Ucraina: l'affondo di Mosca, «Zelensky da Trump una debacle»

Mosca batte il ferro finché è caldo, soprattutto se il ferro si chiama Volodymyr Zelensky. E dopo il clamoroso assist offerto dal presidente americano Donald Trump nello scontro senza precedenti nello Studio ovale, la dirigenza russa continua ad attaccare il leader ucraino e il suo viaggio a Washington, definendolo «un completo fallimento politico e diplomatico del regime di Kiev».
Le parole al veleno sono ancora una volta di Maria Zakharova: «con il suo comportamento disgustosamente maleducato durante la permanenza a Washington, Zelensky ha dimostrato di essere una minaccia molto pericolosa per la comunità mondiale in quanto irresponsabile guerrafondaio», ha affermato la portavoce del ministero degli esteri russo, tra le prime a commentare ieri sera il drammatico scontro tra Trump e Zelensky, dando man forte al tycoon e al suo vicepresidente JD Vance.
L'affondo della funzionaria russa non risparmia gli alleati dell'Unione europea: «il duro rimprovero - senza precedenti nella storia della politica e della diplomazia internazionale - che il presidente degli Stati Uniti ha rivolto a Zelensky alla Casa Bianca è l'ennesima prova della debolezza politica e dell'estrema degradazione morale di quei leader europei che continuano a sostenere Zelensky, che ha perso il contatto con la realtà», ha affermato.
Zakharova ha quindi accusato il leader ucraino di essere «ossessionato dalla continuazione» della guerra e ha ribadito che gli obiettivi della Russia in Ucraina «restano invariati», vale a dire la «smilitarizzazione» e la «denazificazione» del paese e il «riconoscimento delle realtà esistenti sul territorio».
La Russia «ha parlato ripetutamente a tutti i livelli dell'inadeguatezza, della corruzione e della mancanza di collaborazione di Zelensky. È stato il regime di Kiev a rifiutare la continuazione dei colloqui su un accordo politico-diplomatico nella primavera del 2022 e a usare bugie e manipolazioni per giustificare la continuazione delle ostilità e ricevere aiuti militari e finanziari occidentali», è la ricostruzione della portavoce di Serghei Lavrov.
All'indomani dell'impietoso scontro alla Casa Bianca, tutti gli analisti sono concordi nel ritenere che l'ultima visita di Zelensky a Washington abbia rappresentato un disastro per l'Ucraina e un trionfo per la Russia di Vladimir Putin, che intanto rimane in silenzio e si gode lo spettacolo.
E c'è chi si spinge a suggerire che quanto accaduto alla Casa Bianca sia stato un agguato premeditato, capeggiato dal vicepresidente Vance.
Così, mentre il presidente ucraino prova in pubblico a salvare il salvabile offrendo ringraziamenti multipli a Trump e a tutti gli USA, da Kiev giunge voce che qualcosa potrebbe davvero essersi spezzato tra i due paesi: l'Ucraina ora crede che Trump e Vance stiano «apertamente giocando con la Russia», ha affermato una fonte della presidenza ucraina all'AFP.
Nel frattempo, se gli ucraini si stringono attorno al loro presidente, dall'altra parte del confine - e del fronte - i russi gongolano insieme ai loro dirigenti del Cremlino: «è stato piacevole che Zelensky abbia ricevuto un tale rimprovero alla Casa Bianca», ha detto l'assistente sociale Galina Tolstykh parlando all'AFP nel centro di Mosca.
«Trump ha detto una cosa molto vera, che l'Ucraina non ha carte vincenti in mano», gli ha fatto eco Fyodor, cameriere di vent'anni. «A parte la firma di un accordo di pace e la firma di un cessate il fuoco, non hanno molte opzioni».