Niente pettegolezzi

Un giorno arriva Tony Effe, e il sindaco di Roma Gualtieri non strimpella più

La batosta più grossa Gualtieri non l'ha presa per i cantieri del Giubileo né per quelli del PNRR: no, l'ha presa dal rapper romano invitato e poi respinto per il concerto di fine anno
Carlo Tecce
21.12.2024 19:00

Quando lo sconforto avvolge, quando la lamentela sobbolle, quando il pessimismo fermenta, aspettate, respirate, riflettete, e pensate a quel pover’uomo che fa il sindaco di Roma, al professor Roberto Gualtieri. Il sindaco di Roma è di per sé un mestiere a rischio. A rischio di cosa è inutile specificarlo. Roma è fra le peggiori capitali d’Europa per la gestione del traffico e dei rifiuti (e anche dei gabbiani). Il consenso di ogni sindaco di Roma, che sia di centrodestra, come lo è stato Gianni Alemanno, che sia civico di centrosinistra, come lo è stato Ignazio Marino, che sia né di centrodestra né di centrosinistra ma dei Cinque Stelle, come lo è stata Virginia Raggi, collassa assieme al traffico e ai rifiuti (e ai gabbiani che vanno in picchiata sui rifiuti sparsi nel traffico).

La prova di Gualtieri è ancora più improba perché da un paio di anni Roma è diventata un cantiere nel cantiere, un gioiello bardato di transenne e di cartelli, di segnaletica provvisoria, di inversioni di marcia. Ai lavori per circa 5 miliardi di euro per il Giubileo, che si apre alla vigilia di Natale in piazza San Pietro e che farà confluire 35 milioni di pellegrini per la remissione dei peccati, si sommano altri 6 miliardi di Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (PNRR). Tutti soldi da spendere entro un anno, un anno e mezzo, due anni esagerando.

Però la batosta più grossa Gualtieri non l’ha presa per i cantieri del Giubileo né per i cantieri del PNRR, no, l’ha presa per Tony Effe, rapper romano, invitato e poi respinto per il concerto di fine anno al Circo Massimo. Squadre speciali di esegeti del Partito democratico hanno esaminato i testi delle canzoni di Tony Effe per misurarne il tasso di misoginia e di disprezzo e hanno costretto il sindaco Gualtieri a rimuovere Tony Effe dalla lista degli ospiti. Allora si sono rimossi da sé altri cantanti finché non è rimasto nessuno e Tony Effe, ironia della sorte, ma quale ironia, farà un concerto a pagamento (prezzo simbolico) al palazzetto dello sport di Roma concesso dal Comune di Roma, cioè lo stesso Comune di Roma che gli ha negato il Circo Massimo. Apoteosi. Della follia. I romani l’hanno presa come la prendono i romani, disillusi, rassegnati, capaci di sopravvivere alle macerie di tutte le epoche e di tutte le morali: «A capodanno sona er sinnaco».

Perché il sindaco Gualtieri suona la chitarra, e la suona bene, la suona ai comizi dove le parole a volte si somigliano, ma gli accordi no, variano. Ha suonato con Ultimo e con Baglioni, per dire. Non rifiuta mai una suonata. Quando non suona, fa i video per i social. È capace di inaugurare a raffica: 750 metri di pista ciclabile, 50 metri di sampietrini rimessi, 3 alberi a fusto alto piantati, 2 altalene con uno scivolo, 1 lotto di autobus. Potrebbe inaugurare l’albero di Natale in tutte le case dei romani e suonarci pure Jingle Bells. Gualtieri è il sindaco di Roma perché alla domanda «perché Gualtieri dovrebbe fare il sindaco di Roma?», nella coalizione di centrosinistra hanno risposto «perché Gualtieri non dovrebbe fare il sindaco di Roma?». A 58 anni Gualtieri è stato giovane comunista, gramsciano, dalemiano, parlamentare europeo, deputato italiano, ministro dell’Economia. Gualtieri appartiene a un gruppo di sinistra (ieri comunista e oggi democratica) del quartiere Monteverde, Roma quasi centro. Nel gruppo Pd Roma, un Pd a parte, Gualtieri era quello che ha studiato. Ha studiato talmente tanto che insegnava Storia contemporanea alla Sapienza, la più grande università di Roma. Ha un linguaggio forbito. Un sorriso tirato. Un'espressione affabile. È il paravento perfetto. Non passa uno spiffero. E non si lamenta se alle sue spalle si muove troppa gente e con troppa invadenza. Si abbina a tutto. Chi mandiamo a Bruxelles? Gualtieri. Chi nominiamo vicepresidente dei Socialisti Europei? Gualtieri. Chi mettiamo alla Commissione europea per i problemi economici e monetari? Gualtieri. Chi richiamiamo a Roma per le suppletive di un seggio della Camera? Gualtieri. Chi proponiamo come ministro dell’Economia? Gualtieri. Chi mandiamo in pasto ai romani come sindaco di Roma? Gualtieri.

Un giorno arriva Tony Effe, e Gualtieri non strimpella più. Fine. 

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