Un grattacielo «orizzontale» per 5 milioni di persone, ma che cos'è?
Immaginate un grattacielo. Doppio. Che, tuttavia, si sviluppa in orizzontale. Come fosse adagiato su un fianco, già. Un grattacielo nel mezzo del deserto, alto 500 metri, lungo fra i 120 e i 170 chilometri e rivestito di specchi. Capace, al suo interno, di ospitare un treno ad alta velocità, uno stadio e giardini. L’epicentro di una megalopoli denominata Neom, sul Mar Rosso.
Tutto questo non è fantascienza ma nemmeno realtà. Non ancora, perlomeno, dal momento che Mirror Line – il nome dato alla struttura, che nelle intenzioni dovrebbe ospitare 5 milioni di persone – non è solo l’ultimo capriccio del principe ereditario dell’Arabia Saudita, Mohammed bin Salman, ma una possibilità. Certo, i problemi non mancano tant’è che la stessa Neom, secondo gli esperti, non vedrà mai la luce. Proprio perché i progettisti non riescono a stare al passo alle ambizioni del principe.
Diversificare dal petrolio
La Mirror Line, leggiamo, indicativamente dovrebbe costare attorno al trilione di dollari. Una cifra impronunciabile e forse impossibile. Nessuno, al di là degli «oh» di ammirazione nel vedere i rendering, ha saputo fornire una data di consegna. Gli esperti, quelli citati poche righe sopra, ritengono che ci vorranno almeno 50 anni. Auguri, insomma. Va detto, per inciso, che l’Arabia dispone di ricchezze enormi e sta vivendo un periodo piuttosto felice grazie agli alti prezzi del petrolio.
Detto questo, l’Arabia è (anche) famosa per lasciare le cose a metà, se non peggio. Esauritosi l’ultimo boom petrolifero, ad esempio, la costruzione del previsto grattacielo più alto del mondo è stata sospesa. Tanti saluti e nemmeno grazie, verrebbe da dire. Mirror Line, come detto, è parte di un progetto ancora più ampio denominato Neom. Mohammed bin Salman, per gli amici MBS, spera così di attirare investimenti stranieri. Un tentativo, mastodontico, di diversificare l’economia del Paese allontanandola dal petrolio.
Troppo ambizioso?
Il principe, 35 anni, siede su un fondo sovrano da 620 miliardi di dollari. Ha parecchia gamba, direbbero i suiveur del ciclismo. E ha bisogno di distogliere l'attenzione dai vari fronti caldi che lo riguardano: l'omicidio Jamal Khashoggi, ma non solo. Riguardo a Mirror Line e Neom, beh, leggenda vuole che abbia cambiato più volte idee e piani generali. E che i responsabili del personale gli abbiano più volte riferito di ambienti di lavoro complicati (eufemismo) e spese eccessive a fronte di scarsi risultati.
I piani per Neom, in particolare, sono stati definiti «quasi impossibili» dai lavoratori attuali e da quelli passati. Alcuni ne hanno parlato a Bloomberg. I lavori alla megalopoli del futuro sono in corso da cinque anni ma nessuno, vista la scarsa propensione di bin Salman ad accettare le critiche, finora si è preso la briga di confrontarlo per dirgli che no, una cosa del genere non si può realizzare.
Bloomberg ha aggiunto che molte persone hanno mollato l’impiego mentre milioni e milioni di dollari continuano a confluire nel progetto. Vengono spesi per archistar di lusso e scenografi con un particolare gusto hollywoodiano.
L'abbonamento per mangiare
Il Wall Street Journal è entrato ancora di più nei dettagli, spiegando che i piani per la Mirror Line prevedono un’agricoltura verticale integrata negli edifici. A tal proposito, ai residenti verrà chiesto un abbonamento per consumare tre pasti al giorno. Le verdure, udite udite, saranno raccolte e impacchettate in maniera automatizzata. Roba da matti.
Lo stadio sportivo, per contro, sorgerà a 300 metri da terra mentre il treno ad alta velocità macinerà chilometri sotto gli edifici. Ah, qualora aveste uno yacht e vi steste chiedendo «dove lo metto?» non preoccupatevi: tra i due palazzoni verrà costruito un porto turistico.
Le altre città
Pessimismo, scetticismo e, soprattutto, problemi non mancano. I designer, ha proseguito il Wall Street Journal, sono alle prese con svariate grane progettuali. Fra le altre cose, dovranno tenere fede alle premesse fatte da bin Salman. Ovvero, che Neom e Mirror Line saranno a impatto zero.
Paradossalmente, ma nemmeno troppo, un progetto che pone l’uomo al centro di tutto è stato già criticato per le precarie (altro eufemismo) condizioni dei lavoratori. Per tacere di una tribù locale, gli Al-Howeitat, rimossa con forza dall’area per fare spazio ai capricci di MBS.
Se venisse davvero costruita, la Mirror Line collegherebbe la costa del Mar Rosso con le montagne e le valli superiori del nordovest dell’Arabia Saudita. Un luogo che, a detta di bin Salman, è un crocevia mondiale: il 40% dei cittadini del mondo, infatti, potrebbe raggiungere questa città del futuro in meno di 6 ore di volo mentre il 13% del commercio mondiale transita già da quelle parti.
Ah, se non vi bastasse potreste dare un’occhiata agli altri progetti legati a NEOM: la città portuale Oxagon e quella montana Trojena. Di nuovo, roba da matti.