Un bambino su 10 nel mondo lavora

«L'attuale situazione del lavoro minorile è preoccupante. I bambini sono stati più duramente colpiti dalle conseguenze socioeconomiche della COVID-19. Stimiamo che 100 milioni di bambini in più siano caduti in povertà dall'inizio della pandemia. Con l'aumento del tasso di povertà infantile, aumenta anche il rischio di lavoro minorile. Per la prima volta dal 2000 il numero di bambini coinvolti nel lavoro minorile è aumentato fino a raggiungere circa 1 bambino su 10 nel mondo. Circa la metà di questi bambini è impegnata in lavori pericolosi che possono causare danni fisici ed emotivi». Il grido di allarme è di Catherine Russell, Direttore generale dell'Unicef in occasione della Giornata contro il lavoro minorile del 12 giugno «Un numero allarmante di bambini che lavorano - aggiunge - è estremamente giovane.
Nel 2020 c'erano 16,8 milioni di bambini di età compresa tra i 5 e gli 11 anni in più coinvolti nel lavoro minorile rispetto al 2016. Le conseguenze del lavoro minorile sui bambini sono devastanti con effetti a catena che possono durare tutta la vita. Il lavoro minorile viola il diritto di ogni bambino a essere un bambino e crescere libero da sfruttamento, abuso e violenza. Compromette anche l'istruzione dei bambini e limita le loro opportunità future, rafforzando i cicli di povertà. Sappiamo che la strada migliore per prevenire il lavoro minorile - sottolineato - è investire in programmi di protezione sociale che possono aiutare le famiglie a superare le crisi».