Medio Oriente

Un missile? No, una bomba: ecco come è morto Ismail Haniyeh

Il New York Times, forte delle testimonianze di alcuni funzionari americani e mediorientali, fra cui due membri del Corpo delle guardie delle rivoluzione islamica, ha ricostruito l'operazione di Israele in Iran
© MOHAMED MESSARA
Red. Online
01.08.2024 17:30

A uccidere Ismail Haniyeh, leader politico di Hamas, è stato un ordigno esplosivo nascosto nell’edificio in cui soggiornava a Teheran, in Iran. È quanto afferma il New York Times, forte della testimonianza di sette funzionari mediorientali, fra cui due iraniani, e un funzionario statunitense. Addirittura, la bomba sarebbe stata nascosta due mesi fa.

L’edificio in questione è gestito dal Corpo delle guardie della rivoluzione islamica. Fa parte di un ampio complesso, noto come Neshat, in un quartiere lussuoso nel nord di Teheran. Haniyeh, come noto, si trovava nella capitale iraniana per festeggiare l’insediamento del presidente Massoud Pezeshkian. La bomba sarebbe stata fatta esplodere da remoto, una volta accertato e confermato che il leader di Hamas si trovava all’interno della sua stanza. Nell’esplosione, è rimasta uccisa anche una guardia del corpo. Secondo le testimonianze raccolte dal New York Times, l’esplosione ha scosso l’edificio e mandato in frantumi alcune finestre. Non solo, è crollato altresì un muro esterno. Haniyeh, nelle sue visite, regolare, a Teheran era solito soggiornare in questa struttura.

La mano di Israele

Sulla paternità di questa operazione, l’Iran sin dalle prime luci dell’alba, ieri, non ha avuto il minimo dubbio: la mano è quella di Israele. Una versione, quella di Teheran, confermata anche da diversi funzionari statunitensi interrogati, sotto anonimato, dal New York Times. L’uccisione di Haniyeh, è stato detto, potrebbe favorire l’escalation e scatenare una guerra totale nella regione. Nell’immediato, la morte del leader di Hamas dovrebbe ripercuotersi sulle trattative per la liberazione degli ostaggi ancora nelle mani dell’organizzazione militante palestinese e per un cessate il fuoco a Gaza. Israele, per il momento, non ha ammesso pubblicamente di essere responsabile di questa operazione. Secondo i funzionari mediorientali ascoltati dal New York Times, tuttavia, l’intelligence israeliana ha subito informato gli Stati Uniti e gli altri governi occidentali di quanto successo. Il Segretario di Stato americano Antony Blinken, per contro, ieri ha garantito che gli Stati Uniti non erano stati preventivamente informati dell’operazione.

Sulle prime, sempre ieri, tanto l’Iran quanto le prime ricostruzioni occidentali avevano parlato di Haniyeh ucciso da un missile. Sparato da un Paese confinante. Di qui le domande, parecchie, sul livello di sicurezza dell’Iran o, meglio, di come abbia fatto Israele ad agire in (quasi) totale libertà eludendo i sistemi di difesa della Repubblica Islamica. In realtà, stando al New York Times e alle testimonianze raccolte Israele avrebbe sfruttato un’altra lacuna nelle difese iraniane: una falla nella sicurezza di un complesso che si supponeva strettamente sorvegliato. Falla che ha permesso di piazzare una bomba e di tenerla nascosta per molte settimane prima che venisse innescata. Una simile violazione, hanno spiegato al New York Times tre funzionari iraniani, è stata un fallimento catastrofico dell’intelligence e della sicurezza per l’Iran. È stato, altresì, un enorme imbarazzo per le Guardie, che utilizzano il complesso per ritiri, incontri segreti e per ospitare nomi di spicco come Haniyeh.

Non è chiaro come la bomba sia stata nascosta nella cosiddetta guesthouse. I funzionari che hanno parlato con il quotidiano newyorkese hanno affermato che la pianificazione dell’assassinio è durata mesi e ha richiesto un’ampia sorveglianza del complesso. I due funzionari iraniani che hanno descritto nei minimi particolari la natura dell’assassinio hanno detto di non sapere come o quando l’esplosivo sia stato piazzato nella stanza.

