Una nuova legge sul lupo sull’onda del caso JJ-4
«Non si tratta più solo della protezione degli animali da allevamento, ma dopo il tragico fatto in Trentino anche della protezione degli esseri umani». Se la proposta di abbattere l’orsa JJ4 – rea di aver aggredito e ucciso un runner di 26 anni sopra i boschi di Caldes – ha scatenato proteste e prese di posizione forti da parte degli animalisti, gli ultimi sviluppi in tema di grandi predatori allargheranno, e pure di molto, lo spettro della polemica. Philipp Achammer, segretario del Südtiroler Volkspartei (SVP) nella provincia di Bolzano, ha infatti annunciato la volontà di istituire una legge provinciale per l’abbattimento dei lupi. «Dobbiamo agire, dato che le iniziative intraprese a livello romano non porteranno a breve a un risultato – ha spiegato Achammer –. Serve una legge provinciale che fissi in modo dettagliato i vari passaggi necessari affinché diventi possibile il prelievo degli animali problematici. Non ci sono alternative».
Per ora, l’iniziativa è stata soltanto discussa a livello di direzione SVP ma presto, leggiamo, verrà presentata in Consiglio provinciale. La provincia di Bolzano, ha sottolineato ancora Achammer, dispone già di una legge che regola l’abbattimento dei lupi. Legge che, tuttavia, non può essere applicata perché manca ad oggi il parere dell’ISPRA, l’organo tecnico-scientifico del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio.
La nuova legge che ha in testa Achammer dovrebbe prevedere scadenze più chiare. Secondo i dati della provincia, anno di grazia di 2021, «si può ipotizzare un numero minimo di oltre 30 lupi in Alto Adige». In quello stesso anno, i danni provocati dagli attacchi dei lupi al bestiame sono stati compensati con un importo di 54.200 euro.
Detto che la questione grandi predatori, evidentemente, riguarda da vicino anche il Ticino (qui l’editoriale di Giona Carcano), di lupi e orsi si discute lungo l’intero arco alpino. Anche la Baviera, come Bolzano, vorrebbe soluzioni ad hoc in barba a ciò che dice il diritto europeo in materia. Una mossa, questa, che molti esperti hanno ritenuto più politica che altro, considerando l’orizzonte delle elezioni.