sconfitta militarmente in Iraq. E nel marzo del 2019 gli Stati Uniti annunciarono la fine dell'Isis anche in Siria.
Le cellule di insorti jihadisti hanno però continuato - e continuano - a operare in diverse regioni siriane e irachene, in particolare nelle valli dei fiumi Eufrate e Tigri.
«L'Isis ha ancora intenzione di colpire l'Europa e attaccare l'Occidente», ha avvertito Colin Clarke, direttore del centro di ricerca Soufan Group, un think tank vicino all'intelligence americana. Tuttavia, grazie all'«incessante pressione anti-terroristica», ha difficoltà operative nell'organizzare attentati.
L'organizzazione jihadista non sembra però avere difficoltà operative a colpire in Siria e in Iraq. In particolare nella Siria orientale si sono intensificati gli attacchi attribuiti all'Isis contro civili, forze governative siriane appoggiate da Iran e Russia, e contro forze curde, sostenute proprio dagli Stati Uniti.
L'Osservatorio nazionale siriano per i diritti umani ha riferito che Khaled Jabbur, di origini irachene e a lungo basato nella Siria orientale, era arrivato nella zona di Idlib da soli 10 giorni. Ma di lui e del ruolo che ricopriva nell'organizzazione non si sa però quasi nulla. Gli analisti internazionali, che lo identificano col nome di Khalil Abdallah Khulaif, sostengono che sarà presto rimpiazzato con altre figure interne all'organizzazione.
Quel che è certo è che da quasi quattro anni gli Stati Uniti eliminano alti esponenti dell'Isis nella regione nord-occidentale siriana di Idlib, lontana sia dalle tradizionali roccaforti dell'organizzazione jihadista nella Siria orientale sia dalle basi militari Usa nella Siria nord-orientale. L'area di Idlib è inoltre, di fatto, sotto forte influenza turca. Gli Stati Uniti hanno rivendicato uccisioni di spicco di esponenti dell'Isis a Idlib nel 2019 e nel 2022. Quest'anno, prima di Khaled Jabbur, un altro «leader dell'Isis» era stato ucciso da un drone Usa a febbraio, sempre a Idlib.