Morto sul colpo

È importante, ancora, sottolineare il fatto che Israele abbia deciso di compiere questo assassinio lontano dal Qatar, dove viveva Haniyeh e dove vivono altri membri di spicco della leadership politica di Hamas. Il governo del Qatar, infatti, sta mediando i negoziati tra Israele e Hamas per un cessate il fuoco a Gaza. E avrebbe certamente reagito male, anzi malissimo a una violazione della sua sicurezza.

L’esplosione, avvenuta nelle prime ore di mercoledì, ha mandato in frantumi le finestre e fatto crollare una porzione di muro del complesso, come detto. Danni tutto sommato minimi. Mentre un missile avrebbe lasciato segni più profondi. Secondo i funzionari mediorientali, compresi gli iraniani, l’ordigno è esploso intorno alle 2 del mattino, ora locale. I membri del personale dell’edificio, spaventati, sono corsi a cercare la fonte del tremendo rumore, individuandola nella stanza dove Haniyeh alloggiava con una guardia del corpo.

L’équipe medica presente nel complesso, immediatamente precipitatasi nella stanza, non ha potuto far altro che constatare la morte dei due occupanti. Haniyeh è deceduto all’istante, mentre la guardia del corpo è stata rianimata. Invano. Il leader della Jihad islamica palestinese, Ziyad al-Nakhalah, alloggiava nella stanza accanto, hanno detto due funzionari iraniani. La sua stanza non è stata gravemente danneggiata, il che suggerisce che l’obiettivo era solo e soltanto Haniyeh. Khalil al-Hayya, il vice-comandante di Hamas nella Striscia di Gaza, che si trovava anch’egli a Teheran, è arrivato sulla scena e ha visto il corpo del suo collega, secondo i cinque funzionari mediorientali sentiti dal New York Times.

Tra le persone immediatamente informate dell’accaduto, hanno detto i funzionari iraniani, c’era il generale Ismail Ghaani, comandante in capo della Forza Quds, il braccio estero delle Guardie Rivoluzionarie, che lavora a stretto contatto con gli alleati iraniani nella regione, tra cui Hamas e Hezbollah. Ha avvisato la Guida Suprema iraniana, l’Ayatollah Ali Khamenei, nel cuore della notte, svegliandolo, sempre secondo i funzionari.

Quattro ore dopo l’esplosione, le Guardie Rivoluzionarie hanno rilasciato una dichiarazione in cui affermavano che Haniyeh era stato ucciso. Alle 7 del mattino, Khamenei aveva convocato i membri del Consiglio Supremo di sicurezza nazionale iraniano nella sua sede per una riunione d’emergenza, durante la quale, secondo i funzionari iraniani, ha ordinato di colpire Israele per rappresaglia.

E dire che la sicurezza era ai massimi

Da notare che la sicurezza, a Teheran, era già ai massimi a causa della cerimonia di insediamento del nuovo presidente iraniano, Masoud Pezeshkian, alla quale hanno partecipato alti funzionari governativi, comandanti militari e dignitari di 86 Paesi. Martedì, durante il giuramento, Haniyeh era apparso allegro e trionfante, abbracciando il nuovo presidente dopo che questi aveva pronunciato il suo discorso inaugurale. I due uomini avevano alzato le mani insieme, facendo il segno della vittoria.

I due ufficiali iraniani, membri delle Guardie e informati sull’attacco, hanno aggiunto al New York Times che da una una prima indagine risulta come l’esplosivo sia stato piazzato nella stanza con un certo anticipo. Le modalità con cui Israele ha colpito, hanno spiegato, ricordano da vicino l’operazione chirurgica con cui, nel 2020, lo Stato Ebraico eliminò il principale scienziato nucleare iraniano, Mohsen Fakhrizadeh. Le operazioni mirate israeliane, al di fuori del Paese, sono condotte principalmente dal Mossad, il servizio di intelligence estera del Paese. David Barnea, il capo del Mossad, aveva dichiarato a gennaio che il suo servizio era «obbligato» a dare la caccia ai leader di Hamas, il gruppo dietro gli attacchi del 7 ottobre in Israele. «Ci vorrà tempo, come dopo il massacro di Monaco, ma le nostre mani li prenderanno ovunque si trovino» aveva garantito Barnea, riferendosi all’uccisione degli atleti israeliani da parte dei terroristi di Settembre Nero alle Olimpiadi del 1972.